Data: 27 maggio 2018
Lettura: Marco 10:32-45

Per somigliare a Gesù dobbiamo mettere in atto quello che Lui ha fatto. Abbiamo ricordato la sua morte e la sua resurrezione finché Egli venga. In che modo lo ricordiamo? Gesù ha avuto uno scopo nella sua vita: morire per i peccati di tutti.

(v.32) …erano in cammino salendo a Gerusalemme, Gesù andava davanti a loro... Gesù si avvicinava sempre di più al Suo calvario, ma i discepoli ancora avevano compreso la missione di Gesù. Anche noi come i discepoli, possiamo ancora essere ancora dei bambini spirituali e non aver compreso la nostra missione.

Gesù inizia a parlare delle cose future. Gesù camminava davanti e guidava i suoi discepoli verso Gerusalemme.

(v.38) Potete voi bere il calice che bevo io? Noi possiamo bere il calice che ha bevuto il Signore? Gesù parla della sua morte, ma nessuno poneva attenzione alle sue parole.

(v. 35) «Maestro, desideriamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che volete che io faccia per voi?» Essi gli dissero: «Concedici di sedere uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra nella tua gloria».

Alcuni discepoli, con questa richiesta stanno desiderando il proprio piacere pretendendo di sedere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra nel regno dei cieli.

(v.45) Poiché anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti.

Gesù è l'esempio perfetto da seguire, ma noi spesso non Lo imitiamo. Se non seguiamo Cristo, è tutto a nostro discapito. La nostra “super-spiritualità” a volte non è altro che carnalità Servizio è dare la propria vita fino alla morte. Morte dignifica “morte di noi stessi”. Essere sazi dei giorni vuol dire essere ripieni di comunione con Dio in questa vita e avere una corona da deporre quando saremo con il nostro Signore.