Il vero discepolo
- by DDC
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05 ottobre 2023
Lettura: Luca 14:25-32
È un brano che esprime il primato di Dio nella nostra vita. In questo brano sembrano che ci siano degli aspetti poco importanti, ma in realtà esprimono un potenziale enorme.
(Luca 14:28) Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire?
Cos’è una torre? È un edificio sviluppato in altezza. Hanno la funzione di vedetta e controllo, ma anche di prestigio. L’Italia è piena di torri. Se è posta al centro di una città, esprime il prestigio.
(Genesi 11:3-4) Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamo dei mattoni cotti con il fuoco!» Essi adoperarono mattoni anziché pietre, e bitume invece di calce. Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo; acquistiamoci fama, affinché non siamo dispersi sulla faccia di tutta la terra».
Lo scopo della torre di babele serviva a mostrare fama e grandezza. La torre non è essenziale in una città, ma dimostra fama e prestigio. Come mai Gesù, nel voler spiegare l’essere discepoli, utilizza l’immagine di una torre? Non portare a compimento una casa ci può stare, ma diverso il concetto di non portare a compimento la torre. La torre non è di vitale importanza ma vuole solo dimostrare. La torre è apparenza. Chi inizia a costruire una torre e non ha i soldi per portarla a compimento, viene preso in giro.
(Matteo 26:30-35) Dopo che ebbero cantato l'inno, uscirono per andare al monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: «Questa notte voi tutti avrete in me un'occasione di caduta; perché è scritto: "Io percoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse". Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea». Pietro, rispondendo, gli disse: «Quand'anche tu fossi per tutti un'occasione di caduta, non lo sarai mai per me». Gesù gli disse: «In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E Pietro a lui: «Quand'anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». E lo stesso dissero pure tutti i discepoli.
Pietro aveva incominciato a costruirsi una torre. Gesù stava spiegando ai suoi discepoli ciò che sarebbe accaduto di li a poco. Forse Pietro, con il suo atteggiamento impulsivo, cercò di mettersi in mostra, ma Gesù non gli aveva chiesto ciò. La torre di Pietro non era qualcosa di essenziale, ma sentì di iniziare quest’opera e Gesù gli disse: prima che il gallo canti…
Pietro, un uomo tanto stimato da Gesù, ma nella vita di quest’uomo c’è qualcosa da biasimare quando cominciò a costruire la sua torre. Dobbiamo calcolare l’impegno per portare a termine quello che abbiamo iniziato. A volte pensiamo tanto in grande, ma non pensiamo al piccolo. Essere discepoli è una scelta consapevole nel vivere una vita ricca, piena e consolata.
(Luca 14:31) Oppure, qual è il re che, partendo per muovere guerra a un altro re, non si sieda prima a esaminare se con diecimila uomini può affrontare colui che gli viene contro con ventimila? Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un'ambasciata e chiede di trattare la pace.
Un re con 10.000 uomini contro un altro re con un esercito di 20.000 uomini. Qualunque generale sarebbe andato in difficoltà con questi numeri così impari. Gesù attraverso questo esempio ci vuole mostrare un modello di comportamento per quelli che si definiscono veri discepoli.
Possiamo affrontare difficoltà che sono il doppio della nostra forza. Abbiamo due scelte: o confidare sulle nostre forze, o confidare in Dio. Gesù ci ha lasciato questi due esempi per esprimere del concetto dell’importanza del primato di Dio nella nostra vita e di essere dei veri discepoli.
Dobbiamo tenere in mente che Dio non ci sta chiedendo promesse solenni che non siamo in grado di mantenere, ma di servirlo con i mezzi che abbiamo a disposizione. Dobbiamo affidarci completamente nelle mani di Dio. Essere discepoli non significa non avere problemi o difficoltà.
(Salmo 23:4) Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza.
(Isaia 43:2) Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà.
Essere discepoli significa attraversare anche la valle della morte e anche il fiume lo dovremo attraversare. Anche quando ciò accadrà, il Signore ci garantisce la sua presenza.