Dio è buono
- by AR
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08 ottobre 2023
Lettura: Naum 1:1-8
Nella storia tra Giona e Dio si mette in risalto la conversione dei Niniviti altrimenti la città sarebbe andata distrutta. In seguito al pentimento dei niniviti, Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità, e si pentì del male che aveva minacciato di far loro; e non lo fece.
Ninive era la capitale dell’Assiria e sotto il regno di Sennacherib (740 – 680 a.C.), storicamente è ritratta come la città più importante del tempo. Il processo di indebolimento della dinastia Assira, avvenne nel 612 a.C. La predicazione di Naum è collocabile si colloca tra il 663 e il 612 a.C., quando ormai i Niniviti hanno fatto ritorno alle loro vie antiche.
Il nome Naum significa consolatore. Ciò che sappiamo di Naum è che era Elcosita, ovvero proveniva dalla città di Elkosh, tutt’ora sconosciuta ma che, secondo alcune tradizioni risulterebbe vicina alla città di Capernaum. Quindi quello che possiamo affermare di Naum è che un profeta probabilmente appartenente alla tribù di Giuda e che, per conto di Dio, ci ha tramandato fedelmente le sue parole.
In realtà, la prima caratteristica peculiare che emerge nella lettura del libro, sono i primi otto versetti, che riguardano il carattere di Dio. Siamo di fronte ad una descrizione completa della persona del Dio biblico. Una testimonianza del suo leale amore e del suo perdono.
(Naum 1:2-3) Il SIGNORE è un Dio geloso e vendicatore; il SIGNORE è vendicatore e pieno di furore; il SIGNORE si vendica dei suoi avversari e serba rancore verso i suoi nemici. Il SIGNORE è lento all'ira ed è molto potente, ma non lascia il colpevole impunito. Il SIGNORE cammina nell'uragano e nella tempesta, e le nuvole sono la polvere dei suoi piedi.
Notiamo subito una triplice ripetizione del termine vendicatore con il “rancoroso” finale a cui segue il riconoscimento della grande pazienza di Dio nei confronti dei peccatori.
Il Dio della Bibbia è geloso. Questa qualità di Dio deriva dalla constatazione che Dio ha messo da parte un popolo che serva ai suoi propositi ed esige che il suo popolo non perda di vista i suoi scopi, che non si lasci scoraggiare da alcun nemico dal rispettare il patto con Lui stipulato, ossia la salvezza della terra. La gelosia di Dio, in altri termini è funzionale alla salvezza degli uomini. Ogni qualvolta gli esseri umani si contrappongono agli scopi di Dio, Dio diventa loro nemico, un vendicatore colmo di collera a quanti osano sfidare la sua signoria.
(Naum 1:7) Il SIGNORE è buono; è un rifugio nel giorno dell'angoscia e conosce quelli che confidano in lui.
Naum da testimonianza della bontà di Dio. Significa semplicemente che tutto il bene proviene da Dio. Naum illustra in questo modo la bontà di Dio:
1) Dio è buono perché è un rifugio nel giorno dell’angoscia. Il rifugio è una fortezza, una protezione duratura dagli assalti dei nemici che ci pone al riparo. Il rifugio costituisce per noi un luogo di pace in cui possiamo stare tranquilli in mezzo all’infuriare delle prove.
2) Dio è buono perché perché conosce quelli che confidano in Lui. Dio conosce coloro che si affidano a Lui come sostegno e guida della propria esistenza. La conoscenza che ha Dio, non è il riconoscere qualcuno da lontano, ma implica interessamento, cura, comunione spirituale… una conoscenza che si spinge persino a sapere quanti capelli in testa hanno coloro che Egli ama. Dio ne conosce i bisogni, i desideri, le sofferenze… una conoscenza che vede tutti i nostri comportamenti.
(Naum 1:8) Ma con una irrompente inondazione egli distruggerà completamente chi l'attacca e inseguirà i suoi nemici fin nelle tenebre.
Dio è buono perché è nemico di coloro che sfidano la sua autorità e non permetterà il trionfo del male. Non possiamo privare Dio della sua funzione di distruttore del male perché ciò significherebbe rassegnarsi alla corruzione che governa in questo mondo. La vendetta appartiene a Dio e il profeta enfatizza questo per tre volte: un vendicatore è il Signore. Dio agisce tramite il suo popolo e anche attraverso le vicende delle varie nazioni.
(Romani 12:19) Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore.
(Naum 1:3-4) Il SIGNORE è lento all'ira ed è molto potente, ma non lascia il colpevole impunito. Il SIGNORE cammina nell'uragano e nella tempesta, e le nuvole sono la polvere dei suoi piedi. Egli sgrida il mare e lo prosciuga, dissecca tutti i fiumi. Basan langue, langue il Carmelo e appassisce il fiore del Libano.
Dio è buono perché è lento all’ira. Per oltre 100 anni il popolo di Giuda dovette subire il dominio assiro. Giuda aveva patito le barbare vessazioni dei popoli più crudeli, aveva visto deportare le tribù d’Israele, sotto il regno di Manasse aveva visto le divinità assire collocarsi nel suo tempio, i suoi profeti perseguitati e uccisi… per constatare proprio la lentezza dell’ira di Dio. Dio è buono perché mostra la sua indulgenza, la sua pazienza ed è molto tollerante nei riguardi dell’umano peccare.
Desiderare che Dio si vendichi all’istante è una nostra debolezza umana (M. Lutero), ma se Dio è estremamente lento alla collera è a causa della sua eccezionale grandezza e bontà.
Naum sottolinea anche la potenza di Dio. Non si deve pensare che Dio abbia ignorato gli eccessi dell’Assiria per debolezza. Nell’atto della creazione sgridò le acque del caos (Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque), ammassò quelle del Mar Rosso e del Giordano per permettere al suo popolo di attraversarli. Dio è capace anche di inaridire i pascoli ricchi di Basan e del Carmelo e di far appassire i cedri del Libano.
L’economia Assira era basata sull’irrigazione con i suoi dèi acquatici i quali non possono assolutamente competere con il Dio che controlla tutta l’acqua del mondo e gli stessi fiumi che si sono riversati in Ninive fino al punto di minare le fondamenta e far crollare il palazzo del re (Naum 2:6)
Il mondo è sostenuto dalla grazia e dalla bontà di Dio e la sua esistenza dipende dalla Sua fedeltà nel preservarlo. L’uragano non è altro che una perturbazione dell’aria causata dai suoi passi e le nuvole sono come polvere sollevata dai suoi piedi.
(Naum 1:5-6) I monti tremano davanti a lui, si sciolgono i colli; alla sua presenza si solleva la terra e il mondo con tutti i suoi abitanti. Chi può resistere davanti alla sua indignazione? Chi può sopportare l'ardore della sua ira? Il suo furore si spande come fuoco e le rocce si schiantano davanti a lui.
Quando la pazienza di Dio non porta a nulla, quando Dio non può aspettarsi pentimento e la usa autorità viene derisa o ignorata, quando il suo popolo che ha stretto alleanza con lui si trova in pericolo, allora il Signore diventa rancoroso e non tollera più simili peccati. Il messaggio di Naum si accorda bene con quello del nuovo testamento:
(Romani 2:4-8) Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio. Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all'ingiustizia.
Dio è capace di perdonare, ma può anche andare in collera. La potenza di Dio nella sua ira è incomparabile. Naum ricorre all’immagine del fuoco (trad. lava liquida):
(Naum 1:8) Chi può resistere davanti alla sua indignazione? Chi può sopportare l'ardore della sua ira? Il suo furore si spande come fuoco e le rocce si schiantano davanti a lui.
Per quanti piani malvagi possa fare il nemico tutto questo non potrà impedire la completa distruzione che si sta abbattendo su di lui e alla fine sarà ridotto a stoppa secca (v.10).
L’Assiria, un tempo, era stata usata da Dio come strumento d’ira nei confronti del suo popolo, ma il potere l’aveva corrotta e il sovrano aveva persino osato contestare il potere di Dio quando, rivolgendosi a Ezechia disse: “il Signore potrà forse liberare Gerusalemme dalla mia mano?”
Il messaggio di Naum fa una specifica allusione alla caduta dell’Assiria, ma è valido in ogni epoca. È una testimonianza della bontà di Dio, della sua pazienza, della sua indulgenza, della sua capacità di sopportazione che lo fanno così lento all’ira e della sua incomparabile potenza. È una testimonianza del fatto che Egli non passerà mai sopra ai peccati commessi dagli uomini.
Nel suo contesto storico alcuni considerano il libro di Naum come la celebrazione della caduta di Ninive. Questo non è altro che il punto di vista dell’osservatore umano che, ergendosi a giudice della storia, vorrebbe stabilire ciò che Dio stesso può fare o non fare.
Invece il contenuto del messaggio di Naum ci ricorda che Dio ha sempre punito il peccato. Un messaggio che ci esorta al pentimento, a criticare noi stessi per la nostra superbia, a confidare nella sua paziente misericordia e a rifugiarci nella sua bontà.