Camminiamo come Gesù
- by FDG
-
Visite: 280
Data: 03 giugno 2018
Lettura: I Giovanni 2: 1-6
(1 Giovanni 1:8) Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. L’apostolo Giovanni, dopo aver sottolineato la linearità e la coerenza a questa verità, afferma che il peccato è una gravità assoluta.
Il mondo è schiavo del peccato, ma a volte, anche noi credenti possiamo peccare. Dopo che si è salvati, è fondamentale proseguire in un modo tale da non cadere nel peccato. L'esempio dell’apostolo Pietro ci illustra questa verità: quando aveva lo sguardo fisso su Gesù, riusciva a camminare sul mare, ma quando distolse lo sguardo, affondò.
C’è qualcuno che si esporrebbe ad un contagio per poterlo successivamente curarlo? Non dobbiamo mai privarci della comunione con Dio per non cadere nel peccato. Satana è sempre pronto ad accusarci, ma il nostro avvocato difensore è Cristo. La parola di Dio ci da' delle certezze: non priviamoci mai della comunione con Dio.
Bere sempre latte e non mangiare cibo solido è condannato dalla scrittura. Giovanni riporta la nostra attenzione alla croce (v. 2) Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
La propiziazione ci ricorda il fatto che il sacrificio di Cristo è stato gradito a Dio. Attraverso questo sacrificio abbiamo ristabilito il nostro rapporto con Dio e quindi non dobbiamo restare sotto il peso del peccato. Nel momento in cui, dopo aver peccato, ci avviciniamo a Lui, Egli ci perdona e difende la nostra causa. Il credente ha questa certezza: quella della salvezza e quella di conoscere Dio.
Dobbiamo avere una conoscenza profonda del nostro Dio, altrimenti non amiamo Dio. Diciamo di fare la volontà di Dio, ma molto spesso non siamo credibili perché le nostre parole non rispecchiano la nostra testimonianza. Mettere in pratica i comandamenti di Dio ci obbliga a conoscere quali sono i pensieri e i progetti di Dio per noi. Dobbiamo quindi conoscere bene la Parola di Dio
(Matteo 7:24) Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia.
Conoscere il Signore non è un qualcosa di teorico o speculativo, ma pratico e sperimentale.
La conoscenza di Dio scaturisce dall’osservare i comandamenti di Dio e l'attaccamento alla Sua parola ci fa sperimentare l'amore.
L’ubbidienza è lo stimolo dell’amore. Come possiamo nutrire la nostra certezza e la nostra sicurezza? Solo se ci atteniamo a quello che è scritto nella Parola di Dio. Ciascuno di noi ha un incarico divino, ma facciamoci trovare occupati all’arrivo del padrone.
Conoscere Dio non vuol dire avere una conoscenza sporadica, ma abitare il Lui e rimanere in Lui, affinché Egli possa manifestarsi in noi. Stiamo vivendo realmente in Cristo e per Cristo?.
(v. 6) chi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò. Come cammino Gesù? Studiamo l’evangelo e capiamo come il Gesù Cristo camminò.