Dio porta a compimento ogni cosa
- by EC
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27 gennaio 2019
Lettura: Giovanni 11
Alcune riflessioni sul brano relativo alla resurrezione di Lazzaro. In questo episodio Gesù mostrò la sua umanità quando pianse per la morte di Lazzaro. “Gesù pianse”, infatti, è il testo più breve della Bibbia nella traduzione italiana. L’azione del piangere potrebbe intendersi come debolezza o pochezza, ma il pianto sincero è segno di partecipazione e di immedesimazione nei confronti della persona che ci sta di fronte. Gesù era partecipe al dolore di Marta, Maria e gli altri. Il termine greco per “piangere” ha il senso di intensità.
Gesù sapeva che Lazzaro sarebbe risorto, ma pianse per l’amore e la compassione verso i suoi amici. Anche noi dobbiamo piangere con coloro che piangono (Romani 12:15). Gesù scappa da Gerusalemme perché i giudei lo cercavano, e va’ oltre il Giordano, ma apprende la notizia che Lazzaro era malato. Egli era molto legato alla famiglia di Lazzaro tanto che, anche nel capitolo successivo, si trova nella casa di Lazzaro per pranzare. Gesù si ferma presso i sobborghi di Betania, e Marta gli va incontro e gli dice: “(v. 21) Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto …e la stessa frase viene replicata da Maria (v. 31)”.
Anche noi in queste circostanze siamo pronti a “dire” la nostra molto spontaneamente (se avesse fatto questo o quell’altro si sarebbe salvato), ma ogni cosa è nelle mani di Dio e nulla accade senza il Suo consenso. Lo Spirito ci viene in soccorso e in aiuto. La richiesta che fa Marta e Maria è la seguente: “Signore se tu fossi stato qui!” Gesù non si precipita al capezzale di Lazzaro, ma si trattenne ancora due giorni. Perché? (Giovanni 11:4) «Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio sia glorificato».
Gesù si è servito di questo episodio per manifestare la gloria di Dio. Lazzaro era già morto da quattro giorni. Secondo una credenza popolare giudaica l’anima rimaneva vicino al corpo per tre giorni e si credeva quindi che la stessa potesse ritornare nel corpo (cfr. Matteo 12:40). Gesù era a conoscenza del modo di fare e di comportarsi dei giudei e si presenta il quarto giorno quando a Marta e Maria (v.39) Gesù disse: «Togliete la pietra!» Marta, la sorella del morto, gli disse: «Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno».
Gesù disse a Marta “credi tu questo”? è una domanda che penetra fino alla coscienza ed esige una risposta.
Perché questo ritardo e perdita di tempo? Gesù doveva togliere ogni sospetto ai giudei. Al v. 42 e 45 “molti credettero in Lui. Gesù voleva togliere ogni dubbio sul fatto che la resurrezione di Lazzaro fosse operata attraverso un miracolo”. La famiglia di Lazzaro la potremmo considerare una famiglia “modello”, ma allo stesso tempo c’è la prova su Lazzaro (sofferenza e morte).
La considerazione finale è che Gesù “attende”. Potrebbe sembrare che Dio non si preoccupa, ma il Suo piano non è il nostro piano, i suoi pensieri non sono i nostri pensieri. A volte pensiamo che Dio si sia dimenticato di avere cura di noi. Gesù aspetta il momento giusto affinché tutto possa concorrere alla gloria di Dio. Talvolta Dio non risponde alle nostre preghiere perché vuole insegnarci ad aspettare. I proponimenti di Dio a volte sono difficili da comprendere, ma Dio risponde in un modo perfetto con il Suo amore infinto, con Sapienza e Saggezza che fanno parte del Suo carattere. Dio potrebbe ritardare, ma porterà a compimento ogni cosa.