Custodi della verità
- by FDG
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21 febbraio 2019
Lettura: II Timoteo 1:3-8
In questo brano c’è l’esortazione a custodire la verità. Paolo voleva che Timoteo lo imitasse e lo amava in un modo particolare perché Timoteo era stato un suo collaboratore missionario. Quando Paolo era in carcere, Timoteo era consapevole che la prigionia di Paolo lo avrebbe condotto alla morte. Io ho combattuto il buon combattimento. La vita Cristiana, diffatti, non è semplice (Efesini 6:13).
Il desiderio di Paolo era quello di rivedere Timoteo per essere riempito di gioia (v. 4), ma vuole altresì incoraggiare e fortificare Timoteo a vivere una vita spirituale esuberante che onorasse Cristo, una vita da vivere pienamente in Cristo, ed esercitare la fede genuina tramandata da sua nonna e sua madre (v. 5). Se il nostro sguardo è sulla persona di Gesù Cristo, allora la nostra fede sarà genuina.
Nel cammino cristiano, spesso, si è tentati e si rischia di cadere quando pensiamo di poter “controllare” la nostra vita senza Dio, ma è indispensabile che Dio controlli la nostra vita (v.7) perché ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, d'amore e di autocontrollo (v. 8).
Non dobbiamo appoggiarci sul nostro discernimento o sulle nostre conclusioni personali, ma dobbiamo appoggiarci su Dio, mettendo in Lui la piena fiducia nella guida potente dello Suo Santo Spirito. Questa attitudine spirituale non dev’essere limitata o superficiale, ma bisogna abbandonarsi totalmente nelle mani di Dio, perché Egli conosce ogni cosa.
(Proverbi 3:5-6) Confida nel SIGNORE con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri.
Avendo quindi uno Spirito di forza, Timoteo dispone di tutta l’assistenza e la potenza di Dio. La forza di Timoteo non dipendeva dalle sue possibilità umane, ma dalla forza divina per superare e vincere ogni avversità.
Attraverso questo l’amore e la forza che provengono da Dio, Timoteo poteva dare una forte testimonianza all’apostolo Paolo ch’era si trovava in carcere.
Timoteo è chiamato ad amare Colui che l’ha salvato e lo ha benedetto, ma è chiamato ad amare il prossimo. Il prossimo si ama proclamando l’opera del nostro Signore Gesù Cristo perché la gente muore a causa di mancata conoscenza. La capacità di correzione e autocontrollo non è posta da una legge esterna, ma siamo chiamati a custodire tutto ciò che abbiamo ricevuto da chi ci ha preceduto e ciò trova il suo adempimento nella relazione che abbiamo con Dio.
Cristo dev’essere oggetto del nostro amore per poter ubbidire. Quando lasceremo il pieno controllo della nostra vita a Dio, i sentieri diventeranno miracolosamente più piani. Non dimentichiamo la preghiera. Dobbiamo ringraziare Dio perché siamo dei suoi servitori. L’apostolo Paolo pregava giorno e notte per Timoteo affinché custodisse il bagaglio ricevuto per testimoniare l’evangelo.
(v. 3) Ringrazio Dio, che servo come già i miei antenati con pura coscienza, ricordandomi regolarmente di te nelle mie preghiere giorno e notte.
L’invito è di pregare per coloro che ci succederanno. Al monte dell’Eterno sarà provveduto. È la certezza di coloro che hanno fede e servono il Signore secondo la Sua volontà e secondo il dono che ci ha dato e dove ci ha collocato.