Eletti e predestinati
- by GR
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31 marzo 2019
Lettura: Efesini 1:1-14
Un brano importante perché ha permesso una serie di dibattiti all’intero della chiesa per i termini di elezione e predestinazione. L’uomo ha la libertà di credere in Cristo e ciò non ha niente a che fare con la dottrina della predestinazione come alcuni ambienti intendono. Paolo si firma come apostolo di Cristo e al v.3 afferma che tutti coloro che credono in Cristo ricevono delle benedizioni. Questa è la garanzia del credente.
(Efesini 1:4) In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui…
Abbiamo un criterio temporale, cioè che l’elezione riguarda il credente prima della fondazione del mondo, e il criterio di scopo in cui il credente dev’essere santo e irreprensibile.
Quindi, il termine “elezione” ha un significato diverso a seconda del contesto in cui si trova. L’elezione del credente è per quanto riguarda la sua vita Cristiana: santi e irreprensibili.
(Efesini 1:5) avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, 6 a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.
Anche per il termine “predestinazione” vi è un criterio temporale e uno di scopo. Il significato del termine è “destinati prima”, e lo scopo della predestinazione è che tutti coloro che avrebbero creduto in Cristo sarebbero stati adottati come suoi figli. La predestinazione riguarda quindi lo scopo a diventare eredi della vita Eterna, adottati come suoi figli, ed eredi con Cristo. Il credente è predestinato non a salvezza, ma ad avere un’eredità: la propria destinazione celeste.
Paolo sta parlando a dei credenti che avevano liberamente creduto in Cristo e quindi eletti ad essere santi e irreprensibili, e destinati ad essere adottati come figli di Dio ed essere quindi eredi.
Altro aspetto importante e che, tutti questi benefici, derivano dalla redenzione che è messa in relazione al perdono dei peccati e alla grazia di Dio.
Nell’antico testamento, il popolo d’Israele doveva portare, al Sommo Sacerdote, un dono (grazia) e, di conseguenza, il peccato del popolo era cancellato. Cosa portiamo noi al Signore per i nostri peccati? Noi non offriamo niente, ma è per mezzo del sacrificio di Cristo, per grazia (dono perenne), siamo stati redenti.
Siamo chiamati, perché abbiamo ricevuto il suggello dello Spirito Santo, ad avere una vita a lode per la sua gloria.
(Efesini 1:6) …a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.
Dio ha dona all’uomo, che ha creduto in Lui, la sapienza, l’intelligenza e il potere di conoscere il mistero della Sua volontà. Tutti quelli che credono sono stati destinati, prima della fondazione del mondo, ad essere santi e irreprensibili, e a ricevere una eredità celeste a lode della Sua gloria.