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Non c'è riforma senza risveglio

Non c'è riforma senza risveglio

by PR
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16 maggio 2019
Lettura: Neemia 1

Il risveglio, negli ambienti evangelici, è visto con grande stupore e meraviglia. È come se si fosse persa l’energia, ma è necessario ritrovare lo stimolo per vivere la vita Cristiana in maniera più ardua.

Il profeta Neemia ha iniziato un’azione di riforma che ha richiesto un lungo processo (come anche Martin Lutero ha faticato per riportare i principi Cristiani). Il risveglio è qualcosa che caratterizza i singoli individui, e si ha quando lo Spirito Santo tocca una persona per migliorarla. Ognuno di noi può sperimentare l’azione dello Spirito Santo e quando si è “toccati”, la chiesa si risveglia e di conseguenza si riforma. Non possiamo avere riforma senza risveglio.

Neemia si presenta come il figlio di Acalia e siamo di fronte ad un servitore di Dio.

(Neemia 1:11) Signore, te ne prego, siano i tuoi orecchi attenti alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che vogliono temere il tuo nome; e concedi oggi, ti prego, successo al tuo servo, e fa' che egli trovi pietà presso quest'uomo".

Che tipo di servitore è Neemia? In questo testo vengono evidenziate quattro caratteristiche di Neemia

Prima caratteristica (Neemia 1:1-4): Neemia è attento ai bisogni del suo popolo al punto di versare le lacrime. Neemia si trova a Susa, residenza del re Artaserse, e prega per la ricostruzione delle mura Gerusalemme. In precedenza vi furono due tentativi di ricostruzione del tempio, ma questi andarono falliti (il primo fu ai tempi di Ciro il Grande e il secondo durante lo stesso regno di Artaserse). Neemia quindi s’interessa dello stato in cui versava il popolo d’Israele e non alle proprie cose, infatti chiese ad alcuni uomini che arrivarono da giuda

(Neemia 1:2-3) …Io li interrogai riguardo ai Giudei scampati, superstiti della deportazione, e riguardo a Gerusalemme. E quelli mi risposero: "I superstiti della deportazione sono là, nella provincia, in gran miseria e nell'umiliazione; le mura di Gerusalemme restano in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco"

Di fronte a questa risposta, Neemia (v.4) si sedette, pianse, e per molti giorni fu in grande tristezza. Digiunò e pregò davanti al Dio del cielo.

Che peso sentiamo per la nostra Italia o per la nostra città di San Severo? Dobbiamo avere un sentimento che ci identifica e ci collega alle persone che non stanno bene al punto di versare qualche lacrima, pregare e digiunare.

La seconda caratteristica di Neemia è di avere una conoscenza radicata della parola di Dio, e nella sua preghiera rivela sette caratteristiche di Dio.

(Neemia 1:5) "O SIGNORE, Dio del cielo, Dio grande e tremendo, che mantieni il patto e fai misericordia a quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti”

Dio è sovrano. Come possiamo chiedere qualcosa a Dio se non siamo convinti di questo?

Dio può ogni cosa. Neemia è convinto, nonostante le sconfitte che Israele subì, che Dio può ogni cosa.

Dio è fedele e mantiene i suoi patti, di conseguenza se Gli ubbidiamo, riceveremo le Sue benedizioni.

Dio è giusto. Neemia è una persona buona ed è un bravo servitore che ha il peso dell’opera del Signore, ma nonostante ciò s’identifica con il suo popolo non ritenendosi migliore degli altri. Il peccato ha un peso nelle nostre vite che spesso sminuiamo. Quando lo spirito di Dio è vicino al nostro cuore e ci lasciamo trasportare dall’azione dello Spirito Santo, siamo in grado di riconoscere il nostro peccato. Dobbiamo dare la giusta dimensione al peccato perché Dio è giusto e si aspetta da noi un pentimento.

(Neemia 1:6-8) siano i tuoi orecchi attenti, i tuoi occhi aperti per ascoltare la preghiera che il tuo servo ti rivolge adesso, giorno e notte, per i figli d'Israele, tuoi servi, confessando i peccati dei figli d'Israele: perché abbiamo peccato contro di te; abbiamo peccato io e la casa di mio padre. Abbiamo agito da malvagi contro di te, e non abbiamo osservato i comandamenti, le leggi e le prescrizioni che tu hai dato a Mosè, tuo servo. Ricòrdati della parola che ordinasti al tuo servo Mosè di pronunciare: 'Se sarete infedeli, io vi disperderò fra i popoli; ma se tornerete a me e osserverete i miei comandamenti e li metterete in pratica, anche se sarete dispersi negli estremi confini del mondo, io di là vi raccoglierò e vi ricondurrò al luogo che ho scelto per farne la dimora del mio nome'.

Con Dio è sempre possibile ripartire. Tante volte il popolo d’Israele ha peccato, ma Dio lo punisce e poi ristora. Dio vuole un popolo fedele perché la sua santità non ammette impurezza. Dio vuole una chiesa santa e non chiese che a causa della loro infedeltà non esistono più (cfr. Apocalisse). Dio non ammette l’ingiustizia, ma è pronto a ristorare chi è disposto a pentirsi e riconosce i propri sbagli per ripartire.

(Neemia 1:10) Essi sono tuoi servi, tuo popolo; tu li hai salvati con la tua grande potenza e con la tua forte mano.

Dio conosce i suoi figli. È bello pensare che il nome di chi ha creduto è scritto nel libro della vita. Dio conosce ciascuno di noi individualmente.

(Neemia 1:11) Signore, te ne prego, siano i tuoi orecchi attenti alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che vogliono temere il tuo nome; e concedi oggi, ti prego, successo al tuo servo, e fa' che egli trovi pietà presso quest'uomo".

Dio ha il controllo di ogni cosa. A volte si tenta di far ripartire un’opera mettendo in risalto se stessi. Al contrario, Neemia non pensava a se stesso e alla sua posizione sociale, ma il suo obiettivo era di glorificare il nome di Dio. Questo dev’essere il sentimento che per animare la nostra vita. Dio può darci le risposte pratiche per riportarci sulla giusta strada. Dobbiamo quindi trovare nuove energie e ripartire, in altre parole sentire il peso dell’opera del Signore.

Che possiamo fare nostre queste cose per migliorarci anche nella vita di Chiesa.

Continua…

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