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Un giorno particolare

Un giorno particolare

by Adino Genta
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26 marzo 2023
Lettura: Marco 10:46-52

Siamo sempre incoraggiati dalla Parola del Signore. Siamo convinti che questa mattina il Signore possa parlare ancora attraverso questa storia? Siamo immersi in una storia entusiasmante che ha dei risvolti tristi ed amare.

Il protagonista è Gesù, figlio di Davide, portatore di un regno completamente nuovo e diverso. Questa storia c’insegna nelle tristi vicende umane per portare una trasformazione e un radicale cambiamento nelle situazioni.

Sappiamo cosa significa essere cieco? Bartimeo non è un nome, ma vuol dire figlio di Timeo. Bartimeo non ha un nome proprio e lo si conosce con il nome di suo padre. Per Gesù questo cieco, senza nome, era importante. Tutti sono importanti per Gesù. Gesù è circondato da una moltitudine di persone ed è diretto verso Gerusalemme, verso quella che sarà la sua ultima meta.

Il cieco mendicava. Era emarginato e in preda alla solitudine, in preda e dipendente dagli altri in tutto e per tutto. Il cieco era seduto sul ciglio della strada e sta meditando sulla sua triste condizione, ma è un giorno particolare: Gesù il Nazareno sta passando. La fama della disponibilità di Gesù, della sua misericordia e della sua potenza, era giunta fino a lui, anche se povero, misero e cieco.

Tante volte il cieco ha desiderato di recarsi laddove Gesù operava con bontà e quella fu l’occasione per gridare con tutta la sua forza. È un grido di disperazione e di speranza di essere udito ed esaudito: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».

(Marco10:48-49) E molti lo sgridavano perché tacesse, ma quello gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». E molti lo sgridavano perché tacesse, ma quello gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»

La cosa bella è che Bartimeo è cosciente di essere un peccatore ancor prima di essere cieco. Gesù avverte che il suo bisogno è grande da farlo riuscire ad arrivare fino a lui, ma gli stessi discepoli cercano di bloccargli la strada. Il discepolo che blocca la strada verso il maestro è una triste contraddizione.

La fede di Bartimeo è piena di aspettative: getta via il mantello. Una stupenda azione.

(Marco 10:50-51) Allora il cieco, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. E Gesù, rivolgendosi a lui, gli disse: «Che cosa vuoi che ti faccia?» Il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io ricuperi la vista».

Qual è il bisogno di Bartimeo? Sa quello che vuole, ha la fede che osa e dice “mio maestro”. Un’espressione assoluta e incredibilmente verace. Riconosce in Cristo un’autorità assoluta e indiscutibile: “Voglio essere guarito”. Bartimeo recupera la sua dignità.

Quando siamo disponibili come Bartimeo? Cosa possiamo imparare oggi noi nel nostro tempo? Oggi attraverso la parola di Dio, lo Spirito Santo e la nostra testimonianza, Cristo passa dove in quel momento siamo. Cristo ascolta il nostro grido, la mia invocazione.

Grida a Gesù per ottenere una vita che non finirà mai. Grida se sei disperato. Egli ascolta. E se ci sono delle situazioni che ti fanno tacere, grida ancora più forte.

Hai le idee chiare di ciò che Dio chiede alla tua vita? Sei disposto a gettare quelle cose che ti fanno stare più vicino a Cristo?

(Giovanni 15:4) Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me.

Stai attento. Se sei già un suo discepolo, fai in modo che la tua vita non blocchi la via ad altri per andare a Gesù.

Ti sei mai chiesto cosa sarebbe stato se dopo il cieco fosse tornato a mendicare sul ciglio della strada? Sarebbe stata una tragedia, una penosa contraddizione.

Preghiamo gli uni per glia altri. Dichiariamolo, come figli di Dio, che non vogliamo tornare a mendicare e fare la vita di prima. Gesù ha ascoltato il nostro grido e si è reso disponibile per ciascuno di noi. Quale può essere la nostra risposta? Vogliamo seguirlo, servirlo e dare gloria al Suo nome.

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