Una gara da competere
- by LM
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01 giurno 2023
Lettura: I Corinzi 9:24-27
Gli atleti, per ottenere vittorie, si concentrano sul proprio obiettivo, ma dietro tutto questo c’è un duro lavoro di allenamento, di alimentazione e di concentrazione. Come figli di Dio abbiamo una gara da competere.
(I Corinzi 9:24-27) Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile. Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.
C’è l’immagine del sacrificio e del temperamento. Ci è mai capitato di ascoltare un intervista di un qualche grande campione? La risposta è che sono necessari sforzi, rinuncie e allenamenti continui. Tutti questi atleti hanno un obiettivo, una precisa missione. Come atleti di Cristo qual è la nostra missione? Vivere e amare Dio per la sua gloria. La nostra missione richiede grande ammaestramento e disciplina. Ci sono tre differenze tra una gara normale e la gara dei credenti.
La gara dei credenti è stata già vinta. Allora che gareggiamo a fare? Essendo consapevoli di questa grande vittoria, dobbiamo contribuire per questa grande vittoria? Tutti abbiamo ricevuto il premio: la sua grazia e il perdono dei peccati. Abbiamo questo grandissimo privilegio: di ricevere una corona incorruttibile. Tra tutti gli atleti (figli di Dio) non c’è competizione perché tutti contribuiscono per la gloria del regno di Dio. Abbiamo una missione in comune e non dobbiamo metterci in competizione per mettere in gioco sentimenti negativi che provengono dal nemico.
(Romani 8:37) Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.
(Romani 12:10) Quanto all'amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all'onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente.
Per correre questa gara ci saranno sacrifici da compiere. Paolo trattava duramente il suo corpo riducendolo in schiavitù. Un immagina chiara di sacrificio e di impegno. Persistere nel nostro obiettivo di piacere a Dio e quindi dire di no al peccato che vuole ostacolare la nostra gara. È come correre con un peso addosso. Il peso lo dobbiamo deporre su Cristo.
(Ebrei 12:1-2) Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
Una delle parti più importanti, oltre a deporre il nostro peso, è mantenere gli occhi sul traguardo. Restare concentrati è fondamentale. Uno dei motivi d’incoraggiamento è che Cristo è il perfezionatore della nostra fede, colui a cui possiamo porre tutta la nostra fiducia. Cristo è stato il primo atleta che sopportò il dolore sulla croce per aprire il traguardo della salvezza. Noi sperimentiamo questa grande gioia e privilegio.
Tante volte, umanamente parlando, ci capita di mollare, ma dobbiamo pensare che abbiamo una posta in gioco alta. Dobbiamo realizzare il bisogno profondo di Dio e non dobbiamo gettare la spugna. Dobbiamo dedicare il nostro tempo per la gloria di Dio. Il nostro allenamento è la preghiera, la meditazione della Sua Parola.