L'impazienza
- by AM
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21 settembre 2023
Lettura: Esodo 32:1-6
(Esodo 32:1-6) Il popolo vide che Mosè tardava a scendere dal monte; allora si radunò intorno ad Aaronne e gli disse: «Facci un dio che vada davanti a noi; poiché quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che fine abbia fatto». E Aaronne rispose loro: «Staccate gli anelli d'oro che sono agli orecchi delle vostre mogli, dei vostri figli e delle vostre figlie, e portatemeli». E tutto il popolo si staccò dagli orecchi gli anelli d'oro e li portò ad Aaronne. Egli li prese dalle loro mani e, dopo aver cesellato lo stampo, ne fece un vitello di metallo fuso. E quelli dissero: «O Israele, questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto!» Quando Aaronne vide questo, costruì un altare davanti al vitello ed esclamò: «Domani sarà festa in onore del SIGNORE!» L'indomani, si alzarono di buon'ora, offrirono olocausti e portarono dei sacrifici di ringraziamento; il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per divertirsi.
Nel primo verso il popolo d’Israele perde la pazienza perché Mosè tardava a scendere dal monte. Il popolo si aspettava che Mosè parlasse da parte del Signore, ma fu impaziente. Il popolo aveva dimenticato tutto: la liberazione, il mar rosso, le vittorie… tutto il bene che Dio aveva fatto per loro. Anche per noi è così. Siamo critici con il popolo d’Israele, ma quando ci troviamo in prove che durano nel tempo, perdiamo la pazienza e, come fece il popolo d’Israele, prendiamo noi l’iniziativa. Il popolo d’Israele si era costruito un dio comodo, muto. Anche noi ci costruiamo il nostro dio comodo: l’io, il denaro, il lavoro… mettendo da parte Dio.
Ci sono stati dei personaggi che hanno superato delle prove difficili che si sono prolungate nel tempo, e la Scrittura ci dice come comportarci. Il primo personaggio è la donna dal flusso di sangue.
(Marco 5:25-34) Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, e che molto aveva sofferto da molti medici e aveva speso tutto ciò che possedeva senza nessun giovamento, anzi era piuttosto peggiorata, avendo udito parlare di Gesù, venne dietro tra la folla e gli toccò la veste, perché diceva: «Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva». In quell'istante la sua emorragia ristagnò; ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita da quella malattia. Subito Gesù, conscio della potenza che era emanata da lui, voltatosi indietro verso quella folla, disse: «Chi mi ha toccato le vesti?» I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi come la folla ti si stringe attorno e dici: "Chi mi ha toccato?"» Ed egli guardava attorno per vedere colei che aveva fatto questo. Ma la donna paurosa e tremante, ben sapendo quello che era avvenuto in lei, venne, gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità. Ma Gesù le disse: «Figliola, la tua fede ti ha salvata; va' in pace e sii guarita dal tuo male».
Questa donna aveva un flusso di sangue da 12 anni e, secondo la legge, era considerata impura. Era un’emarginata. Per dodici anni ha sofferto, aveva sperperato tutto quello che aveva per guarire… dodici lunghi anni di silenzi assordanti. Dopo dodici anni c’è l’occasione della sua vita: passa il Messia e dopo dodici anni disse …se solo tocco le sue vesti. Una donna che aveva fede che l’avrebbe salvata e guarita: …è la tua fede che ti ha salvato. Un altro personaggio che non vacillò per pazienza è stato Abramo.
(Romani 4:18-22) Egli, sperando contro speranza, credette, per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Senza venir meno nella fede, egli vide che il suo corpo era svigorito (aveva quasi cent'anni) e che Sara non era più in grado di essere madre; davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo. Perciò gli fu messo in conto come giustizia.
Abramo vedeva il suo corpo svigorirsi, ma era convinto che ciò che il Signore gli aveva promesso, era in grado di mantenerlo… sperando contro speranza. Cosa vuole dirci la scrittura? Sperare contro speranza non significa altro sperare quando umanamente è impossibile. Lì dove ci sono i nostri limiti, inizia l’onnipotenza di Dio nei nostri confronti. Ciò che impossibile agli uomini è possibile a Dio (Luca). Samo convinti di sperare contro speranza?
(Romani 5:1-6) Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza. Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi.
È la nostra pazienza che ci porterà all’esperienza e l’esperianza ci porterà alla speranza. La bibbia è piena di brani che ci parlano di speranza.
(Matteo 12:18-21) Ecco il mio servitore che ho scelto; il mio diletto, in cui l'anima mia si è compiaciuta. Io metterò lo Spirito mio sopra di lui, ed egli annuncerà la giustizia alle genti. Non contenderà, né griderà e nessuno udrà la sua voce sulle piazze. Egli non triterà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, finché non abbia fatto trionfare la giustizia. E nel nome di lui le genti spereranno».
Come faccio a combattere l’impazienza?
(Salmo 37:7) Sta' in silenzio davanti al SIGNORE, e aspettalo; non adirarti per chi prospera nelle sue imprese, per l'uomo che ha successo nei suoi malvagi progetti.
Stare in silenzio significa non lamentarsi del continuo. A volte mettiamo i nostri pesi davanti a Dio. Le nostre lamentele possono offuscare i piani di Dio.
(Giobbe 38:1-2) Allora il SIGNORE rispose a Giobbe dal seno della tempesta, e disse: «Chi è costui che oscura i miei disegni con parole prive di senno?
Giobbe era ricco, sposato, stimato, aveva dei figli ed a un certo punto perde tutto… e poi si ammala e pure il Signore lo rimprovera. Aveva il diritto di lamentarsi Giobbe? Riflettiamo molto bene quando ci lamentiamo davanti a Dio e spesso del nulla. Stai in silenzio davanti al Signore e aspettalo.
Forse qualcuno sta aspettando e sta per prendere decisione sotto l’impulso dell’impazienza, ma Dio ci dice di continuare ad avere fede. Il Signore vuole ancora dirci spera contro speranza. In mezzo alle nostre tempeste, il Signore risponderà. A volte la risposta di Dio può essere sì, no o… aspetta.