Obesi?
- by D. Paradiso
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12 gennario 2023
Lettura: I Samuele 3
Chi parla lo fa per essere ascoltato, e chi ascolta lo fa per valutare chi parla: accettare o respingere ciò che ascolta. Noi che siamo i destinatari del messaggio di Dio, siamo chiamati ad ascoltarlo, e il messaggio ascoltato produce un effetto.
(I Samuele 3:10) Il SIGNORE venne, si fermò accanto a lui e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!» E Samuele rispose: «Parla, poiché il tuo servo ascolta».
Samuele è un ragazzo vissuto sempre nel tempio perché sua madre lo avevo già consacrato al servizio di Dio, avendolo richiesto come una risposta da parte di Dio. Samuele seguiva tutte le pratiche del tempio e aveva un grande rispetto per il sommo sacerdote Eli.
Ad un certo punto della sua vita, Samuele viene svegliato di notte e ascolta una chiamata: Samuele corre subito alla chiamata e va da Eli, il quale di fatto non lo aveva chiamato. Eli si rende conto che la chiamata di Samuele, è una chiamata che proviene dall’alto, e istruisce Samuele alla risposta.
Dio parla perché sa di essere ascoltato. Volendo o nolente noi ascoltiamo la voce di Dio. Anche coloro che non conoscono la sua parola possono conoscere e sapere di Dio, perché Egli parla anche attraverso il creato. Anche al tempo di Gesù, che è la Parola di Dio, la gente accorreva a Lui per ascoltarla ed era attratta dal messaggio e dal tono della voce. Noi siamo attratti da queste condizioni.
Riuscire a comunicare è un’impresa. Non sempre si è capaci di comunicare perché ciò richiede delle capacità e delle caratteristiche insite nella persona che sta comunicando. Anche nella vita cristiana è così.
(Filippesi 4:4) Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.
Quante volte non siamo allegri? La persona allegra si dispone verso l’ascoltatore in un modo diverso. Gesù era la Parola, e questa doveva essere comunicata. Molte folle lo seguivano perché nessuno parlò mai come questo uomo.
(Giovanni 7:46) Le guardie risposero: «Mai un uomo ha parlato così!»
Gesù comunicava ai suoi discepoli l’insegnamento del Padre. Oggi le folle si radunano dove c’è qualcuno che sa parlare e comunicare. Chi ascolta una bella comunicazione o un bel parlare, è attratto. Oggi siamo pieni di gente che impara e sa comunicare.
Anche i figli di Dio sono alla continua ricerca di chi ha un buon modo di parlare: cerchiamo il bravo predicatore che sa svegliare il nostro spirito, o si cercano predicatori che parlano e portare con più zelo il messaggio del vangelo. Elia voleva parlare con Dio a tutti i costi per portare le sue ragioni, ma alla fine fu Dio a parlare con Elia in un modo diverso da cui egli si aspettava.
C’è disponibilità ad ascoltare? Samuele, sapendo che era Dio che gli parlava, lasciò che Dio parlò: parla perché il tuo servo ascolta.
La voce di Dio lo chiamava a svolgere un servizio ben più importante rispetto a quello che svolgeva nel tempio (infatti Samuele si qualificò come servo e quindi in una condizione di inferiorità).
Una persona che vuole valutare un discorso, lo deve ascoltare. Spesso siamo distratti nella nostra vita da tante situazioni e problemi. L’ascolto è fondamentale in quasi tutti i profeti della Bibbia: Dio li chiamò, hanno ascoltato e hanno ubbidito. L’ascolto produce ubbidienza ovvero l’accettazione del messaggio.
(Ebrei 5:11-14) Su questo argomento avremmo molte cose da dire, ma è difficile spiegarle a voi perché siete diventati lenti a comprendere. Infatti, dopo tanto tempo dovreste già essere maestri; invece avete di nuovo bisogno che vi siano insegnati i primi elementi degli oracoli di Dio; siete giunti al punto che avete bisogno di latte e non di cibo solido. Ora, chiunque usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è bambino; ma il cibo solido è per gli adulti; per quelli, cioè, che per via dell'uso hanno le facoltà esercitate a discernere il bene e il male.
Una persona che mangia molto, diventa obeso. Oggi nella chiesa abbiamo tanti “obesi”, ovvero persone che ascoltano da tanto tempo e stanno sempre li ad ascoltare (perché edificati, nutriti), ma c’è solo ascolto. È come un cibo che viene dato, ma non fa crescere. Invece, un credente maturo, si muove, cammina, si rende conto di ciò che deve fare. Solo i bambini mangiano soltanto e non si muovano. C’è l’ascolto, ma manca l’ubbidienza.
Dio non vuole che diventiamo obesi e accumuliamo mille scuse per non esercitarci, ma vuole che mettiamo in pratica ciò che Dio ci dice. Oggi il mondo vive in una situazione di estremo pericolo. La gente ascolta, ma è sorda alla parola di Dio. Pensiamo di essere persone che hanno troppo da fare, ma la gente ha bisogno di ascoltare.
Il motivo e l’argomento giusto. La gente ha bisogno di ascoltare la parola di Dio e noi siamo chiamati ad essere portatori di questa parola. Dovremmo essere adulti e capacissimi, ma se non andiamo, non adempiamo la chiamata che Dio ci ha rivolto. Non siamo chiamati ad essere dei grandi profeti, ma buoni ministri della sua parola.