Cosa lasceremo?
- by EC
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19 febbraio 2023
Lettura: II Pietro 1:12-21
Nella prima lettera, Pietro parla della speranza viva ed invita il credente ad avere una condotta santa.
(I Pietro 5:8) Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.
La seconda lettera di Pietro è stata scritto verso il 67 d.C. e oggi è attuale più che mai. Pietro parlerà della conoscenza che è in Cristo Gesù alla quale noi siamo chiamati, alle virtù che Dio elargisce ai credenti. Conoscere Dio, significa impegnarsi e ciò comporta avere determinate caratteriste, come visto nel capitolo primo della prima epistola.
(II Pietro 1:9) Ma colui che non ha queste cose è cieco oppure miope, avendo dimenticato di essere stato purificato dei suoi vecchi peccati.
Impegno per progredire, ma c’è un esortazione: i credenti non erano saldi nella verità. Come mai?
(II Pietro 1:12-25) Perciò avrò cura di ricordarvi continuamente queste cose, benché le conosciate e siate saldi nella verità che è presso di voi. E ritengo che sia giusto, finché sono in questa tenda, di tenervi desti con le mie esortazioni. So che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come il Signore nostro Gesù Cristo mi ha fatto sapere. Ma mi impegnerò affinché dopo la mia partenza abbiate sempre modo di ricordarvi di queste cose.
Anche se conosciamo la parola di Dio, dimentichiamo di viverla. Pietro paragona l’esistenza della propria vita ad una tenda, che è l’immagine del pellegrino o del viandante. (Giovanni 21:18-19). Pietro sa che, se anche deve partire, vuole lasciare qualcosa affinché questi credenti ricordassero.
Per il credente si parla di partenza quando il Signore lo chiamerà a se. La partenza comporta il conoscere una destinazione. La partenza è un punto in cui ci sarà un arrivo e un’entrata nel regno del nostro Signore Gesù Cristo. La partenza non è un fine, ma l’inizio di un qualcosa che ha una destinazione. L’apostolo Pietro si prende la “licenza” di lasciare qualcosa a questi credenti. Quando il Signore ci chiamerà, che ricordo lasceremo? Cosa lasceremo ai posteri?
(II Pietro 1:16) Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà.
La vita Cristiana non si basa su favole inventate. Pietro oltre ad essere un testimone oculare, ha anche udito insieme a Giacomo (Matteo 17:1-11). Pietro rimase impressionato dall’udire che ha sconvolto la sua vita.
(II Pietro 1:19-21) Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori. Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo.
Pietro vuole dire che il mondo è preso del peccato, e tutto il mondo vive nell’oscurità. La Parola dev’essere la luce affinché voi potete guardare per non inciampare mai. Una lampada, la parola di Dio, per essere guidati nei luoghi oscuro… fino al giorno in cui non ce ne sarà bisogno.
Fino allora però bisognerà stare attenti. Nessuna profezia viene dà un’interpretazione personale. All’epoca c’erano dei falsi dottori e anche oggi, nei nostri ambiti esiste questo. Degli uomini hanno parlato da parte di Dio, e Pietro lascia una testimonianza profonda e precisa: gli uomini che hanno scritto da parte di Dio, erano sospinti dallo Spirito Santo.