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Iairo, un uomo educato da Cristo alla salvezza

Iairo, un uomo educato da Cristo alla salvezza

by Gino Vairo
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03 maggio 2020
Lettura: Marco 5:21-43

 

Iario era un uomo religioso che in qualche modo aveva una sua visione di Dio. Lo ritroviamo nei tre vangeli sinottici e, in questi brani, possiamo constatare la pazienza illimitata di Dio, la stessa che ha avuto con ciascuno di noi. Vediamo inoltre la pedagogia del Signore Gesù che porterà poi Iario alla salvezza. Non possiamo analizzare tutti i dettagli di questo brano straordinario, ma possiamo tracciare le caratteristiche di quest’uomo.

Iairo viveva a Capernaum, una città di confine, imponente, di circa 40.000 abitanti che ospitava una delle maggiori sinagoghe più importanti al tempo del Signore Gesù. Gesù fece tante cose in questa città: predicò il sermone del pane della vita che Lo riguardava (Giovanni 6:22), compì molti miracoli su persone possedute, guarì la suocera di Pietro, guarì il servo del Centurione, guarì un paralitico e tante altre cose. Il nome Capernaum significa graziosa o consolazione, ed era una città che in tanti modi e in tante maniere aveva ricevuto tanta consolazione dalla presenza del Signore Gesù.

Iairo aveva una famiglia e l’unica figlia di 12 anni. In apparenza, Iairo faceva la sua vita normale, viveva tranquillo. Era capo della Sinagoga e quindi faceva parte del collegio degli anziani e, dal punto di vista sociale, aveva responsabilità in ambito politico, culturale e religioso tradizionalista (si fondava sulla legge). Inoltre era anche un notabile, un uomo ricco. Un uomo che non aveva nulla da chiedere alla sua vita. Un uomo felice.

È interessante notare, nei tre passi dei vangeli, tre dettagli importanti di Iairo. Il primo dettaglio è che in Matteo 9:18 va ad inginocchiarsi davanti al Signore Gesù, mentre nel brano di Marco lo vediamo ai piedi di Gesù. Luca riporta che pregava con insistenza il Signore Gesù. Che cosa portò quest’uomo, che in apparenza non gli mancava niente, ai piedi del Signore Gesù?

Gesù era il nemico dichiarato dei Giudei perché metteva a nudo tutto il religiosismo e le forme esteriori inutili del giudaesimo. C’era quindi un grosso problema nella vita di Iairo, era disperato, angosciato perché aveva una figlia morente. Come genitori possiamo immaginare la sofferenza di Iairo a tal punto di dimenticare la sua posizione per inginocchiarsi ai piedi di Gesù, e ciò gli poteva costare l’espulsione dalla sinagoga e la conseguente perdita della sua posizione di prestigio con tutti i benefici che ne derivavano.

A Iairo non importa ciò. La nostra vita è precaria perché basta un nonnulla per capovolgere la nostra “tranquillità” quando succedono delle situazioni che possono mettere in evidenza tutta la nostra fragilità, le nostre debolezze e i nostri limiti umani.

Iairo stava attraversando una situazione delicata della sua famiglia che mette in evidenza la sua fragilità. Dal suo modo di reagire, sembrerebbe che Iario sia un uomo spirituale perché si va ad inginocchiare ai piedi di Gesù, ma in realtà aveva una conoscenza sbagliata di Cristo perché lo aveva racchiuso nei suoi schemi.

Nelle difficoltà si vede realmente chi siamo. Quando tutto va bene, è facile mascherarci e far vedere certi aspetti della nostra vita, ma quando ci accadono delle cose difficili, viene fuori quello che siamo. Lì si vedrà la nostra vera natura di credenti. Se la nostra relazione con Dio che abbiamo costruito è forte allora la nostra fiducia si basa completamente su Dio, altrimenti è una fiducia di facciata, una relazione fatta solo di legami fragili.

È fondamentale costruire bene il nostro rapporto con Dio. Non dobbiamo avere crepe nella nostra relazione con Dio. La scrittura ci ricorda che nella vita ci saranno dei momenti di sofferenza, anche con motivazioni diverse, e quindi abbiamo bisogno di costruire una relazione con Dio solida.

In questo brano viene fuori tutta la fragilità di Iairo, la verità secondo la quale siamo acqua versata in terra (2 Samuele 14:14), siamo come vapore che passa (Giacomo 4:14). Questa è la nostra realtà e la nostra fragilità di credenti, e certe situazioni possono atterrirci e scoraggiare, quindi conta molto come abbiamo costruito la nostra vita spirituale e la relazione che abbiamo con Dio. Queste situazioni faranno vedere chi realmente siamo e su cosa appoggia la nostra vita.

Iario racchiude Gesù in schemi precisi, come se Gesù fosse il suo amuleto da tirare fuori nel momento del bisogno. Iario aveva dimenticato una grande lezione che aveva già ricevuto: una grande testimonianza dal centurione per la guarigione del suo servo (Luca 7:1-3). In questi versi notiamo che alcuni anziani di Capernaum andarono da Gesù per chiedergli di guarire il servo del centurione, e Iario era proprio uno degli anziani. O Iairo era lì, oppure sicuramente gli raccontarono ciò che Gesù fece al servo del centurione.

Iario, pur ricevendo questa lezione, la dimentica. Quando dimentichiamo delle lezioni, il Signore c’è le ripete. Gesù ripete la lezione a Iairo perché è misericordioso, lento all’ira e di grande benignità.

 A questo punto il racconto si divide in due parti:

Compare una donna che aveva una perdita di sangue da dodici anni, una donna che nel suo cuore aveva una visione diversa di Gesù rispetto a quella di Iairo. La donna, aveva sentito parlare del Signore Gesù e in cuor suo diceva (v. 28) «Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva». E così avvenne. La donna venne guarita per la sua fede, e Iario ricevette ancora questa lezione di fede.

Nel frattempo vennero alcuni dalla casa di Iairo con questo messaggio: (v.35) «Tua figlia è morta; perché incomodare ancora il Maestro?»

Nella vita di tutti gli uomini il Signore permette delle interferenze. Ci sono due tipologie interferenze: quelle che permette il Signore e poi ci sono quelle che vengono dal nemico e che hanno come scopo quello di allontanarci, di scoraggiarci, di farci vedere le cose con gli occhi della razionalità e non con gli occhi della fede.

L’interferenza che subisce Iario e di lasciare perdere tutto perché sua figlia era morta, non c’era più niente da fare. Il Signore permette questa interferenza perché ha uno scopo principale nella vita di Iairo: la salvezza delle anime.

La stessa situazione che stiamo attraversando (Covid-19) è un giudizio di Dio e non dobbiamo aver paura di affermarlo. È un giudizio che Dio permette con un duplice scopo: uno scopo verso la sua chiesa che si è raffreddata, che da tutto per scontato, che perde di zelo. L’altro scopo di Dio è quello di attirare delle anime a Lui (Romani 1:18) L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia. I giudizi di Dio hanno lo scopo di attirare e di salvare le anime che sono sulla strada della salvezza.

Allo scoraggiamento che subisce Iairo, di lasciare perdere perché sua figlia era morta e non c’era più niente da fare, seguono le parole di Gesù (v.36) «Non temere; soltanto continua ad aver fede!».

In qualunque situazione tu possa trovarti, il Signore dice di non temere, di continuare ad avere fede, di mettere la tua vita e il tuo futuro nelle Sue mani. Forse stiamo attraversando un momento difficile, di malattia, ma Dio ti dice di non temere e di avere fede in Lui. Non ti scoraggiare.

Iario si trova davanti a due strade: la strada della logica, di lasciar perdere perché sua figlia era morta, o la strada della fede, fidarsi delle parole del Signore Gesù Cristo. Anche noi possiamo trovarci in questi bivi, fidarci della logica umana o fidarci di Dio.

Iario fa la sua scelta. Quando giungono a casa, Iairo riceve ancora un’altra interferenza. Il Signore dice (v.39) «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». C’era una ragione logica per cui piangevano: la bambina era morta! La reazione dei presenti fu quella di deridere Gesù. Un’interferenza determinata dal maligno, che vuole distogliere l’attenzione di Iairo.

Anche quando noi parliamo della nostra fede, veniamo derisi, perché la nostra è la fede nell’Iddio Onnipotente, nel Signore dei cieli e della terra, di Colui che può ogni cosa e che può cambiare le situazioni.

Il Signore allontana tutti dalla casa e resta solo Iairo, la moglie e la bambina. Bastono due parole di Gesù (v. 41): «Talità cum!» che tradotto vuol dire: «Ragazza, ti dico: àlzati!». La bambina risuscitò.

La fede permette a Dio di fare delle cose straordinarie nella nostra vita. Abbiamo bisogno di fidarci di Dio ogni istante della nostra vita. Il giusto vivrà per fede. Ogni giorno dobbiamo rinnovare la nostra fiducia in Dio.

Dio è glorificato al massimo in noi quando noi siamo al massimo soddisfatti di Dio. Quando siamo soddisfatti di Dio, Dio trae il massimo della Sua gloria attraverso la nostra vita. Che possiamo essere pienamente soddisfatti in Dio.

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