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Confida in Dio

Confida in Dio

by Davide Galano
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31 maggio 2020
Lettura: Matteo 6:25-34

 

Come possiamo confidare in Dio? Alcuni definiscono il XXI secolo come il secolo della paura, e tanti vogliono che venga superato velocemente l’anno in corso. Tanti sono preoccupati e prendono farmaci per liberarsi dalle paure e calmare le loro ansie, ma dobbiamo tener presente che c’è differenza tra preoccupazione e prendersi cura di qualcosa. Prendersi cura di qualcosa ci spinge all’azione, mentre la preoccupazione aggrava il nostro spirito e anche il nostro corpo, senza trovare la soluzione. È come tenere premuto il pedale dell’acceleratore e contemporaneamente quello della frizione: si resta fermi e si consuma carburante inutilmente.

Non esiste alcun medico in grado di offrire una ricetta o un medicinale contro la preoccupazione, ma come credenti, sappiamo, che la medicina per la preoccupazione la troviamo nella Parola di Dio. La Parola di Dio azzera le nostre preoccupazioni.

Gesù, alcune settimane prima di pronunciare il sermone sul monte, sulle rive del lago di Galilea invitò alcuni uomini a seguirlo che divennero poi sui discepoli. I discepoli avevano tanti dubbi: dovevano lasciare le loro famiglie, il loro lavoro di pescatori, e quindi erano preoccupati. I discepoli sapevano inoltre che Gesù non offriva loro del denaro e che non si preoccupava mai. Gli chiesero: qual è il segreto della felicità?

(Matteo 6:25-34) «Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: "Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?" Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.

Non siate in ansia per il domani, perché il domani stesso porta con sé delle nuove preoccupazioni.  Sono sufficienti i problemi di oggi. Gesù infatti rimproverò i suoi discepoli perché vivevano ed avevano un corpo, e se Dio è stato capace di creare il corpo umano in cui vivevano, non è forse in grado di provvedere ai cibi e ai vestiti? Quando siamo depressi o preoccupati pensiamo alla potenza di Dio e al miracolo che ci ha fatto. Allora riconosceremo che Egli ha cura di noi abbondantemente.

Un servo di Dio raccontava che una sera non riusciva a prendere sonno perché aveva tante preoccupazioni, ma Dio gli ricordò di dormire tranquillo perché sarà Lui a restare sveglio durante la notte al suo posto. Spesso diamo per scontato il dormire, lo svegliarci, il riprendere la giornata e il ricominciare tutto di corsa, ma questo che stiamo attraversando è un momento di rilassamento in cui dobbiamo fermarci e rivedere tante cose.

La nostra preghiera dovrebbe essere:  “Dio, dacci la serenità di accettare ciò che non si può cambiare e il coraggio di cambiare ciò che va cambiato, e la sapienza di discernere tra l’uno e l’atro, e dare le giuste priorità. La parola priorità l’abbiamo dimenticata e azzerata perché si correva troppo nel fare tutto ciò che si aveva in programma nella giornata, ma Gesù afferma che Dio s’interessa personalmente di noi.

Guardate gli uccelli (v.26). Dio nutre gli uccelli anche se non sono in grado di guidare un trattore, o arare il terreno, andare su una mietitrebbia e tanto meno non sono in grado di costruirsi scorte di grano. Dio provvede ogni giorni per loro. Gesù insegnò ai discepoli, quando gli chiesero di insegnare loro a di pregare, queste parole: “dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Osservate come crescono i gigli della campagna (v.28). I fiori sanno dipingere i loro petali? Dio li veste con uno splendore straordinario. Una persona fece una scommessa con un suo amico che coltivava dei fiori che vendeva, e vendeva anche dei fiori finti. Questi fiori finti erano praticamente uguali a quelli veri, ma scommise di riconoscere da lontano i fiori veri da quelli finti. Così il fioraio mise i fiori finti in un vaso e quelli veri in un altro. Dopo qualche minuto, riconobbe i fiori veri, da una distanza notevole, perché notò un insetto che si è posò sui fiori (si posa sempre sui fiori veri). Dio ci ha rivestiti come questi fiori e si prende cura di noi nella vita di tutti i giorni.

Una missionaria Europea che si trovava in Giappone, non gradiva il cibo orientale e avrebbe preferito un buon pranzo europeo, non gradiva essere seduta a terra con le gambe incrociate e voleva il suo letto morbido. Era travolta da questa situazione e voleva tornarsene in Olanda. Una sera, in un incontro di riunione, vide un uomo su una sedia a rotelle. Alla fine dell’incontro chiese a quell’uomo cosa avesse sulle sue gambe: era tutto il vangelo di Giovanni tradotto in lingua braille per due sorelle di cui una era affetta da tubercolosi oltre che da cecità. Le mani di quest’uomo potevano fare tutto questo lavoro, e Dio ha manifestato il servizio in quest’uomo. La missionaria, all’ascolto di questa testimonianza, non ebbe più pietà di se stessa, ma si vergognò, perché si era lamentata di cose futili. Questo esempio fu, per questa missionaria, una medicina per aiutare chi sta’ peggio. Dio provvede il necessario e non il superfluo. Dio non risponde alle nostre preghiere se chiediamo il superfluo.

(Mt 6:33) Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.

Qual è il tuo rapporto con Dio? Questo rapporto è determinante per poter vincere o perdere nelle circostanze avverse che ci sono nella vita. Quando Dio conduce lungo la strada i credenti, non li conduce mai con delle "scarpe rotte", ma Dio ci dà delle "scarpe forti". Basta avere un giusto rapporto con Dio per veder manifestata la Sua potenza nel nostro cuore e nel nostro servizio per Lui. E allora vedremo la vittoria.

Nel tempo in cui stiamo vivendo (Covid-19) s’invoca il risveglio della chiesa. Tanti pensano che le chiese sono chiuse, ma lo sono i locali perché Dio ha riportato la chiesa nella famiglia perché si deve preparare. Io devo essere il risveglio nella mia famiglia, e tante famiglie che si sono risvegliate, quando poi ritorneranno nella chiesa, produrranno il risveglio della chiesa. Il risveglio non viene dall’alto o da una predicazione bella o da un bel canto, anche se sono cose buone, ma deve partire da noi il voler fare ciò che Dio ci chiede.

Noi siamo una tenda spirituale che trova rifugio sotto le ali di Dio. Siamo al sicuro perché intorno a questa tenda, anche se arriva satana, non può entrare, perché questa tenda ha delle pareti forti nella lode, nel ringraziamento, nelle promesse di Dio. Sono pareti meravigliose, e se ci accade qualcosa quando usciamo fuori da questa tenda, non è un caso, ma è la volontà di Dio che permette determinate cose nella nostra vita. Dio ci vuole vittoriosi, ma prima di ogni vittoria, bisogna affrontare una battaglia che non si vince senza combattimento, nella paura e nelle preoccupazioni, ma va affrontata con la potenza e la vittoria di Cristo.

(Giovanni 10:21) Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi».

Quando satana sente questo “mando voi”, ha paura, si preoccupa perché noi siamo in azione. Invece se ci preoccupiamo per il domani portiamo il peso di oggi e di domani, il peso di due giorni. Lo Spirito Santo non ci dà tutto il programma di tutta nostra vita, ma solo i momenti che ci stanno davanti. Dio conosce tutto di noi e s’interessa di noi, mettendo a posto ogni cosa nel modo giusto per fare un disegno stupendo.

Nel momento in cui usciamo dalla tenda della grazia di Dio, della preghiera, della meditazione della Parola di Dio, Satana ci attacca. Se Satana ci attacca, ha vinto già a metà la battaglia, perché il Signore ha detto di fuggire da satana. Il Signore Gesù, quando venne tentato da satana, replicò con le parole “sta scritto”, e possiamo dirlo anche noi.

(Efesini 6:10-13) Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.

Preoccuparsi quindi vuol dire portare un peso da soli, ma prendersi cura del problema vuol dire abbandonarlo ai piedi del Signore.

(Ebrei 13:5) «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò».

Quando ci preoccupiamo aggraviamo anche il nostro spirito, invece quando ci prendiamo cura siamo spinti all’azione. In tanti brani biblici troviamo l’affermazione “non temere”. La preoccupazione non produce nulla di buono perché non siamo più capaci di pensare e di vedere chiaramente la strada da percorrere.

Viviamo in un’epoca di velocità crescente in cui è facile essere trascinati dalla massa e dal materialismo, ma ora è arrivato il tempo di rallentare. Non c’era tempo per chiamare o prendersi un caffè, ma dobbiamo amarci col Suo stesso amore, continuare a rispettarci. Questo è un momento di riflessione in cui dobbiamo accontentarci di ciò che abbiamo.

(Filippesi 4:1-11-12) Non lo dico perché mi trovi nel bisogno, poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo. So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza.

Perché l’apostolo Paolo si era accontentato? Perché aveva imparato a vivere nell’abbondanza e nella povertà, ad essere sazio e ad avere fame. Molte volte questi versetti li conosciamo bene e sappiamo anche dove sono collocati, ma nella vita pratica quante volte ricordiamo queste verità? L’apostolo Paolo, ha potuto anche affermare:

(Filippesi 4:13) Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica.

E anche quando Paolo chiese per tre volte di essere guarito dalla spina che portava nel fianco, la risposta di Gesù è stata questa: “la mia grazia ti basta”. Paolo aveva ancora qualcosa da imparare, e se Dio gli diede la grazia di accettare questa sua condizione, questa doveva essere la sua gioia. Dio è pronto a portare con noi la nostra sofferenza, la nostra preoccupazione, la nostra ansia.

Qualunque cosa accade, Dio è con noi.

(II Corinzi 9:8) Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona.

Dio è potente e fa abbondare. Ricordate il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci? Quando tutti vennero saziati, alla fine, Gesù comandò ai discepoli di raccogliere tutti gli avanzi. Il Signore abbonda, ma attenzione a non sperperare quello che Lui ci provvede. Dio provvede tutto quello che ci è necessario.

Tanti si accontentano delle “TRE S”: salvato, seduto e soddisfatto. Dio non vuole questo, ma che confidiamo in Lui e non dimentichiamo i suoi doni. Non abbiamo ricevuto solo la salvezza, ma siamo stati salvati per servirlo, per una crescita e una consacrazione costante.

Se nella chiesa si è salvati, seduti e soddisfatti, non arriverà alcun risveglio. Oggi è tempo di servirlo (al posto di seduto). Confida e affidati in Dio. Riconosci che Dio può tutto e con Lui vincerai. Le preoccupazioni arriveranno, ma dobbiamo saper rispondere. Quando satana bussa, mandiamo Dio ad aprire. Quando arriva la preoccupazione, preghiamo, così Dio aprirà la porta e satana fuggirà. Quando siamo sotto la tenda di Dio, nella Sua volontà, è la miglior cosa, perché Dio ci dà sempre il meglio, anche nella sofferenza. Nella sofferenza abbiamo sempre qualcosa da imparare, e nella gioia possiamo ringraziare il Signore. Che possiamo incoraggiarci gli uni gli altri con la Sua Parola, per la comunione che abbiamo con Lui. Che Dio consoli i nostri cuori e ci dia la forza di mettere in pratica ciò che ha voluto insegnarci.

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