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Siano con tutti voi

Siano con tutti voi

by AR
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02 agosto 2020
Lettura: II Corinzi 13:13 – Numeri 6:23-26

(II Corinzi 13:13) La grazia del Signore Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

L’apostolo Paolo scrive queste parole ad una chiesa da lui fondata nel suo secondo viaggio missionario. Vi permane per 18 mesi per istruire e far crescere questa comunità di credenti. All’interno di questa chiesa vi erano divisioni, orgoglio, scandali e addirittura processi tra i credenti stessi (II Corinzi 12:20). Questa chiesa aveva aperto le porte a falsi apostoli (II Corinzi 11:4 - II Corinzi 11:13) che si erano travestiti da apostoli di Cristo, e si era messa contro lo stesso Paolo.

L’apostolo Paolo, nonostante la chiesa gli andava contro, usa una benedizione per tutti. Parole che benedicono il popolo di Dio.

L’apostolo Paolo conosceva bene le scritture dell’antico testamento e quindi aveva in mente la benedizione di Dio che troviamo nella legge, quella ordinata a Mosè e ai sacerdoti per benedire il popolo d’Israele. L’apostolo Paolo ha quindi in mente questa formula dell’antico testamento, un’invocazione di una benedizione sul popolo d’Israele, e sono parole suggerite da Dio a Mosè:

(Numeri 6:23-26) «Parla ad Aaronne e ai suoi figli e di' loro: "Voi benedirete così i figli d'Israele; direte loro: 'Il SIGNORE ti benedica e ti protegga! Il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio! Il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!'".

Una triplice benedizione per il popolo d’Israele che Paolo attualizza nel nuovo testamento: il Dio dell’antico testamento, ora, si è rivelato in Cristo Gesù. L’unico Dio è rivelato nelle tre persone della trinità.

Che cosa augura l’apostolo Paolo alla chiesa? Notiamo tre frasi di cui ciascuna legata ad una persona della trinità. Innanzitutto c’è la grazia del Signore Gesù Cristo, poi c’è l’amore di Dio e infine c’è la comunione dello Spirito Santo. Sono tre cose fondamentali delle quali nessun cristiano può farne a meno. Come cristiani potremo fare a meno di tante cose, ma queste tre cose sono le più importanti della vita di un credente.

Notiamo inoltre che in questa affermazione di Paolo vi è un ordine di successione. Infatti la grazia è al primo posto perché, senza di essa, non avremmo potuto conoscere né l’amore di Dio e né la comunione dello Spirito Santo.

La grazia del Signore Gesù Cristo.  Forse, ci verrebbe di pensare all’amore di Gesù Cristo, ma Paolo scrive la grazia del Signore Gesù Cristo, perché la cosa più importante legata a Gesù Cristo è la grazia. In greco, grazia, è chàris, significa un favore immeritato, dono, beneficio. Quindi possiamo parafrasare la frase con il dono immeritato o il beneficio del Signore Gesù Cristo per noi. Per la sua grazia siamo stati perdonati, riscattati e risparmiati.

C’è un primo parallelismo tra “la grazia del Signore Gesù” e la prima benedizione rivolta al popolo d’Israele “il Signore ti benedica e ti protegga”. Come ci protegge la grazia? Che relazione c’è tra grazia e protezione?

La grazia la riceve un condannato a morte e, ai tempi dell’apostolo Paolo, il concetto di grazia era molto forte. Qual è la cosa principale per un condannato a morte? È la grazia. Noi tutti un tempo eravamo condannati a morte per i nostri peccati, ma la grazia del Signore Gesù Cristo ci ha liberati.

Negli evangeli troviamo la storia di un condannato a morte giustamente: Barabba. Barabba significa figlio di suo padre, e in alcuni manoscritti, il suo nome risulta essere Gesù Barabba. Il popolo doveva scegliere chi condannare a morte: da un lato vi era Gesù figlio di suo padre (Barabba) e dall’altro vi era Gesù il figlio di Dio.

Barabba è stato un omicida, uno zelota che combatteva contro i romani, e il vangelo di Giovanni ci dice che era anche un ladrone. Barabba si aspettava la condanna a morte, ma succede quello che non si sarebbe mai aspettato: è libero perché al posto suo è morto Cristo. Questa è stata una delle più grandi ingiustizie della storia, ma rimane nel vangelo perché ci ricorda che noi tutti eravamo dei “barabba”, condannati a morte nei nostri falli e nei nostri peccati, ma la grazia di Cristo ci ha liberati e risuscitati.

La notte della pasqua per Israele, della decima piaga d’Egitto, il popolo venne liberato e protetto dalla distruzione, e la differenza la fece il sangue dell'agnello con il quale segnarono gli stipiti e l’architrave della loro casa. Io vedrò il sangue e passerò oltre (Esodo 12:13). Il sangue di Gesù è sull’architrave della tua vita? Se si, allora sei protetto. La sua grazia ci ha segnati e quindi siamo protetti. Il sangue di Gesù è la protezione dalle insidie del diavolo nella nostra vita.

(I Giovanni 5:18) Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca.

L’amore di Dio il Padre lo possiamo correlare a “il Signore faccia risplendere il tuo volto su di te”. Come ti sta guardando Dio? Quando abbiamo ricevuto la grazia di Cristo, la prima cosa che abbiamo sperimentato è l’amore di Dio.

Dio fa risplendere il suo volto è l’espressione che Dio che ti ama. Dal momento in cui siamo amati dall’amore di Dio, vuol dire che non siamo più condannati e siamo figli di Dio.

(Giovanni 1:12) ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome,

Siamo tutte creature di Dio, ma c’è differenza nel dire che siamo tutti figli di Dio. Il figlio di Dio è colui che crede in Gesù Cristo e acquisisce il diritto di essere chiamato figlio di Dio. Dio ci ama e ci da il diritto di essere suoi figli. Noi nati di nuovo da Dio, abbiamo ricevuto amore e siamo adottati come figlio di Dio. Siamo parte della famiglia di Dio e eredi in Gesù Cristo. Il Signore ha fatto splendere il suo volto sopra di te.

L’amore di Dio prevede anche la sua giustizia di Dio. Va sottolineato perché alcuni predicano delle eresie attraenti riguardo all’ amore di Dio, ma per conoscere l’amore d Dio è necessario sperimentare la grazia di Gesù Cristo oppure un giudizio per chi la rifiuta.

(Giovanni 3:18) Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

L’ultimo parallelismo è “la comunione dello Spirito Santo” con “ti dia la pace”. Quando si diventa figlio di Dio per la grazia in Cristo Gesù, si sperimenta l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo. Una successione che si prova in un istante.

Il termina greco di comunione è “Koinonìa”, ma vuol dire anche partecipazione, contribuzione, unione, far del bene e comunicazione. Lo Spirito Santo ti partecipa la presenza di Dio. Quando comprendi un passo della Parola di Dio è il Signore che te l’ha comunicato.

Il Signore ti dia la pace, se non c’è pace, non c’è comunione con lo Spirito di Dio. La comunione con Dio ha come conseguenza la pace, diversamente devi metterti in comunione con Dio.

(Filippesi 4:7) E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

Anche quando ci sono tanti problemi, è la pace di Dio che va oltre la razionalità e ci fa essere in pace. Il Signore ti benedica e ti dia la pace. A volte cadiamo, sbagliamo e conserviamo dei sentimenti di amarezza, ma dobbiamo ritrovare la comunione con Dio per mezzo dello Spirito Santo.  

(Efesini 4:20) Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione.

La comunione con lo Spirito Santo mantiene la pace anche in mezzo la tempesta. La pace è partecipata dalla Koinonìa dello Spirito Santo.

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