Dalla paura alla gioia
- by TP
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03 settembre 2020
Lettura: II Cronache 20
A seguito di un rimprovero che il re Giosafat ricevette da Ieu, questi gli riconobbe che il re aveva fatto delle cose buone. Successivamente, il re Giosafat, si trovò ad affrontare un momento difficoltoso perché i Moabiliti, gli Ammoniti e i Maoniti stavano marciando contro il re Giosafat per fargli guerra. Ciò divenne un’opportunità per il re Giosafat di ricercare il vero Dio.
(II Cronache 19:3) …Tuttavia si sono trovate in te delle buone cose, poiché hai fatto sparire dal paese gli idoli di Astarte, e hai applicato il tuo cuore alla ricerca di Dio.
(II Cronache 20:3-4) Giosafat ebbe paura, si dispose a cercare il SIGNORE, e bandì un digiuno per tutto Giuda. Giuda si radunò per implorare aiuto dal SIGNORE, e da tutte quante le città di Giuda venivano gli abitanti a cercare il SIGNORE.
Il re Giosafat ebbe paura! Questo può accadere anche a noi nel nostro vivere quotidiano: avere paura.
La preghiera di Giosafat è simile alla preghiera del re Salomone
(II Cronache 20:9) "Quando ci cadrà addosso qualche calamità, spada, giudizio, peste o carestia, noi ci presenteremo davanti a questa casa e davanti a te, poiché il tuo nome è in questa casa; a te grideremo nella nostra tribolazione, e tu ci udrai e ci salverai".
(I Re 8: 33-34) Quando il tuo popolo Israele sarà sconfitto dal nemico per aver peccato contro di te, se torna a te, se dà gloria al tuo nome e ti rivolge preghiere e suppliche in questa casa, 34 tu esaudiscilo dal cielo, perdona al tuo popolo Israele il suo peccato, e riconducilo nel paese che dèsti ai suoi padri.
Il re Giosafat aveva paura dei nemici che gli stavano muovendo guerra. Anche oggi satana affligge i credenti, e questo deve portarci, come Giosafat, a ricercare Dio.
Poter parlare con Dio è una cosa preziosa, ed il credente dovrebbe avere lo sguardo sempre rivolto verso Dio. Oggigiorno stiamo attraversando un periodo di carestie, malattie, questioni economiche. Questa potrebbe essere la nostra paura.
Quello che colpisce in questo brano è che alla fine c’è gioia. Non bisogna cercare il Signore solo nei momenti di paura, ma bisogna avere sempre lo sguardo rivolto verso Gesù, perché siamo diventati figli del Dio altissimo.
Gesù è venuto su questa terra facendosi uomo (Filippesi 2:18), divenendo simile a noi. Egli può quindi simpatizzare con noi anche nelle nostre paure, malattie, dolori e fatiche, ma dobbiamo ricercarLo sempre.
(Salmo 34:4-5) Ho cercato il SIGNORE, ed egli m'ha risposto; m'ha liberato da tutto ciò che m'incuteva terrore. Quelli che lo guardano sono illuminati, nei loro volti non c'è delusione.
Il re Giosafat bandisce un digiuno, e l’intero popolo di Giuda si radunò per implorare l’aiuto di Dio.
(II Cronache 20:4) Giuda si radunò per implorare aiuto dal SIGNORE, e da tutte quante le città di Giuda venivano gli abitanti a cercare il SIGNORE.
Perché cercare il Signore? Perché il Signore ci ascolta e ci viene in soccorso (v.9). In ogni situazione, è fondamentale avere una ricerca personale e intima con Dio.
A volte cadiamo nello scoraggiamento e non troviamo la forza per aprire il nostro cuore davanti a Dio. Il re Giosafat, la prima cosa che fece fu quella di pregare Dio. Non facciamo fede quindi sulle nostre forze e capacità. La chiesa non dev’essere un luogo dove ostentare la spiritualità, ma un luogo dove si devono aprire i nostri cuori davanti a Dio e portare le nostre preoccupazioni, le nostre paure, le nostre afflizioni e i nostri interrogativi che ci scoraggiano. Gesù ci dà la forza per guardare ed andare avanti.
(II Cronache 20:12) Dio nostro, non vorrai giudicarli? Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!
La forza del credente è nel fissare lo sguardo su Dio, ed un credente dovrebbe sempre avere lo sguardo rivolto verso il Signore.
L’apostolo Paolo (II Timoteo 4:10), parla di un uomo, Dema, il quale lo abbandonò per tornare ad amare il mondo. Questo accade quando si guarda indietro anziché Dio. È una trappola pericolosa.
(Luca 9:57-61) Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: «Io ti seguirò dovunque andrai». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». Ed egli rispose: «Permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va' ad annunciare il regno di Dio». 61 Un altro ancora gli disse: «Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salutare quelli di casa mia».
Chi guarda indietro non è adatto al regno di Dio. La moglie di Lot, per voltarsi divenne una statua di sale.
Anche i credenti possono incontrare paure e difficoltà, ma il loro sguardo dev’essere sempre fisso su Gesù. Egli è pronto a fortificarci in ogni faccenda quotidiana. Egli è l’esempio da guardare. I credenti devono avere lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù (Filippesi 2:5-11).
(Atti 7:55-56) Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio».
Stefano, durante il suo martirio, aveva gli occhi fissi il cielo. Avremmo noi la stessa forza di Stefano che ebbe in questa circostanza?
Quando siamo nelle difficoltà ricordiamo che Gesù simpatizza con noi e possiamo accostarci con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno (Ebrei 4:16)
Quando siamo vulnerabili, Gesù ci soccorre e ci rinnova le forze. Oggi nel XXI secolo è molto più difficile, ed è per questo che dobbiamo avere gli occhi fissi su Gesù.
(II Cronache 20-23) La mattina seguente si alzarono presto e si misero in marcia verso il deserto di Tecoa; mentre si mettevano in cammino, Giosafat, stando in piedi, disse: «Ascoltatemi, o Giuda, e voi abitanti di Gerusalemme! Credete nel SIGNORE, vostro Dio, e sarete al sicuro; credete ai suoi profeti, e trionferete!» E dopo aver tenuto consiglio con il popolo, stabilì dei cantori che, vestiti dei paramenti sacri, cantassero le lodi del SIGNORE e, camminando alla testa dell'esercito, dicessero: «Celebrate il SIGNORE, perché la sua bontà dura in eterno!»
Appena cominciarono i canti di gioia e di lode, il SIGNORE tese un'imboscata contro i figli di Ammon e di Moab e contro quelli del monte Seir che erano venuti contro Giuda; e rimasero sconfitti. I figli di Ammon e di Moab assalirono gli abitanti del monte Seir per votarli allo sterminio e distruggerli; e quand'ebbero annientato gli abitanti di Seir, si diedero a distruggersi a vicenda.
Quale fu il segreto della vittoria del popolo d’Israele? Fu quella di cantare dei canti di gioia e di lode al Signore. La loro paura si tramutò in gioia. Questo è un grande esempio per noi e ce ne sono tanti.
(Ebrei 12:1-2) Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
Avere quindi gli occhi fissi su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.
Dovremmo avere uno spirito di riconoscenza verso Cristo perché ci ha salvati, ci ha fatto grazia, ci soccorre al momento opportuno, ci rinnova le forze e ci da il coraggio e la vittoria in tutto quello che può succedere nella nostra vita. Egli è sempre con noi.
Ci saranno tante difficolta, ma il discepolo di Cristo è incoraggiato dalla grande schiera di testimoni.
Deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù.