Umanamente deboli
- by TP
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05 novembre 2020
Lettura: I Re 19:9-15
Sono dei versi di grande incoraggiamento. Quando siamo nello sconforto, dobbiamo riconoscere la nostra fragilità perché siamo uomini. Elia era in una situazione simile alla nostra. Era in fuga da Izebel perché voleva ucciderlo. Elia quindi ha paura, ha perso l’orizzonte e non sente più la voce di Dio. Si dirige quindi nel deserto.
(I Re 19:4) «Basta! Prendi la mia anima, o SIGNORE, poiché io non valgo più dei miei padri!»
Elia, nel deserto, chiede a Dio di morire. Questo deve farci riflettere perché, anche un grande profeta come Elia, si trova in una grande debolezza.
Anche questa periodo che stiamo vivendo, alcuni di noi sono stati colpiti dal Covid-19, e questo ha determinato in loro la debolezza, ma allo stesso tempo la grandezza di Dio.
(I Re 19:5) Poi si coricò, e si addormentò sotto la ginestra. Allora un angelo lo toccò, e gli disse: «Àlzati e mangia».
(I Re 19:7) L'angelo del SIGNORE tornò una seconda volta, lo toccò, e disse: «Àlzati e mangia, perché il cammino è troppo lungo per te
Dopo aver chiesto di morire, un angelo per ben due volte lo tocca e gli dice ad Elia di alzarsi e mangiare. Quali ingredienti c’erano in quella focaccia per dare tanta forza ad Elia per camminare quaranta giorni nel deserto?
Dopo aver camminato, Elia entra in una spelonca dove gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: Che fai qui Elia?
Dio sta ricordando ad Elia, in altre parole, che non è solo. E questo Dio lo dice anche a ciascuno di noi: non siamo soli.
Ti senti chiuso in una grotta? Hai paura? Oggi le paure sono tante (ammalarsi, perdere il lavoro, per le nostre famiglie). Anche il credente è fragile, ma Dio gli è sempre vicino.
Elia aveva perso l’orizzonte, l’obiettivo di quello che avrebbe dovuto compiere per Dio. Ha paura! La stessa paura che forse viviamo oggi.
(I Re 19:11-12) Dio gli disse: «Va' fuori e fermati sul monte, davanti al SIGNORE». E il SIGNORE passò. Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce davanti al SIGNORE, ma il SIGNORE non era nel vento. E, dopo il vento, un terremoto; ma il SIGNORE non era nel terremoto. E, dopo il terremoto, un fuoco; ma il SIGNORE non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un mormorio di vento leggero.
Un vento impetuoso… …un terremoto… …un fuoco… …, ma quando Elia udì il mormorio di un vento leggero, come se lo accarezzasse, ascolta la voce di Dio che gli dice: Che fai qui, Elia?
Questa è la stessa domanda che dobbiamo porci: cosa stiamo facendo? Quanti di noi stanno attraversando un momento di debolezza o di paura?
(salmo 78:35-38-39) e si ricordavano che Dio era la loro rocca, che il Dio altissimo era il loro liberatore… …Ma egli, che è pietoso, perdona l'iniquità e non distrugge il peccatore. Più volte trattenne la sua ira e non lasciò divampare tutto il suo sdegno, ricordando ch'essi erano carne, un soffio che va e non ritorna.
Dio ci ama, ci perdona e si ricorda che siamo polvere. Tutto quello che succede è nelle mani di Dio.
Quando Adamo peccò Dio lo andò a cercare e gli disse: dove sei? (Genesi 3).
Possiamo attraversare momenti di paura, ma abbiamo in noi la presenza di Dio che non ci farà mai sentire soli.
Elia dopo essere stato incoraggiato, Dio gli dice di ritornare a fare la strada del deserto.
(I Re 19:15) Il SIGNORE gli disse: «Va', rifa' la strada del deserto, fino a Damasco;
Elia doveva affrontare nuovamente il deserto arido, ma lo affronta con la consapevolezza che Dio è al suo fianco.
(Isaia 6:8) Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò? E chi andrà per noi?» Allora io risposi: «Eccomi, manda me!»
L’imperativo è “và”. Oggi ci sentiamo prigionieri, non possiamo vederci e cantare inni di lode ed aprirci se abbiamo dei problemi con i nostri fratelli, con la paura di sentirci soli.
(Aneddoto della signora anziana che aspettava Dio)
C'era una volta, un'anziana signora, che passava in pia preghiera molte ore della giornata. Un giorno, sentì la voce di Dio che le diceva: "Oggi verrò a farti visita". Figuratevi la gioia e l'orgoglio della vecchietta. Cominciò a pulire e lucidare, impastare e infornare dolci. Poi, indossò il vestito più bello e si mise ad aspettare l'arrivo di Dio. Dopo un po', qualcuno bussò alla porta. La vecchietta corse ad aprire. Ma, era solo la sua vicina di casa, che le chiedeva in prestito un pizzico di sale. La vecchietta la spinse via: "Per amore di Dio, vattene subito, non ho proprio tempo per queste stupidaggini! Sto aspettando Dio, nella mia casa! Vai via!". E sbattè la porta in faccia alla mortificata vicina. Qualche tempo dopo, bussarono di nuovo. La vecchietta si guardò allo specchio, si rassettò e corse ad aprire. Ma chi c'era? Un ragazzo infagottato in una giacca troppo larga, che vendeva bottoni e saponette da quattro soldi.
La vecchietta sbottò: "Io sto aspettando il buon Dio. Non ho proprio tempo. Torna un'altra volta!". E chiuse la porta sul naso del povero ragazzo. Poco dopo, bussarono nuovamente alla porta. La vecchietta aprì e si trovò davanti un vecchio cencioso e male in arnese. "Un pezzo di pane, gentile signora, anche raffermo... E se potesse lasciarmi riposare un momento qui sugli scalini della sua casa", implorò il povero. "Ah, no! Lasciatemi in pace! Io sto aspettando Dio! E stia lontano dai miei scalini!", disse la vecchietta stizzita. Il povero se ne partì zoppicando e la vecchietta si dispose di nuovo ad aspettare Dio. La giornata passò, ora dopo ora. Venne la sera e Dio non si era fatto vedere. La vecchietta era profondamente delusa. Alla fine, si decise ad andare a letto. Stranamente, si addormentò subito e cominciò a sognare. Le apparve in sogno il buon Dio che le disse: "Oggi, per tre volte sono venuto a visitarti, e per tre volte non mi hai ricevuto".
La vita di ognuno di noi è intessuta di attese. Si tratta di una esperienza importante e di grande valore educativo. Consapevole di ciò, la Chiesa ha fissato un tempo per ravvivare questo 'stato' fondamentale nella vita del cristiano: il tempo dell'Avvento. La storia sottolinea che Dio è sempre sorprendente... è possibile incontrarlo in tanti modi, ma in modo particolare nelle persone che ci avvicinano tutti i giorni.
A volte anche noi perdiamo l’orizzonte e ci chiudiamo nella nostra paura e non diamo ascolto più alla voce di Dio. Dobbiamo avere uno spirito non di paura e di timidezza, ma che rafforza la nostra vita.