Salvati per portare frutto
- by SP
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19 novembre 2020
Lettura: Giovanni 15:1-17
Un brano molto caro a quanti tra noi sono stati o sono contadini, semplice nella sua formulazione, ma profondo e complesso nel suo significato spirituale. Da tanto tempo ormai aleggia nella mia mente un pensiero: “Tu non sei salvato per non fare nulla! Sei stato riscattato per essere una fonte di benedizione per gli altri e in ogni aspetto della tua vita”.
Questa realtà riguarda ogni singolo figlio di Dio e c’incoraggia nella consapevolezza di essere entrati a far parte del meraviglioso piano che Dio aveva preparato prima della fondazione del mondo!
Prima di addentrarci nell’analisi del brano, è doveroso dare un occhio al contesto del brano che abbiamo davanti. Questo brano s’inserisce all’interno di un discorso molto più ampio iniziato da Gesù al cap. 13, subito dopo aver lavato i piedi ai discepoli. In questo discorso che terminerà al cap. 16 v. 33, Gesù fornirà ai discepoli le linee guida e le istruzioni per affrontare le sfide che essi dovranno affrontare dopo la Sua ascesa al cielo.
Vediamo brevemente, quali sono queste linee guida:
1. L’amore reciproco e l’umiltà nei loro rapporti (Giovanni 13). Gesù, lavando i piedi ai discepoli aveva lasciato loro un grande esempio di umiltà e inoltre istituisce un nuovo comandamento: amarsi gli uni gli altri. Questi due principi costituiscono la base per un formidabile “gioco di squadra”, sono i cardini sui quali ogni cristiano deve improntare la propria vita cristiana nella chiesa locale così come sarà ribadito anche nelle varie epistole successivamente.
2. La consapevolezza del ritorno di Cristo (Giovanni 14). La tristezza e il dolore provenienti dall’ascesa al cielo del Signore, sarebbero stati bilanciati dalla certezza che Egli non li “avrebbe lasciati orfani” (Giovanni 14:8).
3. La guida dello Spirito Santo (Giovanni capitoli 14-16). Il vuoto lasciato da Gesù sarebbe stato colmato dallo Spirito Santo, definito il “Consolatore”. Egli avrebbe loro insegnato ogni cosa, ricordato le parole di Gesù (producendo consolazione) e guidato in tutta la verità.
4. Dimorare in Gesù (Giovanni 15).
Questo è, in sintesi, il contesto nel quale s’inserisce il passo oggetto di riflessione. La verità centrale è che tutti coloro che appartengono a Cristo devono portare molto frutto. Siamo stati salvati per essere fruttuosi, produttivi per la Gloria di Dio!
Il presupposto del portare frutto è essere attaccati alla vite! In questi versi abbiamo diverse figure attraverso le quali Gesù spiega questo concetto.
(Giovanni 15:1-3) Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunciata.
Gesù si presenta come la “vera vite”, mentre, Dio padre, è il vignaiuolo. Alla vite sono attaccati dei tralci che portano frutto ed altri no. Dio taglia e getta via i tralci infruttuosi e pota quelli fruttuosi affinché portino maggior frutto.
(Isaia 5:1-7) Io voglio cantare per il mio amico il cantico del mio amico per la sua vigna. Il mio amico aveva una vigna sopra una fertile collina. La dissodò, ne tolse via le pietre, vi piantò delle viti scelte, vi costruì in mezzo una torre, e vi scavò uno strettoio per pigiare l'uva. Egli si aspettava che facesse uva, invece fece uva selvatica. Ora, abitanti di Gerusalemme e voi, uomini di Giuda, giudicate fra me e la mia vigna! Che cosa si sarebbe potuto fare alla mia vigna più di quanto ho fatto per essa? Perché, mentre mi aspettavo che facesse uva, ha fatto uva selvatica? Ebbene, ora vi farò conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: le toglierò la siepe e vi pascoleranno le bestie; abbatterò il suo muro di cinta e sarà calpestata. Ne farò un deserto; non sarà più né potata né zappata, vi cresceranno i rovi e le spine; darò ordine alle nuvole che non vi lascino cadere pioggia. Infatti la vigna del SIGNORE degli eserciti è la casa d'Israele, e gli uomini di Giuda sono la sua piantagione prediletta; egli si aspettava rettitudine, ed ecco spargimento di sangue; giustizia, ed ecco grida d'angoscia! Peccati d'Israele e suoi castighi
In questo brano, è interessante notare che Dio considera Israele come la Sua vigna che è stata oggetto delle Sue cure e attenzioni. Dio si aspettava del frutto, ma ha trovato in Israele “spargimento di sangue e grida d’angoscia” anziché “rettitudine e giustizia”.
In Cristo, invece abbiamo il compimento della volontà di Dio padre! Cristo è la vera vite in cui Dio ha trovato il frutto e di quantità maggiore rispetto alla “vigna” di Israele. Nonostante ciò, alcuni tralci possono essere infruttuosi.
Tre verità emergono da questi primi tre versi:
1. Cristo è l’essenza di ogni cosa. Egli è la fonte della produttività, il senso di ogni cosa, la risposta ad ogni domanda, il fondamento sul quale si può costruire qualcosa di eterno! È interessante notare come l’espressione: “io sono la vera vite” si colleghi nel suo significato profondo con tutte le altre affermazioni fatte da Gesù su stesso: “Io sono il pane della vita”, “Io sono l’acqua della vita”, “Io sono luce del mondo”, “Io sono il buon pastore”, “Io sono la porta”, “Io sono la via, la verità e la vita”. Questo significa che se l’uomo ignora la centralità del Signore Gesù, non potrebbe avere altro destino se non quello di essere come dei tralci gettati nel fuoco.
2. Per portare frutto bisogna essere attaccati alla vite. Questo significa che, affinché la vita dell’uomo possa essere fruttuosa per il Signore, è necessario essere in comunione con Cristo. Instaurare questa relazione personale ed unica con Lui. Per essere in comunione con Gesù occorre donare il proprio cuore a Lui! Bisogna convertirsi a Lui, confessando il proprio peccato e credendo in Lui con tutto il proprio cuore. Questo porta ci porta a considerare che quando vediamo le persone di questo mondo prosperare, non significa che stiano avendo una vita fruttuosa! Se cadiamo in questo inganno, allora fermiamoci e riflettiamo come fece Asaf! (Salmo 73). Sei realmente attaccato alla vite? Sei nato di nuovo? Appartieni a Cristo? Sei un salvato? Sei un vero Cristiano?
3. Essere attaccati alla vite è condizione necessaria, ma non sufficiente per portare frutto. Il fatto di essere dei figli di Dio non deve ingannarci, non abbiamo raggiunto nessun traguardo, piuttosto, abbiamo iniziato un nuovo cammino insieme al Signore Gesù. Non portiamo frutto semplicemente perché siamo attaccati alla vite, siamo chiamati a qualcosa in più. Essere credenti è solo la base per avere una vita fruttuosa! E qui arriviamo al 2° punto…
La condizione del portar frutto è dimorare in Cristo.
(Giovanni 15:4-10) Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli. Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore.
Dimorare traduce una parola che dal greco ha diversi significati tra cui abitare, rimanere e stare. Dimorare in Gesù è un concetto che allude alla comunione che dobbiamo avere con Cristo! Siamo chiamati ad abitare in Lui, a rimanere in Lui, a stare in Lui. L’apostolo Giovanni, svilupperà questo concetto in tutta la sua prima epistola!
(I Giovanni 2:6) …chi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò.
Anche l’apostolo Paolo, nelle sue epistole, riprenderà il concetto di dimorare.
(Colossesi 2:1-7) Desidero infatti che sappiate quale arduo combattimento sostengo per voi, per quelli di Laodicea e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona, affinché siano consolati i loro cuori e, uniti mediante l'amore, siano dotati di tutta la ricchezza della piena intelligenza per conoscere a fondo il mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti. Dico questo affinché nessuno vi inganni con parole seducenti; perché, sebbene sia assente di persona, sono però con voi spiritualmente, e mi rallegro vedendo il vostro ordine e la fermezza della vostra fede in Cristo. Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui; radicati, edificati in lui e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondate nel ringraziamento”.
Dimorare in Cristo presuppone da parte nostra un’azione attiva, infatti, nei passi appena letti, si afferma che dobbiamo camminare in Lui, essere radicati in Lui ed edificati in Lui.
Sono azioni che ci fanno capire che dev’esserci un impegno da parte nostra per rimanere, stare ed abitare in Cristo, e non un qualcosa di automatico che avviene dopo la conversione.
Dimorare in Gesù significa trascorrere del tempo con Lui per conoscerlo maggiormente ogni giorno. Cristo è la fonte di ogni sapienza ed intelligenza, la chiave di ogni cosa (in ogni ambito, settore, materia e argomento si troverà sempre e solo Cristo). Egli è veramente l’alfa e l’omega.
Nella misura in cui noi passiamo del tempo con Gesù, saremo trasformati sempre di più secondo la Sua volontà. Non dobbiamo però credere che il nostro miglioramento e/o trasformazione dipenda dallo sforzo e l’impegno che noi mettiamo, ma dal fatto che Gesù opera in noi e attraverso di noi tramite l’opera dello Spirto Santo perché stiamo dimorando in Lui.
In altre parole, è per la comunione che abbiamo in Dio attraverso la scrittura, la preghiera e vivendo praticamente come ci ha insegnato, potremo dire come l’apostolo Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Galati 2:20).
Dimorare in Cristo non è qualcosa di aleatorio o astratto, ma molto pratico. Significa fare delle scelte, astenersi da cose che non piacciono a Dio, fare dei principi divini il proprio stile di vita, coinvolgere Gesù in tutti gli ambiti della nostra vita, ma per fare tutto ciò, dobbiamo passare del tempo ai piedi di Gesù, attingere dalla Sua persona! In sintesi vivere con Cristo e per Cristo.
(I Tessalonicesi 4:3-7) Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli stranieri che non conoscono Dio; che nessuno opprima il fratello né lo sfrutti negli affari; perché il Signore è un vendicatore in tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e dichiarato prima. Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione.
Il nuovo testamento è ricco di insegnamenti pratici per vivere una vita cristiana gradita al nostro Signore! (Efesini capitoli 4 a 6, Colossesi 3, II Pietro 1).
Dimorare è un’azione attiva da parte nostra perché, a causa della nostra natura peccaminosa che ci spinge ad essere inclini al male, andiamo controcorrente nel momento in cui cerchiamo di vivere come piace a Dio.
Nessuno di noi naturalmente riuscirebbe a vivere secondo gli insegnamenti della Parola o ad essere migliore di ciò che si è, e se effettivamente abbiamo qualcosa di buono in noi, non è per i nostri meriti!
(Giovanni 8:36) Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.
Questo sicuramente è un verso che ha attinenza con l’essere attaccati alla vite, quindi con il concetto della salvezza, ma se non dimoriamo in Cristo, facilmente le vecchie catene del peccato possono avvolgerci.
Più dimoriamo in Cristo, più Egli dimora in noi, nel senso che può operare nella nostra vita tramite lo Spirito Santo. Più dimoriamo in Gesù, più siamo oggetto delle cure di Dio Padre!. Egli pota tutti i tralci fruttuosi, affinché continuino a portar frutto!
In sostanza, tutti i cristiani che dimorano in Cristo, sono un investimento nell’opera di Dio!
Due verità emergono dall’analisi appena effettuata:
La prima è che il tempo speso con Gesù è un investimento per la nostra vita. Solo se dimoriamo in Gesù possiamo portare molto frutto per la gloria di Dio! Solo se dimoriamo in Gesù la nostra vita assume un significato, un senso e acquisisce uno scopo. Solo dimorando in Gesù potremo essere produttivi e utili per l’opera di Dio. Diversamente non potremo far nulla. Non illudiamoci di poterci “santificare” o compiere le opere di Dio tramite i nostri sforzi o tramite la carne. Tutto ciò che è umano in noi non ci permette di adempiere alle cose spirituali.
(Galati 3:3) Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne?
Se non dimoriamo in Gesù non saremo utili per l’opera di Dio, proprio come i tralci che Dio taglia e getta nel fuoco. Questa figura riassume il fatto che Dio, non potendo operare in noi attraverso lo Spirito Santo, non può utilizzarci. Inoltre si dimostra di non essere attaccati alla vite. Dimorare in Gesù è una dimostrazione di perseveranza nel cammino intrapreso, ed è prova della nuova nascita.
(I Giovanni 3:6;9) Chiunque rimane in lui non persiste nel peccare; chiunque persiste nel peccare non l'ha visto, né conosciuto… …chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio.
La seconda verità che emerge è che dimorare in Gesù è la garanzia per vedere Dio all’opera nella nostra vita. Infatti, nel momento in cui noi dimoriamo in Gesù, siamo oggetto delle cure e delle attenzioni di Dio perché rappresenteremo un investimento nella Sua opera. Questo significa che potremo avere molte più occasioni di vedere Dio operare miracoli nella nostra vita. Realmente saremo un canale di benedizione per gli altri!
Gesù afferma che è venuto per donarci una vita esuberante (Giovanni 10)! Non secondo il nostro concetto umano di avere un bel conto in banca o altro, ma Egli vuole darci la pienezza delle benedizioni celesti che saziano realmente la nostra anima!
Domandiamoci: Stiamo avendo comunione con Gesù? Come stiamo investendo la nostra vita cristiana? Stiamo vivendo una religione o una fede reale nel Dio vivente e vero?