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Unità e santità

Unità e santità

by GP-AR
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02 aprile 2020
Lettura: Filippesi 1

Qual è la regione per cui Paolo ha scritto questi due versi? Nonostante egli fosse in prigione ad Efeso scriveva alla chiesa di Filippi. Paolo è grato e gioioso di pregare per la chiesa di Filippi, nonostante una condizione non ideale.

Anche noi siamo ci troviamo in una condizione di chiusura forzata e ciò c’impedisce di avere una vita regolare ed una certa libertà, ma oggi, a differenza di Paolo, abbiamo una libertà maggiore. Paolo doveva far ricorso ai suoi ricordi della chiesa di Filippi e questi gli provocavano gioia.

Il primo incoraggiamento è che non dobbiamo concentrarci su ciò che ci sembra difficile, ma coltivare pensieri positivi nonostante le sfide. Il ringraziamento è la base. Siamo parte di una stessa famiglia per incoraggiarci e tenerci in contatto e la possibilità di poter comunicare liberamente, è un morivo di ringraziamento. Vediamo il lato positivo nelle cose.

(v. 4)  e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia

Paolo pregava con gioia e aveva un coinvolgimento emotivo e personale. Paolo pregava per la chiesa di Filippi perché erano fermi nella loro fede. La nostra attitudine, affinché possiamo gioire, è perché siamo fermi nella fede e pregare perché nessuno possa dubitare di questo.

(v. 6) E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

Dobbiamo avere la convinzione, inoltre, che Dio ha iniziato in noi un’opera buona. Dio sta lavorando in ciascuno di noi. La preghiera di Paolo e la certezza di avere una completa fiducia che Dio può ogni cosa.

(v. 9) E prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento,

Paolo prega affinché l’amore dei credenti abbondi. Dobbiamo quindi pregare per la conoscenza non solo intellettiva, ma personale di Dio. Siamo costretti a stare in casa e questa è un’occasione per spendere più tempo alla presenza di Dio. È un dono prezioso che abbiamo quello di leggere, pregare, riflettere e cercare di conoscere il Dio che ci ha salvato.

Paolo prega affinché i credenti abbiano discernimento. Dobbiamo abbandonare le cose tossiche della nostra vita. Oggi i social hanno un’influenza enorme sulla nostra vita, ma siamo chiamati a discernere i messaggi negativi da quelli che sono edificanti.

Come può usarci Dio? La nostra vita dev’essere un esempio di frutti di giustizia.

(vv. 10-11) perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

Dobbiamo essere quindi d’incoraggiamento e spronarci gli uni gli altri.

(vv.27-30) Soltanto, comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede del vangelo, 28 per nulla spaventati dagli avversari. Questo per loro è una prova evidente di perdizione; ma per voi di salvezza; e ciò da parte di Dio. 29 Perché vi è stata concessa la grazia, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, 30 sostenendo voi pure la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e nella quale ora sentite dire che io mi trovo.

L’esortazione che voglio lasciarvi è di essere un esempio, di comportarci in modo degno del vangelo e restare fermi in uno stesso spirito combattendo insieme come chiesa: unità, santità e medesimo animo per il progredire del vangelo. Ciò fa parte del piano di Dio per la grazia che ci è stata concessa.

Dio utilizza e vuole che simpatizziamo in questo momento la Sua gloria. Siamo chiamati ad essere una luce nelle tenebre. La salvezza non è quella fisica, ma lo è dell’anima, e noi dobbiamo portare questa speranza certa al mondo. È una certezza che nessun medico può dare e dobbiamo viverla intensamente. Sono i tempi migliori perché la gente ascolta. Dobbiamo quindi essere veramente testimonianza forte con ciò che abbiamo a disposizione. Adesso abbiamo tempo per  condividere l’evangelo. Non ci sono scuse.

Unità e santità ci devono caratterizzare come chiesa, ma singolarmente devono renderci riconoscibili per essere luce in un mondo senza luce.


Riflessione Apocalisse 22:5 (AR)

L’ultimo capitolo è l’ultimo messaggio della Bibbia, ed è un messaggio glorioso. Nel capitolo precedente si parlerà dei nuovi cieli e della nuova terra e della nuova Gerusalemme celeste. Questo verso completa la visione della Gerusalemme celeste.

Possiamo affermare che c’è una somiglianza tra il primo e l’ultimo capitolo della Bibbia: la bibbia inizia con un paradiso e finisce con un paradiso, ma il nuovo paradiso non è il vecchio paradiso ritrovato, ma è il paradiso di Dio, ai quali vi potranno accedere solo i peccatori salvati per grazia.

(v. 3) Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo serviranno

(v 4) vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte.

Non ci sarà più notte. non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.

Sono parole già citate da Giovanni (Apocalisse 21:23) e nella visione del profeta (Isaia 60:1,3,19-21) in cui si parla della futura gloria di Gerusalemme, la cui descrizione gloriosa si avvererà nella perfetta città di Dio.

Un testo che ci parla della gloria di Dio e del futuro glorioso del popolo di Dio che abiterà la perfetta città di Dio.

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