Dio non dimentica
- by AR
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11 febbraio 2021
Lettura: Testi vari
Il giorno della memoria è una ricorrenza internazionale, designata dalla risoluzione 60/7 del 01 novembre 2005 dell’assemblea generale delle nazioni unite, che si celebra il 27 gennaio per commemorare le vittime dell’olocausto.
Scrive Primo Levi: «L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria».
C'è una responsabilità nel dimenticare e altrettanto nel ricordare.
È interessante notare che il verbo ricordare (ebraico zakhar), nelle sue varie sfumature, ricorre nella bibbia 169 volte e, di solito, ha come soggetto Dio o Israele.
(Genesi 1:16-17) Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».
Un aneddoto racconta che Adamo, mentre mangiava il frutto dell’albero proibito, quando gli arrivò in gola si ricordò di ciò che Dio gli aveva comandato.
La conseguenza di questa dimenticanza, lo sappiamo tutti, è stata drammatica. Questo deve farci riflettere che la responsabilità dell’uomo nel ricordare è intesa come un obbligo laddove la dimenticanza è giudicata una colpa.
Se mi ricordassi di cosa ho mangiato in un qualsiasi giorno, verrei paragonato ad un computer, ma se dimenticassi il mio proprio nome, la condizione verrebbe giudicata patologica. Non posso dimenticare di essere sposato, ma se non ricordassi il giorno dell’anniversario del matrimonio, è probabile che il mio coniuge non la prenderebbe bene.
Ricordare è un processo di identificazione che attua la nostra capacità di continuare a raccontare la nostra propria storia e quindi la nostra identità.
(Esodo 2:23-25) Durante quel tempo, che fu lungo, il re d'Egitto morì. I figli d'Israele gemevano a causa della schiavitù e alzavano delle grida; e le grida che la schiavitù strappava loro salirono a Dio. Dio udì i loro gemiti. Dio si ricordò del suo patto con Abraamo, con Isacco e con Giacobbe. Dio vide i figli d'Israele e ne ebbe compassione.
Il popolo d’Israele, in questa circostanza, era in una crisi identitaria. Il fatto che alzavano delle grida che in realtà erano dei gemiti deve farci riflettere sul fatto che il popolo d’Israele si era dimenticato di Dio (ormai da oltre 400 anni soggiornava in Egitto come straniero e schiavo).
Al contrario della memoria del popolo d'Israele che lo condusse in una crisi identitaria, Dio si ricordò del suo patto con Abraamo, con Isacco e con Giacobbe.
Se analizziamo tutto il libro del Deuteronomio si evidenzia il lungo arco di tempo che separa il popolo d’Israele dalla sua origine. Notiamo inoltre una serie di discorsi pronunciati da Mosè alla fine dei 40 anni che il popolo d’Israele trascorse nel deserto. Il deuteronomio è il libro biblico che sviluppa la teologia biblica del ricordo, e il popolo d'Israele doveva sempre confrontarsi con il tempo fondante della propria origine e della propria storia come la storia della salvezza (in te saranno benedette tutte la nazioni della terra).
(Deuteronomio 4:9-10) Soltanto, bada bene a te stesso e guàrdati dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste, ed esse non ti escano dal cuore finché duri la tua vita. Anzi, falle sapere ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli. Ricòrdati del giorno che comparisti davanti al SIGNORE, al tuo Dio, in Oreb, quando il SIGNORE mi disse: «Radunami il popolo e io farò loro udire le mie parole, perché essi imparino a temermi tutto il tempo che vivranno sulla terra e le insegnino ai loro figli»
(Deuteronomio 5:15) E ricordati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto e che l’Eterno, il tuo DIO, ti ha fatto uscire di là con mano potente e con braccio steso; perciò l’Eterno, il tuo DIO, ti ordina di osservare il giorno di sabato.”
Dio comanda al suo popolo di come vivere, del fatto che era stato schiavo in Egitto e di ricordarsi di ciò ch’Egli aveva fatto per loro.
Anche noi dobbiamo ricordarci che l’opera di Dio ci ha salvato dai nostri peccati e dell’opera passata di Dio per noi. La fede non è un castello costruito in aria, ma è fondata su ciò che Dio ha fatto per noi fino ad oggi. Dobbiamo avere una fede forte e ricordarci costantemente di tutte le opere che l’Eterno ha fatto per noi.
(Salmo 103:1) Benedici, anima mia, il SIGNORE; e tutto quello ch'è in me, benedica il suo santo nome. Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici.
Quando non ricordiamo, allora ci allontaniamo da Dio e questo sfocia nella ribellione. Il popolo d’Israele, quando usci dall’Egitto e si trovò nei pressi del mar rosso e già aveva dimenticato la salvezza che Dio aveva operato in loro favore.
(Salmo 106:7) I nostri padri in Egitto non compresero i tuoi prodigi; non ricordarono le tue numerose benedizioni, e si ribellarono presso il mare, il mar Rosso.
Ciò che ricordiamo o dimentichiamo determina l’andazzo della nostra vita. Quando ci impegniamo a ricordare le verità di Dio, le opere di Dio, e i benefici che abbiamo in Cristo, questi ricordi fortificano la fede e ci danno gioia. Quando invece non ci impegniamo a ricordare queste cose, man mano ci allontaniamo da Dio.
È importante anche ricordare i nostri sbagli, in che modo abbiamo peccato, quali sono stati i nostri ragionamenti sbagliati. Ricordare gli sbagli aiuta ad essere umili.
(Salmo 8:4) che cos'è l'uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell'uomo perché te ne prenda cura?
Dio ci ha creato di poco inferiori agli angeli, e il ricordarsi da parte di Dio crea un legame con Lui.
In base a cosa scegliamo di ricordare, la nostra memoria ci fa tanto bene o tanto male. È importante ricordare le cose giuste. Ci sono tanti brani nella bibbia che ci parlano del ricordare.
Ricordare per essere consolati.
(salmo 119:52) Ricordo i tuoi giudizi antichi, o SIGNORE, e mi consolo.
(Efesini 2:11-13) Perciò, ricordatevi che un tempo voi, stranieri di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono nella carne per mano d'uomo, voi, dico, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.
Ricordare di quella che era la vostra condizione nel passato, che eravamo cioè senza le promesse, senza speranza, senza Dio e di quanto era terribile era la nostra condizione. Abbiamo compreso la nostra condizione solamente perché Dio, per grazia, ci ha aperto gli occhi, ci ha fatto vedere il nostro peccato, e il tormento eterno che ci aspettava.
(II Pietro 1:10-15) Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai. In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Perciò avrò cura di ricordarvi continuamente queste cose, benché le conosciate e siate saldi nella verità che è presso di voi. E ritengo che sia giusto, finché sono in questa tenda, di tenervi desti con le mie esortazioni. So che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come il Signore nostro Gesù Cristo mi ha fatto sapere. Ma mi impegnerò affinché dopo la mia partenza abbiate sempre modo di ricordarvi di queste cose.
Questo brano ci aiuta a capire quanto sia importante ricordare le verità della nostra salvezza. Pietro scrisse questa lettera poco prima di morire. Notate quanta enfasi dà al fatto di “tenere svegli, o desti, la loro memoria”. Pietro sapeva, perché è chiaro in tutta la Bibbia, che il nostro cammino dipende moltissimo da ciò che scegliamo di ricordare.
Nei meccanismi della mente umana, l’odio si tende a ricordare di più dell’amore o, in altre parole, ci si ricorda più del male che del bene ricevuto, ma l’amore sceglie di non ricordare il male.
(I Corinzi 13:4-7) L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
La battaglia più grande che combattiamo è la battaglia dei nostri pensieri. Questo è il campo in cui dobbiamo concentrare i nostri impegni. È qua che vinciamo o perdiamo. Quindi, prego che ciascuno di noi si impegnerà a ricordare le cose giuste, e a dimenticare le cose sbagliate. La nostra memoria è un dono immenso ed usiamola per la gloria di Dio.
(Isaia 49:15) Una donna può forse dimenticare il bimbo che allatta, smettere di avere pietà del frutto delle sue viscere? Anche se le madri dimenticassero, non io dimenticherò te.