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Vino nuovo in otri nuovi

Vino nuovo in otri nuovi

by PR
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03 giugno 2021
Lettura: Matteo 9:9-17

La parola di Dio è una fonte di inesauribili di benedizioni. Questo passo è contenuto anche negli altri evangeli. Al tempo di Gesù, la giudea era occupata dall’impero romano, e gli Ebrei non accettavano questa sudditanza.

In questo contesto ci troviamo nella città di Capernaum, al nord del mare di Galilea. All’inizio del suo ministerio, Gesù si trasferì in questa città e fu la sua prima città (Matteo 9:1). Capernaum era una rotta primaria di commercio tra Damasco e Gerusalemme, oltre ad essere ai confini con il territorio di Giuda. Quindi la popolazione era costituita da diversi ceti sociali (pubblicani, romani, ebrei) e fu proprio tra queste persone che Gesù scelse i suoi primi discepoli. Infatti, lo stesso Matteo era un pubblicano.

Gesù viene invitato a tavola da Matteo, e vi erano tante persone presenti proprio per la presenza di Gesù. Vi erano anche dei peccatori i quali erano in stretto contatto con i pubblicani. Gli Ebrei non ammettevano il fatto che i pubblicani si compromettevano con i romani e i peccatori.

Matteo ci presenta una vicenda di cui fu un testimone oculare. Perché ci narra questa vicenda?

L’evangelo di Matteo ci parla di Gesù come il re e lo fa attraverso una genealogia, ci narra il suo battesimo con la testimonianza di Giovanni il Battista. Matteo ci riporta la narrazione di Gesù del sermone sul monte, ci mostra il potere di Gesù sulle malattie, sugli uomini indemoniati, di perdonare, di conferire autorità, sulle tenebre, sulla morte. L’evangelista Matteo ci presenta Cristo come Colui che è al di sopra di tutto e di tutti.

(Matteo 9:14) Allora si avvicinarono a lui i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo, e i tuoi discepoli non digiunano?»

I discepoli di Giovanni, in altre parole, guardano solo l’esteriore. Gesù era criticato perché guariva di sabato o non si lavava le mani, perché trascorreva il tempo con i peccatori, ma Gesù non tollera l’atteggiamento di fermarsi a guardare l’esteriore e mette in evidenza che ci sono cose più importanti della legge (la misericordia, la giustizia, etc.) rispetto a quelle esteriori che la religione ci porta a fare.

(Matteo 9:15) Gesù disse loro: «Possono gli amici dello sposo fare cordoglio finché lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni che lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.

Gesù in altre parole afferma che con Lui era iniziata l’era della grazia e che non è importante la forma esteriore (come ad esempio il digiunare), ma l’essenza.

Gesù in questo brano anticipa la sua morte e la sua resurrezione. La sua morte poteva essere un motivo per digiunare come beneficio per svolgere il Suo ministerio particolare. Assumere un atteggiamento come quello dei farisei vuol dire chiudere gli occhi della fede, non crescere e non allargare i nostri confini e i nostri orizzonti.

Tante chiese cadono nel tranello del formalismo. C’è tanta ipocrisia e finzione e si ha paura di sé stessi e di abbandonarsi allo spirito di Dio, in pratica e come se si stesse recitando una parte. Questi sono gli atteggiamenti di quelli del mondo e non sono comportamenti dei discepoli di Cristo. L’ipocrisia non può trovare posto nella chiesa di Cristo.

(Matteo 9:16-17) Nessuno mette un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito vecchio; perché quella toppa porta via qualcosa dal vestito vecchio e lo strappo si fa peggiore. Neppure si mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti gli otri scoppiano, il vino si spande e gli otri si perdono; ma si mette il vino nuovo in otri nuovi e l'uno e gli altri si conservano».

È assurdo riparare un vestito vecchio con una toppa nuova. Questo vale anche per gli otri vecchi in cui non può essere messo del vino nuovo. In altri termini, l’evangelo non si può adattare al legalismo e al formalismo che il mondo ci propina.

Impegniamoci nelle cose che onorano Dio. La chiesa di Efeso dev’esserci di esempio in quanto perse il primo amore. Non dobbiamo assumere un atteggiamento formale, e non dobbiamo essere di ostacolo alle persone che si vogliono avvicinare a Dio.

Che vengano banditi nella nostra chiesa il legalismo, l’ipocrisia e la finzione. Buttiamo l’abito vecchio e non tentiamo di ripararlo, perché Dio ha pronto per noi l’abito di giustizia ed essere come degli otri nuovo nella vita nuova per la Sua grazia di Dio.

 

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