Il Signore è il mio pastore
- by PR
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04 novembre 2021
Lettura: Salmo 23
(aneddoto). Una volta, fu offerto un pranzo in onore di un noto attore. Gli fu proposto di recitare una poesia a scelta, e un conduttore di chiesa espresse il desiderio di sentire recitare il Salmo 23. L’artista rimase visibilmente sorpreso e, toccato nell’orgoglio, accettò dicendo: “reciterò questo salmo, ma a una condizione: che lo reciti anche lei dopo di me”.
L’attore si mise a recitare il salmo di Davide: la pronuncia era perfetta, il pubblico era incantato e alla fine della recita, applaudì. Quando tornò la calma, il conduttore iniziò a recitare il salmo con voce tremante, e quando ebbe terminato, non vi furono applausi, ma diversi invitati piansero. L’artista disse al conduttore: “io ho incantato le orecchie, ma lei ha toccato i cuori. Perché questo?”. Il conduttore rispose: “lei conosce le parole del salmo io, invece, conosco il Pastore”.
La maggior parte di coloro che leggevano e cantavano questo salmo ai tempi di Davide, conosceva la vita dei pastori e di campagna, e poteva immedesimarsi perfettamente con le immagini che usa Davide nel salmo, che mostrano Dio come un amorevole pastore del suo popolo. Nella bibbia è utilizzata molto la figura del gregge (Salmo 77:20 – Salmo 100:3).
Che Davide si riconoscesse come una pecora del gregge di Dio, non era quindi nulla di straordinario per i credenti dell’antico testamento. Anche Gesù si servi durante il suo ministerio di immagini e similitudini prese dalla natura per spiegare le verità soprannaturali.
(Giovanni 10:27) Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono;
Oggigiorno, per coloro che vivono in città, può risultare diversa la comprensione di questo salmo. È molto importante capire ciò che potevano significare queste espressioni.
(Salmo 23:1a) Il SIGNORE è il mio pastore
Davide aveva esperienza di pastore, ma in questo salmo egli rappresentò la sua storia personale dal punto di vista della pecora del gregge del Signore. Lui usa questa espressione con un forte sentimento di fierezza, venerazione e ammirazione. Un’espressione che ci parla di appartenenza, di relazione personale e del bisogno di Dio.
Le pecore non sono capaci di andare da sole né tantomeno di proteggersi. Le pecore sono alla mercé della natura. Per loro il pastore è il riferimento, la guida responsabile e affidabile, il loro padrone, medico, psicologo, protettore, autorità e giudice. Il destino d’ogni pecora dipende dal pastore.
(Salmo 23:1b) nulla mi manca
In questa espressione, Davide, e come se stesse dicendo “poiché il Signore, e non altri, è il mio pastore, Egli è quindi la mia autorità, non manco e né mancherò di nulla di cui io abbia veramente bisogno per esistere: beni, sostentamento, cura, sostegno, sicurezza e soccorso”.
(Salmo 23:2a) Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli.
Con quest’affermazione Davide fa una professione di fede. La salvezza per Davide è una realtà e non una vaga conoscenza di Dio. Dobbiamo affidare la nostra vita al Signore che può includere diverse esperienze, ma rimane il fatto che Dio ci fa riposare in verdeggianti pascoli, Quali potrebbero essere i pericoli a cui possono incorrere le pecore nel pascolo? La pecora si può allontanare, ci possono essere degli animali predatori, possono esserci attriti con le altre, può esserci mancanza di cibo. I pascoli del Signore non corrono di questi pericoli. Come la pecora non ha il senso dell’orientamento, imparare a badare a sé stessi non è sufficiente, ma, bisogna seguire il pastore. Dio ci chiama ad affidarci a Lui.
(Salmo 23:2b) mi guida lungo acque riposanti.
La vita cristiana non è staticismo, ma dinamicità ed è imprevedibile, perché c’indica un cammino guidato da Dio. Dio a volte ci fa camminare, a volte ci fa riposare. Dio scelse a uomini come Mose, Abramo, Giuseppe, Davide a lasciare tutto per essere guide del suo popolo. Uomini che prima di seguire Dio, erano dei pastori. Quando il Signore ci chiama a metterci in cammino, ha sempre in riserbo qualcosa di buono.
L’acqua è un elemento importante per la sopravvivenza d’ogni essere vivente, infatti, il nostro corpo ha bisogno di acqua per poter vivere. Allo stesso modo, anche la nostra anima ha bisogno dell’acqua spirituale, ovvero della Parola di Dio.
Facciamo attenzione a che tipo d’acqua assimiliamo, perché ci sono acque cattive che avvelenano. Le numerose religioni che esistono nel mondo sono la dimostrazione tangibile che l’uomo ha sete di Dio. Ma per le numerose acque inquinate molti muoiono. Solo Gesù salva.
Che fonti utilizzano le pecore per dissetarsi? Sono sostanzialmente tre: la rugiada, il pozzo e il ruscello. Certamente queste tre fonti danno l’idea di sortenti di acque calme perché la pecora, per timore di annegare, non beve in acque agitate. Il Signore non ci porterà mai in posti dove l’acqua è agitata, ma spesso siamo noi che li andiamo a cercare.
La rugiada ci parla della purezza della Parola di Dio. La rugiada esce la mattina presto, il pastore si preoccupa di far alzare le pecore la mattina presto per abbeverare il suo gregge con quelle poche gocce di purezza. Dobbiamo iniziare la giornata con il Signore affinché il nostro piede non possa vacillare,
(Salmo 94:14) Saziaci al mattino della tua grazia, e noi esulteremo, gioiremo tutti i nostri giorni.
(Marco 1: 35) Poi, la mattina, mentre era ancora notte, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo deserto; e là pregava.
Il pozzo ci parla delle profondità della Parola di Dio che serve per dissetarci, ma per farlo dobbiamo andare in profondità per essere radicati nel resistere alle varie insidie.
(Geremia 2:13) Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua.
Il ruscello ci parla della limpidezza della Parola di Dio e a metterla in pratica.
(Giacomo 1: 23-24) Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com'era
Dobbiamo essere pecore che seguono e conoscano Cristo per imparare da Lui e affidagli la propria vita del continuo.
(Apocalisse 6:16-17) Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l'Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.