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Durano solo per un tempo

Durano solo per un tempo

by FDG
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07 novembre 2021
Lettura: II Corinzi 4:16-18

Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.

Tanti si pongono questa domanda: Perché si soffre? Una domanda che fa eco anche alle perplessità di Giobbe quando non riusciva a sopportare più la sofferenza.

(Giobbe 7:1; 14:1) La vita dell'uomo sulla terra è come quella di un soldato; i suoi giorni sono simili ai giorni di un mercenario… L'uomo, nato di donna, vive pochi giorni, ed è sazio d'affanni.

L’apostolo Pietro afferma che le sofferenze durano per un tempo, ma quello che cambia è l’aspettativa che l’uomo ha dopo la morte. Il credente sa di essere un pellegrino su questa terra, e anche la condizione di una sofferenza, è vista diversamente.

La prima caratteristica che il credente deve avere, è di fissare lo sguardo sull’eternità, sapendo che la sofferenza è presente sono solo per un tempo. Questa speranza cambia completamente la nostra aspettativa di vita. Siamo pellegrini e forestieri e le sofferenze su questa terra sono per breve tempo.

La seconda caratteristica che il credente deve avere riguarda l’atteggiamento del deterioramento del corpo. La salute del corpo è una priorità legittima, ma non dobbiamo ridurla alla sola dimensione fisica, altrimenti qualunque altro tipo di sofferenza diventa difficile da gestire. La ricerca del piacere oggi è diventato lo scopo della vita, come anche quello di un eccesso di narcisismo pensando che dopo la morte non c’è niente.

La terza caratteristica che il credente deve avere riguarda la rinuncia di tutte le cose che non servono nella nostra vita e correre con perseveranza la gara che ci è viene proposta. Lot non fu un pellegrino come voleva Dio perché, accecato dall’apparenza, non resistette alla fertile pianura del Giordano, ma prese la decisione sbagliata con le sue conseguenze. Abramo, a differenza di Lot, fu disposto anche a rinunciare a suo figlio, sicuro del fatto che Dio avrebbe provveduto anche a questa prova.

(Giacomo 4:14) mentre non sapete quel che succederà domani! Che cos'è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce.

(Salmo 103:15-16) I giorni dell'uomo sono come l'erba; egli fiorisce come il fiore dei campi; se lo raggiunge un colpo di vento esso non esiste più e non si riconosce più il luogo dov'era.

L’uomo di oggi, viaggiando con il bagaglio delle “preoccupazioni” perde di vista quello di aspirare alle cose che non si vedono. La sofferenza, nella prospettiva divina ce ne fa apprezzare il valore, per le grandi benedizioni che essa genera.

Con l’aiuto di Dio dobbiamo fare pienamente la sua volontà, anche quando le prove sono incomprensibili e dolorose. Con la prova Dio ci vuole sempre attirare a sé.

 

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