Una forte rocca al mio fianco
- by Fares Marzone
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17 maggio 2020
Lettura: Salmo 46
Uno straordinario libro quello dei salmi. Il Signore Gesù divideva l’antico testamento in tre parti (Luca 24:44):
- Mosè, la legge (la Torah);
- I profeti (i Nebim);
- Gli Scritti (i Ketubim)
I salmi erano il primo libro tra gli scritti. Questo libro è stato scritto in lingua Ebraica e successivamente tradotto in greco per gli ebrei che erano nella dispersione. La parola salmo sta ad indicare canto di lode, il libro dei canti di lode, delle preghiere. Nella traduzione fatta circa 200 anni prima di Cristo per gli ebrei che erano nella dispersione, in greco, la parola salmo indica canti accompagnati da strumenti musicali a corda e viene anche chiamato, questo libro, il salterio (lo strumento a corda usato per accompagnare questi canti di lode). È interessante notare che nella prima chiesa evangelica in lingua italiana di 1000 membri, fondata nel 1542 a Ginevra, al tempo di Diodati, la chiesa cantava il salterio, cioè l’insieme dei salmi. Quando Diodati ha tradotto tutta la Bibbia e l’ha pubblicata nel 1607, subito dopo fece la prima revisione dei salmi (1631), perché era un libro importante per questi credenti perché potevano esprimere la lode, la riconoscenza al Signore, il loro grido, la loro confessione, la loro intercessione.
Sono degni di nota i salmi con istruzioni riguardanti annotazioni musicali: melodie (Salmo 88), voci strumenti a fiato (Salmo 5), a corda (Salmo 67). Ci sono salmi che ricordano circostanze storiche (Davide in fuga da Absalom – Salmo 3). Ci sono salmi che andavano cantati in determinati contesti (canti di pellegrinaggio - Salmi 120 e 134).
I salmi sono una raccolta di testi scritti in forma poetica ed erano preghiere di adorazione, di ringraziamento (es. salmo 150), preghiere di supplicazione, confessione (Salmo 51).
I salmi sono dei canti perché il popolo di Dio è un popolo che canta. Il primo cantico che è menzionato nella Bibbia è in Esodo capitolo 15, l’ultimo canto è Apocalisse 15. Entrambi i cantici sono di Mosè. In ogni risveglio della storia del cristianesimo ci sono state tre caratteristiche: l’annuncio della parola, la preghiera e il canto. Quando i fratelli Wesley (John e Charles) hanno predicato nella città di Bristol dove adesso ci sono moltissime chiese evangeliche, hanno predicato davanti a 1500 persone, e queste sono state toccate dalla predicazione di John e dalle straordinarie composizioni di Charles. In ogni periodo della storia cristiana c’è stato il canto. Il canto è anche l’espressione comunitaria, un segno di grande comunione, perché si cantano le medesime parole.
I salmi sono un patrimonio spirituale da costudire. Sono stati scritti da uomini consacrati a Dio, con i loro limiti e i loro difetti, che hanno scritto parole di incoraggiamento, esortazione e talvolta anche di lamento.
I salmi sono una sorgente per dare spessore spirituale al nostro culto collettivo e individuale. Il grande evangelista Billy Graham, ogni domenica mattina, prima di recarsi in qualche locale di culto, o prima di annunciare l’evangelo alla radio, alla televisione o nelle piazze, leggeva cinque salmi.
I salmi sono un libro, come tutti gli altri libri della Bibbia, insuperato e insuperabile. Hanno un valore immenso per tutte le epoche, per i credenti che sono nella prova, che sono nella gioia.
Nel salmo 46 ci sono quattro indicazioni:
- È indirizzato al direttore del coro, a chi guidava il coro. C’era una parte importante nel popolo d’Israele dedicata alla musica. Al tempo del re Davide e poi del re Salomone c’erano dei cori fantastici. Nel nuovo testamento si dà peso alla parola, ma quando leggiamo i verbi salmeggiare (due volte nel nuovo testamento), s’intente cantare con strumento musicale che accompagna, ma la voce deve uscire fuori;
- È scritto dai figli di core. Il riferimento è ad una storia drammatica riportata in Numeri capitolo 16. Ci fu una ribellione contro Mosè e quindi contro Dio che costò la vita di molte persone della famiglia di Core. Alcuni però si allontanarono ed i posteri divennero musicisti e cantori al tempo di Davide (I Cronache 6:16-33). Questo fa pensare sempre alla grazia di Dio perché i posteri di coloro che non si ribellarono a Dio, divennero musicisti e cantori.
- Altra indicazione è per voci di soprano;
- Come genere, come tipo di salmo, è un canto. Attraverso questo canto si fissano le parole, il canto si fissa nella mente. Nel salmo 46 Dio è il grande soggetto.
Il salmo 46 è diviso in tre parti che si chiudono sempre con la parola Selah. La parola Selah non andava pronunciata, ma era una pausa musicale anche di riflessione. Il canto si fermava e tutto il popolo o una parte del popolo, quando cantava, si fermava e rifletteva. La seconda e la terza parte del salmo 46, sono precedute da un ritornello, una frase che ritorna due volte.
I parte – Dio è il nostro rifugio (vv. 1-3). Più che mai in questi tempi possiamo dire che Dio è il nostro rifugio;
II parte – Dio la sua dimora e i suoi giudizi (vv. 4-6). Segue ritornello selah (v.7);
III parte – ll controllo di Dio (vv. 8-11). “fermatevi”. Segue ritornello selah (v.12);
Dio e il soggetto del Salmo, per Israele e per noi oggi. La parola Dio è scritta al plurale, Elohim, plurale, che alla luce del nuovo testamento è Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo. Elohim significa il forte, l’onnipotente, Colui che può tutto. Non è nome scelto a caso dai figli di Core per presentarci queste verità. Dio il potente, il forte, l’onnipotente, il creatore dei cieli e della terra, è per noi.
Dio è il nostro rifugio o ricetto (trad. Diodati). Ricetto è un’immagine medioevale: una torre con una serie di case introno dove una di queste veniva utilizzate come riserva di cibo. Un ricetto vuol dire quindi difesa, cibo, riposo, asilo. Dio ci difende, ci dà riposo, asilo, e cibo spirituale. Tutti noi abbiamo avuto dei momenti di difficoltà, di prova fisica, materiale, morale, spirituale, e in quei momenti Dio è stato il nostro ricetto. Che bello poter pensare che Dio è adesso il nostro ricetto.
Dio è la nostra forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà, perciò noi non temiamo. Non viene detto noi non abbiamo avuto timore cioè che non ci siamo preoccupati, o che non ci siamo spaventati nel passato o ci spaventeremo nel futuro, ma adesso, in questo momento, nella vita presente, ci viene detto “Noi non temiamo” se la terra è sconvolta da un maremoto o un terremoto, se i monti si smuovono in mezzo al mare (tsunami), se le acque rumoreggiano, schiumano (onde altissime).
Perciò, dice il salmo, noi non temiamo perché Dio è il nostro rifugio, il nostro aiuto, la nostra forza. Nel 1526, Lutero scrisse una lettera ad uno dei suoi confratelli in cui manifestava il suo scoraggiamento. Difatti a Wittenberg c’era stata la peste, l’università era chiusa e aveva perso il lavoro di professore. La sua stessa moglie e suo figlio contrassero la peste, ma Dio guarì entrambi. In questa lettera Lutero va oltre e dice: tutti mi sono contro (politici, religiosi, amici) ma, sulla base di questo salmo, afferma “c’è una forte rocca al mio fianco che è il mio rifugio, la mia forza e il mio aiuto”. Sulla base di questo salmo Lutero ha scritto uno dei tre canti che nel mondo evangelico è stato tradotto in 250 lingue “Forte rocca è il nostro Dio”. Seguono le ultime due strofe del canto.
Se migliaia di demoni, mo volessero inghiottire, le malefiche legioni, Non vedranci impallidire. Con tutti i lor terror, Si mostrin pure il cuor, No, non ci trema. A un detto dell'Eterno, Fia depresso il re d'inferno.
La parola della vita, Rispettar dénno i potenti. Col Suo Spirto Iddio n'aita, Noi sarem con Lui vincenti. Se pieni di furor, Tolgonci figli, onor Ed ogni bene, Ne avranno vantaggio lieve A noi il Regno restar deve.»
Dio ha sempre il controllo della situazione. Viviamo in un momento di scoraggiamento, ma dobbiamo saper che Dio ha il controllo della situazione. Il Signore degli eserciti è con noi.
«Fermatevi», dice, «e riconoscete che io sono Dio. Io sarò glorificato fra le nazioni, sarò glorificato sulla terra».
Il ritornello del Salmo è ripetuto nel versetto 7 e nel versetto 11. Ci sono due nomi composti di Dio:
Il Signore degli eserciti è con noi. Dio non è soltanto il nostro rifugio, la nostra forza e il nostro aiuto, ma è il Signore degli eserciti è usato solo nell’Antico Testamento nei tempi di prova e di difficoltà. Anche noi staimo vivendo dei momenti di difficoltà, ma abbiamo tante cose.
Il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio. Perché e menzionato il Dio di Giacobbe? Come mai non è menzionato il Dio di Noè, di Abramo, di Mosè, o di Daniele. Il Dio di Giacobbe è il Dio che è vicino a me e te. Giacobbe ha zoppicato spiritualmente e non è stato un grande personaggio, ma Dio è stato il rifugio anche di un uomo che non è stato grande come Mosè o Noè o Abramo o Mosè o Daniele.
2000 anni fa, questo Dio, nella Persona dell’unigenito Suo del Figlio e venuto come Emmanuele, Dio con coi, per stare con noi e oggi, per lo Spirito, è in ognuno di noi ed è con noi in ogni tempo! Soprattutto nei tempi di difficoltà.
Questo Dio non è lontano, ma si è manifestato in Cristo Gesù. È con noi e in noi. Dio è il nostro rifugio e un aiuto sempre pronto nelle difficoltà.