Depende
- by GP
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11 giugno 2020
Lettura: I Pietro 4
Poiché dunque Cristo ha sofferto nella carne, anche voi armatevi dello stesso pensiero, che, cioè, colui che ha sofferto nella carne rinuncia al peccato.
Qualche giorno fa è morto il cantante spagnolo (Pau Donés) a causa di un tumore. Poco prima di morire ha girato un video testimonianza, nel reparto di oncologia, per sensibilizzare alla prevenzione contro cancro, divenendo un sostenitore appassionato alla lotta per la cura. Una scena toccante che mi ha fatto tornare indietro nella mia esperienza. Qualche anno fa, Pau, ha scritto una canzone molto conosciuta dal titolo “Depende”. Una frase di questa canzone dice: “Depende ¿de qué depende? De según como se mire, todo depende”.
La sofferenza, il dolore fisico ed emotivo cambia il nostro modo di pensare. Ad esempio, quando ci scottiamo, cambia il nostro modo di pensare riguardo al fuoco. Così, la diagnosi di una malattia difficile cambia il nostro stile di vita. Quando la realtà del dolore entra nel nostro cuore e nella gente che amiamo, cambia il nostro modo di pensare. Da che punto guardi il mondo e quello che ti accade, dipende tutto, e l’apostolo Pietro l’ha sperimento in prima persona riguardo ai suoi pensieri a proposito della sofferenza.
(Matteo 16:21) Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti, degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno.
Gesù annuncia ai suoi discepoli la sua sofferenza e morte. In questa circostanza Pietro prende da parte Gesù e lo rimprovera, ma Gesù dice a Pietro gli dice: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini».
(Matteo 26:70) Ma egli (Pietro) lo negò davanti a tutti, dicendo: «Non so che cosa dici».
Pietro nega di conoscere Gesù per salvare la sua vita, ma provò una forte amarezza. Pietro si ricordò delle parole di Gesù che gli aveva detto prima che lo avrebbe rinnegato, e pianse amaramente quando incrociò lo sguardo di Gesù.
Questa esperienza dolorosa di Pietro l’ha cambiato. L’esperienza dolorosa guida a una forte passione. Pietro scrive, riguardo alla sua sofferenza, in una prospettiva diversa, perché utilizza, nella sua prima lettera, il termine “sofferenza” (nell’originale greco è Páschō) che è lo stesso usato in Matteo 16:21. Sofferenza quindi è passione. La morte e la passione di Gesù hanno il potere di cambiare il nostro modo di pensare e il nostro comportamento.
Questo induce a rileggere questo verso in una nuova ottica.
Poiché dunque Cristo ha sofferto nella carne, anche voi armatevi dello stesso pensiero, che, cioè, colui che ha sofferto nella carne rinuncia al peccato.
Il nostro modo di vivere, ogni nostra esperienza dolorosa o difficile, deve ridisegnare il modo in cui guardiamo ogni singolo evento e deve condurci ad un cambiamento radicale nella nostra vita proprio perché viviamo nella prospettiva della croce. Il gesto di amore di Gesù ci ha dato la libertà, ma anche un esempio da seguire. Questo ci da speranza sapendo che nulla è lasciato al caso nel piano di Dio e avendo la certezza che abbiamo la vittoria in Cristo, perché il peccato che ci condannava è stato sconfitto. Cristo simpatizza con noi nelle nostre debolezze.
(Ebrei 4:14-16) Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.
Questi versi ci danno forza e speranza, ma ci pongono anche di fronte ad una responsabilità. Come l’apostolo Pietro, ogni giorno siamo messi di fronte alla realtà della nostra natura peccaminosa e dobbiamo scegliere e lottare appassionatamente, quindi con Páschō contro il peccato.
In questo breve verso l’apostolo Pietro parla di amarsi e in altre parole di equipaggiarsi, impostare i nostri pensieri, ed essere intenzionali. Tutto parte dal nostro modo di pensare. In base al modo di pensare in cui percepiamo il mondo, agiamo di conseguenza. Chi cambia il nostro modo di pensare e di agire? Ciò è reso possibile quando meditiamo attraverso la Sua Parola e trascorriamo del tempo alla Sua presenza in preghiera e viviamo in costante relazione con Dio.
La sofferenza di Cristo, il suo dolore fisico, dovrebbe essere la base della nostra passione. Ciò che ha fatto Cristo per noi alla croce, deve porci in una condizione di vantaggio, ma molto spesso viviamo la nostra condizione di vita Cristiana come se vivessimo una sconfitta e non una vita vittoriosa.
In questo periodo storico siamo chiamati ad agire come persone che sono dal lato del vincitore non dal lato dei vinti, proprio perché Cristo ha reso possibile ciò che all’uomo era impossibile: ha vinto la morte ed il peccato che ci teneva prigionieri. Questa è la nostra vittoria.
(v. 2) per consacrare il tempo che gli resta da vivere nella carne, non più alle passioni degli uomini, ma alla volontà di Dio.
Pietro dice anche di consacrare il tempo che ci resta da vivere nella carne, non più alle passioni degli uomini, ma alla volontà di Dio. Consacrazione significa completamente dedicarsi a qualcosa di diverso rispetto a come abbiamo speso il tempo finora. Il tempo che ci resta da vivere non dev’essere più speso in ciò che desideriamo, ma in ciò che Dio vuole da ciascuno di noi. Il fatto che dobbiamo essere intenzionali, significa che ogni volta dobbiamo fare una scelta tra ciò che ci piace e ciò che è meglio nella prospettiva di Dio.
Tutti ciò che riguarda il peccato si è concluso, e ciò che la passione di Gesù può fare può essere vissuta da ciascuno di noi, ed è qualcosa che dovremmo ricercare.
Quale peccato siamo disposti a giungere ad una conclusione? Ogni giorno dobbiamo combattere contro aspetti della nostra vita che sono peccaminosi. È un combattimento continuo. Per quale ingiustizia siamo pronti a combattere?
Segue la lettura tradotta di alcuni versi della traduzione bibbia inglese “the message”.
(vv. 1-3) Poiché Gesù ha attraversato tutto ciò che stai attraversando, impara a pensare come lui, pensa alle tue sofferenze come uno svezzamento da quella vecchia abitudine peccaminosa di aspettarsi sempre di ottenere la tua strada. Quindi sarai in grado di vivere i tuoi giorni liberi per perseguire ciò che Dio vuole, invece di essere tirannizzato e di essere schiavo da ciò che vuoi.
(vv. 7-8) Tutto nel mondo sta per essere concluso, quindi non dare nulla per scontato, rimani sveglio nella preghiera, soprattutto amatevi come se la vostra vita dipendesse da questo, perché l’amore compensa praticamente qualsiasi cosa.
(vv. 12-13) Amici, quando la vita diventa davvero difficile, non saltare alla conclusione che Dio non è al lavoro. Rallegrati di essere nel pieno di ciò che Cristo ha vissuto. Questo è un processo di raffinamento spirituale, con gloria propria dietro l’angolo.
(v. 19) Se trovi la vita difficili perché stai facendo ciò che Dio ha detto, continua in questo modo, fidati di Lui. Dio sa cosa sta facendo e continuerà a fare.
Questo sono tutte parole d’incoraggiamento e di sfida. Tutto ciò che viviamo, non è carico nostro, ma è Dio che combatte per noi. Dio ci chiama a fare una scelta.
Armarsi non è un’opzione, ma un comandamento, ovvero una scelta attiva che avviene da parte nostra. Non in base a quello che potremmo essere, ma a quello che Gesù è stato come esempio per ciascuno di noi.
Se qualcuno, in questo momento, sta soffrendo per una ragione specifica, o anche se non sta soffrendo, ricordiamoci di quello che Gesù ha fatto per ciascuno di noi. Gesù ha sofferto per lasciarci un esempio affinché, quando attraversiamo dei momenti difficili, di disagio, di difficoltà, possiamo rallegrarci sapendo che Egli simpatizza con noi e, allo stesso tempo sappiamo che questa sofferenza, questa difficoltà, ci rimodella per farci capire il senso pieno di questa vita e ci porta ad una scelta attiva di rinuncia al peccato.
Che il dolore fisico e la passione di Gesù possano indurci alla determinazione di porre fine al peccato. Chiediamo anche a Dio di mostrarci come pregare per le persone nel mondo che soffrono una persecuzione psicologica e fisica a causa della loro fede. Preghiamo che Dio possa toccare con la Sua Parola il nostro cuore e darci di comprendere fino in fondo l’importanza di questa sofferenza che è una fonte di benedizione per ciascuno di noi.