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Testimoni perseveranti

Testimoni perseveranti

by GR
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09 luglio 2020
Lettura: Colossesi 4:2-6

In questi versi troviamo alcuni aspetti che riguardano la preghiera. L’apostolo Paolo utilizza sia il sostantivo preghiera e sia il verbo pregare associando, ad entrambi, delle parole correlate al tempo.

(Colossesi 4:2) Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie.

Quando parla della preghiera, l’apostolo Paolo afferma che dobbiamo perseverare nella preghiera, cioè dobbiamo costantemente pregare nella nostra vita vegliando in essa con rendimento di grazie. È chiaro il concetto che, se si veglia, non si dorme. Il perseverare nella preghiera significa che quando ci apprestiamo a pregare, dobbiamo farlo con una certa costanza e dobbiamo farlo vegliando, cioè essere attenti a quello che diciamo. La parte più importante della preghiera riguarda il rendere grazie a Dio per ciò che Lui è, e per ciò che Lui ha fatto per noi nella nostra vita. Perseverare non significa pregare dalla mattina alla sera, ma avere durante la giornata un atteggiamento di preghiera ringraziando Dio per ciò che Egli ha fatto nella nostra vita.

(Colossesi 4:3-4) Pregate nello stesso tempo anche per noi, affinché Dio ci apra una porta per la parola, perché possiamo annunciare il mistero di Cristo, a motivo del quale mi trovo prigioniero, e che io lo faccia conoscere, parlandone come devo.

Dopo la parte della preghiera che riguarda il ringraziamento, l’apostolo Paolo esorta i credenti a pregare, per lui e per i suoi collaboratori, per l’opera del mistero di Cristo e della sua Parola. Dobbiamo pregare per noi e per i nostri fratelli affinché possiamo avere la possibilità, la capacità e la forza di annunziare il mistero di Cristo: Egli è venuto nel mondo per salvarci. L’apostolo Paolo chiede a Dio di farsi guidare quindi nell’esporre anche il mistero di Cristo. Un aspetto della preghiera, quindi oltre al ringraziamento, è di pregare per la nostra testimonianza del mistero di Cristo nei confronti degli altri.

(Colossesi 4:5-6) Comportatevi con saggezza verso quelli di fuori, ricuperando il tempo. Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno.

Per avere una vita di preghiera perseverante e costante, una vita di preghiera in merito alla nostra testimonianza, dobbiamo avere una vita di consacrazione. Il verbo che traduce la frase “come dovete rispondere” è lo stesso termine che nella bibbia viene tradotto con evangelizzare.

Quindi, la parte più importante dell’evangelizzazione, è la testimonianza della nostra vita. Come nella preghiera dobbiamo vegliare con rendimento di grazie, anche quando testimoniamo di Cristo, il nostro parlare dev’essere condito con sale, ovvero dobbiamo renderci conto di quello di ciò che diciamo. La vita del Cristiano è quindi caratterizzata da due aspetti: la preghiera e la testimonianza. La testimonianza rappresenta la prima evangelizzazione del credente: far conoscere agli altri il mistero di Cristo.

L’apostolo Paolo, nel rivolgersi ai credenti di Colosse, non ha preteso una preghiera per lui perché si trovava in prigione, ma esorta i credenti, come prima cosa, a perseverare nella preghiera vegliando in essa con rendimento di grazie, e poi di pregare per lui che era in prigione a causa della testimonianza di Cristo affinché potesse farlo liberamente, come anche noi siamo chiamati a testimoniare il mistero di Cristo per la salvezza di chi ci ascolta.

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