
Tutti in barca, ma con Gesù
- by NN
-
Visite: 339
23 luglio 2020
Lettura: Matteo 8:23-27
Il periodo della quarantena è stato abbastanza difficile per tutti. Da un excursus del vangelo di Matto, Gesù guarì un lebbroso, guarì la suocera di Pietro, con la sua Parola cacciò i demoni, condannò il formalismo religioso, insegnò ad amare i suoi nemici e molte furono le sue istruzioni intorno alla legge, le offerte, il perdono, il matrimonio. Gesù fece queste grandi opere in presenza della folla e dei suoi discepoli (Matteo 5:1). Gesù fece conoscere chi era. Perché, dopo questa grande testimonianza di Gesù, a questo punto del vangelo, i discepoli ebbero mancanza di fiducia? Cosa impariamo dal loro comportamento?
Il lago di Galilea si trova a circa 200 metri sotto il livello del mare ed è circondato dalle colline. È un lago relativamente piccolo (20x11 kmq), ma è profondo 45 metri. I venti della zona riescono a causare improvvise tempeste violente che possono sollevare addirittura onde alte 6 metri. Tutt’oggi si verificano questi eventi.
Tutti in barca, ma con Gesù. Il “ma" fa la differenza. La barca raffigura la nostra vita, ma la presenza di Gesù nella nostra barca fa la differenza perché Egli ha tutto sotto controllo.
(Matteo 8:27) «Che uomo è mai questo che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?»
Questa è la frase chiave del brano, ed il concetto principale del brano è che la fiducia in Cristo ci libera dalle difficoltà. Infatti Gesù (v.26) alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran bonaccia.
I tre vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca), completano e chiariscono la testimonianza di Gesù e del suo ministerio. Il confronto dello stesso brano nei tre vangeli ci aiuta a comprendere meglio chi è Gesù. Nell’evangelo di Matteo Gesù ci viene presentato come vero Re, in quello di Marco ci viene presentato come servo, e infine, in quello di Luca, Gesù ci viene presentato come vero uomo.
(Matteo 8:25) «Signore, salvaci, siamo perduti!». Signore, dal testo greco significa padrone, ovvero colui che ha autorità in assoluto, l’autorità per eccellenza e ha il potere divino di intervenire e controllare queste situazioni che si precipitano improvvise.
(Marco 4:38) Egli stava dormendo sul guanciale a poppa. Essi lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che noi moriamo?». Il termine “maestro” indica una persona autorevole. Sebbene Gesù ci dà l’esempio del vero servo, non perse l’autorità. Questo è molto importante: Gesù è venuto in vesti umili, ma è rimasto l’autorità per eccellenza. Il significato del termine greco di maestro, διδάσκαλος, è chi dedica il proprio tempo ad un servizio di formazione. L’evangelo di Marco quindi pone enfasi alla prontezza di Gesù nel servire e nel dedicarsi agli altri. Gesù è sempre con noi ed è pronto ad intervenire nelle situazioni difficili della nostra vita. Questo deve incoraggiarci a chiedere a Dio di aumentare la nostra fede e a non imitare il comportamento dei suoi discepoli in questa circostanza.
(Luca 8:23) Mentre navigavano, egli si addormentò; e si abbatté sul lago un turbine di vento, tanto che la barca si riempiva d'acqua, ed essi erano in pericolo. L’evangelo di Luca pone enfasi sul lato umano di Gesù, infatti notiamo che Gesù si addormentò mentre navigavano, ma non si lasciò condizionare perché, nonostante il pericolo, continua a riposare. Gesù aspetta il richiamo dei discepoli per svegliarsi. La fiducia in Dio ci aiuta a riposare tranquillamente in quelle circostanze che si presentano in maniera improvvisa e pesante.
Quando siamo nella dura prova, dal parallelismo di questi testi sinottici, l’evangelo di Matto ci insegna che Gesù è il padrone e può intervenire con grande potenza e liberarci, l’evangelo di Marco ci insegna che Gesù è pronto a intervenire in nostro aiuto e, infine, l’evangelo di Luca ci insegna che dobbiamo riposare tranquillamente ponendo la nostra fede in Colui che ha il controllo di tutte le cose.
L’evangelo di Giovanni fa da cornice a questo bellissimo quadro. Nell’evangelo di Giovanni, Gesù viene presentato come il vero Dio. L’evangelo di Giovanni non riporta lo stesso brano degli evangeli sinottici, ma uno simile ponendo enfasi sulla divinità di Cristo quando cammina sulle acque.
Come mai Giovanni non riporta questo episodio? Nell’evangelo di Giovanni viene enfatizzato il lato divino di Gesù Cristo, l’Emmanuele (Dio con noi, JAHVÈ che salva). Può Dio dormire?
(Salmo 121) Alzo gli occhi verso i monti. Da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto vien dal SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra. Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà. Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà. Il SIGNORE è colui che ti protegge; il SIGNORE è la tua ombra; egli sta alla tua destra. Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte. Il SIGNORE ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l'anima tua. Il SIGNORE ti proteggerà, quando esci e quando entri, ora e sempre.
Questo sono promesse rivolte anche a noi.
La presenza di Gesù sulla nostra barca deve rassicurarci perché Egli è Dio. Anche per noi oggi, Gesù ha fatto questa promessa (Matteo 28:20): Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente. “Tutti i giorni” vuol dire non solo in quelli felici, ma anche in quelli tristi, di difficoltà e di scoraggiamento. Il Signore è sempre pronto a liberarci. Non sarebbero serviti sforzi umani per gestire questa situazione di pericolo, ma Gesù ha manifestato la sua potenza divina per risolvere quel determinato problema. Per il Suo grande amore Egli non ci abbandona mai. Cristo, sulla croce, venne abbandonato dal Padre, ma lo ha fatto perché ci ha amati ed essere con noi presente ogni giorno della nostra vita.
Gesù desidera che noi gli siamo fedeli. La prova evidente della nostra fedeltà è quando ci troviamo nelle difficoltà.
Gesù vuole formare la nostra fede durante il percorso di vita cristiana. Non dobbiamo dimenticare che le tempeste e le difficoltà giungono improvvise, come lo fu per i discepoli. Queste situazioni che ci assalgono di colpo servono per una formazione della fede, ma dobbiamo prepararci per poterle gestire e affrontarle al meglio. I discepoli non erano pronti e preparati nella fede per affrontare quella tempesta violenta, infatti Gesù dichiara: «Perché avete paura, o gente di poca fede?». La fede va acquisita prima di venire incontro al pericolo per poterlo affrontare meglio. Come un percorso scolastico ci prepara per affrontare una prova o un esame, così è della vita cristiana. La fede che abbiamo in Cristo può aumentare solo tramite la conoscenza di Lui. I discepoli ancora non avevano conosciuto bene chi era Gesù, infatti tra di loro si dissero: «Che uomo è mai questo che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?»
Abbiamo il grande privilegio di conoscerLo ogni giorno della nostra vita e di sperimentarlo in noi. Le afflizione vanno sopportate e gestite per mezzo dell’amore reciproco tra di noi e per la fede che dobbiamo mettere sempre ogni giorno in Cristo Gesù.
(I Giovanni 5:20) Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna.
(II Tessalonicesi 1:3-4) Noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, com'è giusto, perché la vostra fede cresce in modo eccellente, e l'amore di ciascuno di voi tutti per gli altri abbonda sempre di più; in modo che noi stessi ci gloriamo di voi nelle chiese di Dio, a motivo della vostra costanza e fede in tutte le vostre persecuzioni e nelle afflizioni che sopportate.