365 non temere
- by FDG
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08 ottobre 2020
Lettura: Esodo 3:1-10
(Atti 7:29-30) A queste parole Mosè fuggì, e andò a vivere come straniero nel paese di Madian, dove ebbe due figli. Trascorsi quarant'anni, un angelo gli apparve nel deserto del monte Sinai, nella fiamma di un pruno ardente.
Dio ha dato un importante compito a Mosè: liberare il popolo d’Israele dalla schiavitù in Egitto. Prima di dare questo compito, Dio ha voluto che Mosè trascorresse un periodo 40 anni nel deserto di Madian.
Il deserto rappresenta è un tempo di preparazione e di riflessione quando deve dare un compito particolare ad un suo figlio. Infatti Mosè, per il suo carattere irruento e impaziente, non sarebbe stato adatto a condurre il popolo d’Israele fuori dalla schiavitù in Egitto. Doveva quindi imparare a riflettere e ad essere paziente prima di agire.
Che cos’è rappresenta oggi per noi credenti il deserto? Il deserto “spirituale” è un luogo di solitudine in cui ci si trova quando viene meno la propria comunione con Dio e con i propri fratelli, in si sperimenta che la nostra anima e affamata e assetata. In altre parole la Parola di Dio risuona vuota nel proprio cuore.
(Salmo 22:1) Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Te ne stai lontano, senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del mio gemito!
Secondo il salmista, Dio non ascoltava le sue preghiere. Ancora un’altra esperienza del salmista Davide è quella di desiderare la presenza di Dio come una cerva che agogna ai ruscelli di acqua viva. Il salmista si sentiva abbandonato, per cui non riusciva a soddisfare questo suo bisogno. Almeno per dieci volte, nei salmi 42 e 43, il salmista si domanda il perché di tutto questo.
(Salmo 42:1) Come la cerva desidera i corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio.
Il dolore e il pianto che aveva Davide, lo abbatteva ogni giorno, e parlava delle sue difficoltà e dei problemi che lo affliggevano perché gli erano piovuti addosso come onde furiose tanto da farlo sentire in fondo ad un abisso o in una strada senza uscita. Nel salmista traspare un’angoscia profonda, ma allo stesso tempo continua ad avere piena fiducia in Dio.
Questo si verifica quando le circostanze ci pongono in una situazione senza uscita e siamo costretti ad affrontare realtà fisiche, morali e spirituali molto dolorose che ci portano a chiederci: perché mi accadono tutte queste cose?
Se imbocchiamo la strada del deserto, vuol dire che Dio vuole insegnarci qualcosa, e in questa circostanza, è umano lasciarsi prendere dallo scoraggiamento e dalla depressione. Qualcuno potrebbe dire come credenti non si può essere mai depressi, ma questo denota una scarsa conoscenza della storia biblica. Ad esempio Davide, Geremia, o Giobbe, la cui pazienza è diventata proverbiale. Giobbe venne fuori dal suo stato di profonda depressione quando tolse lo sguardo da sé stesso e dal proprio stato, e lo diresse verso Dio, pregandoLo per sé stesso e per i suoi amici che lo deprimevano. Giona (4:3) chiese a Dio di morire! Sappiamo benissimo che il desiderio di suicidarsi deriva da uno stato di depressione.
La paura e la disperazione sono sentimenti umani che devono stare lontano da noi. È vero che possiamo attraversare un periodo di depressione, ma possiamo venirne fuori solo se stiamo vicino a Dio e in comunione con tutti gli altri fratelli. L’aiuto viene nel momento in cui non c’è l’aspettiamo. Dio nel deserto della solitudine vuole insegnarci qualcosa. I nostri pensieri non sono i pensieri di Dio.
Certamente in uno stato di sofferenza e di debolezza, il diavolo ne approfitterà per attaccarci facendoci credere che Dio ci ha abbandonato, ma dobbiamo stari attenti. Satana ci attacca amplificando i nostri problemi facendoli sembrare più grandi di quello che sembrano realmente, e ricordiamoci che egli è stato sin dal principio del mondo il menzognero dei menzogneri.
Le macchinazioni di satana ci portano allo scoraggiamento e non facciamolo entrare nella nostra mente e nel nostro cuore. Lo scoraggiamento e la depressione sono come un tarlo che consuma la nostra mente e il nostro cuore.
(Giovanni 16: 33) Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.
Gesù afferma di stare di buon cuore per ch’egli ha vinto il mondo. Egli sa che satana vuole spingerci nel deserto spirituale e farci piombare nello scoraggiamento e nella depressione, allontanandoci dalla comunione con il nostro Dio e con la nostra chiesa.
Non solo ci allontaniamo dal nostro Dio e dalla comunione fraterna che sono gli alimento che ci nutrono spiritualmente.
L’insoddisfazione, i rimpianti e i sensi di colpa possono determinare una prostrazione, e quindi di debolezza fisica, mentale e morale, che tenta di farci ripiegare sui nostri mali o suoi nostri lividi. A volte viviamo solo in funzione di essi senza cercare, con un “colpo d’ala”, per superare il cerchio che l’avversario sta stringendo intorno a noi. Ecco perché dobbiamo chiedere a Dio la forza affinché ci aiuti ad uscire fuori dal deserto spirituale.
I motivi che ci conducono nel deserto spirituale possono essere molteplici. Davide ad esempio, ebbe dei momenti di depressione che non furono solo causati dall’invidia e dall’odio che aveva Saul nei suoi confronti, ma anche per i suoi gravi peccati commessi nei confronti di Dio. Davide ricercava la gioia della salvezza di Dio in questi momenti di crisi (Salmo 51). Le crisi a volte sono necessarie perché portano a risolvere delle situazioni ambigue dalle quali occorre uscire, altrimenti persisteremmo nella nostra malattia spirituale.
L’uomo a causa della sua disubbidienza ha paura di Dio. Adamo ed Eva, dopo che peccarono, si nascosero nel giardino dell’Eden perché avevano paura di Dio. L’uomo ha sempre avuto l’idea di Dio come uno che castiga, ma Dio dice all’uomo: non temere! Qualcuno ha affermato che nella Bibbia vi è un numero pari a 365 di “non temere”.
Dio è pronto ad aiutarci quando ci troviamo nel deserto spirituale. Dio dice “non temere”. Egli è pronto a consolarci quando siamo nell’afflizione. Dio è pronto a dimenticare i peccati di coloro che lo temono. Tante volte è facile farsi prendere dallo sconforto quando il nostro guardo è “orizzontale”, cioè quanto è rivolto alle difficoltà e ai problemi che ergono davanti a noi come montagne insormontabili.
(Salmo 121:7-8) Il SIGNORE ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l'anima tua. Il SIGNORE ti proteggerà, quando esci e quando entri, ora e sempre.
A tutti coloro che hanno messo la piena fiducia in Dio, Lui rivolge queste stesse parole dette a Mosè: sii forte e fatti d’animo. Tante volte sembra di essere in un tunnel senza uscita, ma il nostro cuore si apre mentre intravediamo la luce in fondo alla galleria.
(Salmo 40:1-3) Ho pazientemente aspettato il SIGNORE, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido. Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. Egli ha messo nella mia bocca un nuovo cantico a lode del nostro Dio. Molti vedranno questo e temeranno, e confideranno nel SIGNORE.
Dio è degno della nostra fiducai perché Dio non può rinnegare sé stesso.
(Isaia 41:10) Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia.
(Isaia 41:13) perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, fortifico la tua mano destra e ti dico: "Non temere, io ti aiuto!
Non temere. Questi sono versi ci rassicurano che dobbiamo ricevere nel nostro cuore proprio quando attraversiamo dei momenti difficili. Ricordiamoci che saremo sempre tentati da satana.
(I Corinzi 10:13) Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare.
Dobbiamo ringraziare Dio perché ci consola in ogni nostra afflizione.