Perché pregare?
- by NN
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22 ottobre 2020
Lettura: Filippesi 1:1-11
È importante avere un’intima relazione con Dio attraverso la preghiera, e il brano letto ci illustra alcune importanti caratteristiche. Spesso, l’apostolo Paolo, introduce le sue lettere affermando che prega per tutti i credenti. La parola ripetuta spesso in questo testo è proprio “tutti”.
La preghiera è una caratteristica che non deve mi mancare nelle nostre vite, perché per mezzo di essa possiamo confidarci pienamente con Dio. Parlare con Dio vuol dire approfondire il nostro intimo rapporto di comunione con Lui. Davanti a Dio possiamo aprire tutto il nostro cuore. La preghiera è l’arma che fa tremare le potenze della malvagità perché permette l’intervento di Dio. La preghiera è anche un balsamo per le nostre anime, perché veniamo consolati con la Sua Parola e attraverso lo Spirito Santo.
(Filippesi 1:3) Io ringrazio il mio Dio di tutto il ricordo che ho di voi;
La prima caratteristica immancabile della preghiera è il ringraziamento. Questo lo vediamo in quasi tutte le preghiere dell’apostolo Paolo. (Romani 1:8) Prima di tutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la vostra fede è divulgata in tutto il mondo. È interessante notare la versione Luzzi che traduce il termine “divulgata” in “pubblicata”, in altre parole, la vostra fede è pubblicata in tutto il mondo, è ciò deve farci comprendere che questa fede era manifesta a tutti. Tutti potevano capire e comprendere che questi credenti romani avevano posto tutta la loro fede in Dio. Questo deve caratterizzare ciascuno di noi. Come possiamo rendere pubblica la nostra fede? Con la nostra stessa vita, perché la nostra stessa vita è il riflesso della fede. Noi siamo il riflesso e l’immagine di Cristo Gesù.
(Matteo 5:14-16) Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
Per l’apostolo Paolo, le proprie richieste di preghiera, erano le ultime in lista, perché concentrava tutta la sua attenzione non nel chiedere, ma nel dare a Dio la lode, l’adorazione e il ringraziamento.
Se il principio del “dare senza aspettarci di riceve” lo portiamo avanti come chiesa (come se ricevere fosse una nostra aspettativa o pretesa), il ricevere diventa la conseguenza del dare. L’apostolo Paolo lodava, adorava e ringraziava Dio per i meriti di Cristo dai quali egli ha ricevuto abbondantemente. E anche noi, per i meriti di Cristo, abbiamo ricevuto abbondantemente.
(Atti 20:35b) "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere".
(Col 1:3-5) Noi ringraziamo Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, pregando sempre per voi, perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e dell'amore che avete per tutti i santi, a causa della speranza che vi è riservata nei cieli, della quale avete già sentito parlare mediante la predicazione della verità del vangelo.
Notiamo anche in questi versi ritorna il concetto di una fede pubblicata, e la priorità dell’apostolo Paolo è di ringraziare Dio pregando costantemente. Questa è la seconda caratteristica della preghiera: pregare sempre. L’apostolo Paolo quindi non si fermava mai di pregare, e noi dobbiamo imitare questo. Sempre deve ricordarci la perseveranza. Quando la nostra fede è resa pubblica, la gente osserva, parla, si stupisce, e la testimonianza si divulga.
Come dobbiamo pregare?
(Filippesi 1:4) e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia.
La lettera ai Filippesi può definirsi la lettera della gioia, perché ci racconta della gioia che tutti i veri cristiani hanno in Cristo. La prima volta che troviamo il termine “gioia”, è riferito alla preghiera. La preghiera è il fondamento e il principio per sviluppare la gioia nelle nostre vite. Sempre ed in ogni preghiera vuol dire che anche nei momenti critici della nostra vita, dobbiamo pregare con gioia, con tutto il nostro cuore, perché parliamo con il Padre celeste, il giusto, il perfetto, il Santo e Colui che non delude mai.
Pregare con gioia anche nei momenti difficili ci qualifica in un'altra caratteristica: la fiducia.
(Filippesi 1:6) E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
La fede è una caratteristica che non può mancare nella preghiera. Dio conduce a compimento l’opera che ha iniziato in noi, Egli non lascia i percorsi a metà. Se non abbiamo fiducia in Dio di ciò che esprimiamo in preghiera, non riusciremmo a pregare con gioia, ma le nostre parole saranno vuote. L’apostolo Paolo aveva fede quando pregava, e allo stesso modo, ognuno di noi, quando prega, deve avere la certezza che Dio non sonnecchia, ma ci ascolta ed è pronto a risponderci.
(Giacomo 1:6b) …perché chi dubita rassomiglia a un'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là.
Se preghiamo senza fiducia non otterremo nulla da Dio, perché domandiamo male con l’obiettivo di spendere nei nostri piaceri anziché glorificarlo. Spendere nei nostri piaceri significa nutrire la carne, e il Signore non ci darà mai qualcosa che impedirebbe questo rapporto con Lui. Se dipendiamo da Dio, qualunque cosa noi facciamo, deve glorificare Dio.
(Filippesi 1:7-8) Ed è giusto che io senta così di tutti voi, perché io vi ho nel cuore, voi tutti che, tanto nelle mie catene quanto nella difesa e nella conferma del vangelo, siete partecipi con me della grazia. Infatti Dio mi è testimone come io vi ami tutti con affetto profondo in Cristo Gesù.
Le affermazioni di Paolo “tutti voi”, “voi tutti che” e “vi ami tutti” coinvolgono l’intera chiesa senza alcuna distinzione. Tutti i credenti sono sotto la grazia di Dio.
Altra caratteristica dell’apostolo Paolo è di pregare con amore per tutti i credenti, non con un sentimento di parzialità, perché erano tutti dei salvati. Pregare sinceramente per ogni singolo credente senza rancore, vuol dire amarli. Paolo amava questi credenti con affetto profondo. Come è possibile che un fratello possa starci antipatico? Questo non è contemplato nella Parola di Dio. Quando preghiamo con amore dobbiamo includere tutti con affetto profondo in Cristo Gesù, proprio perché Cristo ci ha trasmesso la forza di questo amore.
L’affetto profondo a cui si riferisce Paolo non deriva dall’essere umano, ma procede da Cristo Gesù. Se noi amiamo e perché Cristo ci ha amati per primo e ci ha fatto conoscere questo amore puro e sincero, nonostante eravamo schiavi del peccato. Dobbiamo amarci reciprocamente, seppure tutti abbiamo dei difetti, ma l’amore copre una gran quantità di peccati. L’amore non può mancare nelle nostre preghiere.
Riepilogando, la prima caratteristica della preghiera è ringraziare Dio. Pregare quindi con costanza, perseveranza, con piena fiducia, con gioia, con amore.
In pochi versi introduttivi abbiamo notato quante caratteristiche della preghiera ci vengono elencate.
(Filippesi 1:10-11) perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
La verità è che non sempre sappiamo apprezzare il meglio che Dio vuole darci, ma ci si accontenta del poco. Dio desidera dare a ciascuno dei suoi figli il meglio, e il meglio può venire soltanto dalla preghiera e dal crescere nella fede. Se chiediamo ciò che è nella sua volontà, Egli farà al di là di ciò che domandiamo o pensiamo, perché tutto sarà per la Sua gloria. Dio vuole che imitiamo Gesù Cristo e raggiungiamo la sua statura. Gesù ha detto che i suoi comandamenti non sono gravosi, ma il suo carico è adatto a tutti suoi figli.
Dobbiamo pregare e supplicare il Signore per questo periodo che stiamo attraversando (ndr Covid-19). Se noi poniamo attenzione sul governo che non fa altro che dare preoccupazione, ansia e agitazione, noi saremmo scoraggiati. Concentriamoci su ciò che Dio dice. Questo deve incoraggiarci a pregare per coloro che conducono la nostra nazione. Più ci dedichiamo alla preghiera, e più avremo pace.
Il fine della preghiera è essere ricolmi di frutti di giustizia. Tutto deve risultare a lode e gloria di Dio.
Perché pregare? Perché la preghiera ci aiuta a portare molto frutto alla gloria di Dio. Il fine è glorificare Dio. La preghiera ci aiuta a combattere contro le potenze malvagie, ci aiuta ad affrontare le prove, modella nostra fede, ci cambia, ci rende persone mature, diverse, totalmente proiettate in un’intima e profonda relazione con Dio che si manifesta attraverso la nostra vita, rendendo pubblica a chiunque la nostra fede.