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A chi chiedi consiglio?

A chi chiedi consiglio?

by EC
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06 dicembre 2020
Lettura: I Samuele 4:1-11

In questo brano si racconta di una battaglia tra il popolo d’Israele e quello dei Filistei.  In questo scontro gli Israeliti persero in un primo combattimento 4.000 uomini. Così pensarono di portare sul campo di battaglia l’arca del patto convinti che questo facesse vincere il secondo combattimento contro i Filistei, ma in questo scontro Israele perse 30.000 uomini e l’arca venne portata via dai Filistei.

Perché Dio non intervenne? Molte volte abbiamo l’idea di Dio che risolve i nostri problemi o progetti allo scoccar delle nostre dita, ma poi ci rendiamo conto che non è così, perché evidentemente il progetto di Dio non corrisponde a quello nostro. Dio vede oltre quello che noi in un determinato momento non comprendiamo, e quindi non dobbiamo sentirci “traditi” se le cose non vanno secondo i nostri piani o desideri. Dobbiamo uscire dalla logica umana del dare per ricevere (esempio: vado in chiesa, sono sempre presente alle riunioni, sono tanto impegnato nelle cose di Dio… …e di conseguenza pretendo di ricevere).

Non è così! Per Israele è stata una vergogna anche la perdita dell’arca. È come se un reggimento, oltre a subire una dura sconfitta, viene privato della propria bandiera. È un disonore!

Quando ci fu questa battaglia, Samuele era ancora giovane. Dopo la prima sconfitta gli Israeliti si riunirono e pensarono di portarsi l’arca nella seconda battaglia, credendo superstiziosamente che la presenza dell’arca, come un amuleto della buona fortuna, poteva cambiare il corso degli eventi. L’arca rappresentava la presenza di Dio, ma solo quando veniva portava per fede e dietro indicazione divina.

(I Samuele 4:6-7) I Filistei, all'udire quelle alte grida, dissero: «Che significano queste grandi grida nell'accampamento degli Ebrei?» E seppero che l'arca del SIGNORE era arrivata nell'accampamento. I Filistei ebbero paura, perché dicevano: «Dio è venuto nell'accampamento». Ed esclamarono: «Guai a noi! Poiché non era così nei giorni passati.

Al grido di esultanza, i Filistei furono presi da timore, ricordando l’episodio della conquista di Gerico (Giosuè 6) in cui troviamo la stessa arca, lo stesso urlo, ma con la differenza che nel caso di Gerico era tutto stato indicato da Dio. Giosuè prese consiglio con tutti gli anziani da Dio.

(I Samuele 4:10-11) I Filistei, dunque combatterono, Israele fu sconfitto e ciascuno fuggì verso la sua tenda. La disfatta fu enorme, e caddero fra gli Israeliti trentamila fanti. L'arca di Dio fu presa e i due figli di Eli, Ofni e Fineas, morirono.

I filistei presero coraggio e sconfissero gli Israeliti. Nella seconda battaglia, il popolo d’Israele, non consultando Dio perse 30.000 uomini rispetto alla prima battaglia in cui morirono 4.000 persone, l’arca venne presa dai Filistei e morirono anche i figli di Eli.

(I Samuele 2:17) Il peccato di quei giovani era dunque grandissimo agli occhi del SIGNORE, perché disprezzavano le offerte fatte al SIGNORE.

Chi erano i figli di Eli? Erano dei leviti che aveva un comportamento scorretto, e il loro peccato era grandissimo. Il castigo dei figli di Eli lo troviamo decretato in I Samuele 2:27-36.

(I Samuele 2:30b) Poiché io onoro quelli che mi onorano, e quelli che mi disprezzano saranno disprezzati.

(I Samuele 3:13) Gli ho predetto che avrei esercitato i miei giudizi sulla sua casa per sempre, a causa dell'iniquità che egli ben conosce, poiché i suoi figli hanno attirato su di sé la maledizione ed egli non li ha sgridati.

Il motivo del giudizio che gravava sui figli di Eli era dovuto al loro comportamento e perché Eli, loro padre, non gli aveva sgridati.

Come rimprovera, Eli, i loro figlio?

(I Samuele 2:22-25) …Perché fate queste cose? Poiché odo tutto il popolo parlare delle vostre azioni malvagie. Non fate così, figli miei, poiché quel che odo di voi non è buono; voi traviate il popolo di Dio…

Troviamo un rimprovero da parte di Eli, ma erano fatti che si perpetravano da tempo! Eli avrebbe dovuto rimuovere i suoi figli dall’incarico, ma non lo fece. Il rifiuto di prendere il giusto provvedimento risultava essere un oltraggio verso Dio, in quanto evidenziava di come si ignorassero i requisiti per il sacerdozio.

Questo vale anche oggi. Nessun ministro immorale può servire il Signore e guidare il suo popolo, e ci viene indicato che deve essere rimosso dalla sua funzione.

Perché Israele, nonostante ha portato l’arca nell’accampamento, non ha ottenuto il risultato desiderato? Perché Samuele, nonostante era riconosciuto come profeta, i capi del popolo d’Israele non consultarono Dio tramite lui. Fanno di testa propria, con le proprie forze e la loro razionalità: “se l’arca ha buttato le mura di Gerico, allora funzionerà anche in questa circostanza”.

Che questo ci sia d’esempio. Rivolgiamoci a Dio in preghiera per chiedergli consiglio ed Egli, con i suoi tempi ci risponderà e farà il meglio per ognuno di noi.

(Isaia 55:6) Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentre è vicino.

(Salmo 119:2) Beati quelli che osservano i suoi insegnamenti, che lo cercano con tutto il cuore.

(Salmo 77:2) Nel giorno della mia afflizione ho cercato il Signore; la mia mano è stata tesa durante la notte senza stancarsi, l'anima mia ha rifiutato di essere consolata.

(Giobbe 13:22) Poi interrogami e io risponderò; oppure parlerò io, e tu replicherai

(Salmo 32:8) Io ti istruirò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare; io ti consiglierò e avrò gli occhi su di te.

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