
Portatori di speranza
- by Saillen Jean Claude
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13 dicembre 2020
Lettura: I Pietro 3:15-16
Stiamo vivendo in un periodo strano ed è una sfida importante per noi credenti di non chiuderci nei pochi spazi che abbiamo. Si cerca di rimanere attivi, ma non è facile e dobbiamo avere una grande consapevolezza di come Dio ci chiede di vivere il momento presente.
(I Pietro 3:15-16) Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo la coscienza pulita; affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo.
Due cose importanti troviamo in questo verso: l’invito ed essere pronti e poi la parola speranza.
Nella bibbia, la speranza è una tematica enorme. Cosa suscita in noi la speranza? La speranza è fiducia in Dio ancorata in quello che Gesù ha compiuto con la sua morte e la sua risurrezione.
(1 Pietro 1:3-5 - TILC) Benedetto sia Dio, il Padre del Signore nostro Gesù Cristo! Egli ha avuto tanta misericordia per noi, che ci ha fatti rinascere: risuscitando Gesù Cristo dai morti, egli ci ha dato una vita nuova. Così ora abbiamo una speranza viva, perché siamo in attesa di ottenere quell'eredità che Dio ha preparato nei cieli. Un'eredità sicura, che non va in rovina e non marcisce. Essa è preparata anche per voi. 5Intanto Dio vi custodisce nella fede con la sua potenza, fino a quando vi darà la salvezza, quella che sta per manifestarsi negli ultimi tempi.
La speranza è radicata nel fatto che Gesù sarà sempre al nostro fianco. Questa è la certezza del credente.
(Matteo 28:20) Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente.
La speranza è collegata con il fatto che Dio ha sempre mantenuto le Sue promesse. Già nell’antico testamento vediamo la promessa ad Abramo di una terra promessa, o la promessa del ritorno dall’esilio del popolo d’Israele, o la promessa della venuta del Messia.
La speranza escatologica è fondata sulla fiducia in Dio in ciò ch’Egli farà alla fine dei tempi.
La speranza quindi è fiducia, attesa paziente e perseverante.
Speranza è fiducia nel futuro quanto a un livello umano il futuro sembra senza speranza, o privo di speranza. La speranza cristiana va completamente contro corrente a quella del mondo.
Un pensatore cristiano francese, Jacques Ellul, ormai deceduto, con molto anticipo ha profetizzato tanti problemi che affliggono il nostro mondo oggi con un linguaggio sociologico e non religioso. Ha analizzato la nostra società e già negli anni ‘40 ha scritto delle cose che oggi sono di un’attualità incredibile. L’autore che dedicava l’articolo a questo pensatore cristiano ha affermato: “era senz’altro pessimista, ma di un pessimismo traboccante di speranza”.
Se analizziamo il nostro mondo con tutte le cose che stanno accadendo e le problematiche che ci sono, non si può che essere pessimisti. Le cose vanno male e non ci sono molti motivi per sperare in un miglioramento.
La speranza cristiana è che siamo pieni di speranza nel cuore. C’è il pessimismo da un lato, ma la speranza è viva. Sappiamo che le cose non vanno bene, ma non sono la realtà ultima: sta arrivando qualcosa di buono, di eccezionale e di sconvolgente.
(I Pietro 1:18-21 - TILC) Voi sapete come siete stati liberati da quella vita senza senso che avevate ereditato dai vostri padri: il prezzo del vostro riscatto non fu pagato in oro o argento, cose che passano; siete stati riscattati con il sangue prezioso di Cristo. Egli si è sacrificato per voi come un agnello puro e senza macchia. Dio lo aveva destinato a questo già prima della creazione del mondo; ora, in questi tempi che sono gli ultimi, egli si è manifestato per voi. E voi, per mezzo di lui, credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato la gloria. Così la vostra fede e la vostra speranza sono rivolte verso Dio.
L’enfasi va posta sul fatto che Dio è la fonte della speranza più che sui contenuti della speranza. Dio è il fondamento della nostra speranza e la speranza non ha nulla a che vedere con una forma di ottimismo.
Una formula che si utilizza sempre di più oggi è “Andrà tutto bene”. Un’affermazione vuota e con un ottimismo fondato sul nulla! E come se noi, essere umani, abbiamo combinato tanti guai e all’improvviso diventiamo tutti bravi e buoni e, chissà, che meraviglie facciamo.
Nella lingua francese ci sono di due termini per parlare di speranza: uno ha a che fare con la speranza biblica. L’altro allude ad un ottimismo senza grandi cambiamenti (in italiano non abbiamo questa sfumatura).
(Atti 1:11) Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo».
La nostra speranza è fondata su degli elementi ben concreti, ancorata su qualcosa di enorme che è accaduto (la venuta di Cristo, la sua morte, la sua resurrezione e la sua ascensione alla destra del Padre), ed è sostenuta anche da quello che deve accadere di nuovo: il ritorno di Cristo, la venuta del regno di Dio e nuovi cieli e nuova terra.
L’invito è quello di essere sempre pronti, e questa è una responsabilità fondamentale come credenti.
(I Pietro 1:15 - TILC) Perciò la vostra mente sia pronta ad agire; rimanete ben svegli. Tutta la vostra speranza sia rivolta verso quel dono di grazia che riceverete da Cristo Gesù, quando egli si manifesterà a tutti.
Si abbina al seguente verso:
(I Pietro 3:15-16 - TILC) Piuttosto riconoscete nel vostro cuore che Cristo è il Signore. Siate sempre pronti a rispondere a quelli che vi chiedono spiegazioni sulla speranza che avete in voi, ma rispondete con gentilezza e rispetto, con la coscienza pulita. In tal modo quelli che parlano male del vostro comportamento cristiano dovranno vergognarsi delle loro parole.
Siate pronti ad agire e rimante ben svegli è importante, ma in un momento come questo c’è anche un tranello: cadere in un’attesa passiva (passare il nostro tempo a sbirciare attraverso il buco della serratura per vedere se Cristo sta tornando). Non è quello che Dio vuole! Egli ci vuole trovare all’opera. Cristo, quando tornerà, vuole trovare un popolo che si sta dando da fare e non fermo con lo sguardo rivolto verso il cielo.
La traduzione più letterale di essere pronti ad agire e rimanere svegli, è “cinti i lombi della vostra mente”.
Il termine “lombi” ha a che vedere con il modo in cui gli uomini del medio oriente portavano e portano tutt’ora delle lunghe vesti lunghe che arrivano fino ai piedi che, per il tempo libero vanno anche bene, ma per poter fare un lavoro attivo, o per poter correre, o per potere combattere come soldato, è necessario avvolgersi la parte inferiore della tunica e cingerla intorno ai lombi, liberando le gambe così all'azione. Questo ci riporta al seguente brano:
(Efesini 6:14) State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi.
È un linguaggio che attira l’attenzione sull’importanza di essere pronti all’azione in qualsiasi momento. È un invito del Signore, ma anche un interrogativo per ciascuno di noi: siamo veramente pronti nel senso di essere attivi e non passivi in questi tempi che viviamo?
L’apostolo Pietro afferma che dobbiamo rendere conto della nostra speranza e non della nostra fede. Perché?
In tempi critici come quelli che viviamo, l’elemento che colpisce di più è la speranza perché viviamo in un mondo privo di speranza. Le giovani generazioni vedono un futuro cupo, perciò la speranza è proprio quello che può fare la differenza. Questa speranza non deve sembrare un’illusione o un’utopia, ma è una speranza viva che dobbiamo incarnarla con le nostre vite. Va vissuta, va dimostrata affinché le persone possano vedere qualcosa di diverso nell’affrontare i tempi difficili. Quindi bisogna essere all’opera per testimoniare l’opera di Dio, l’evangelo e farlo in maniera molto pratica acnhe servendo il nostro prossimo. Avere delle vite trasformate perché il messaggio di una vita trasformata, autentica il massaggio.
L’apostolo Pietro afferma di farlo con gentilezza e rispetto nel rendere conto della nostra fede e della nostra speranza. Questo implica un atteggiamento di umiltà e di profondo amore per il nostro prossimo, e non di superiorità. Dare quindi valore alle persone che incontriamo con timore (gr. Fobos), ovvero prenderle sul serio, e non disprezzarle.
Nell’antico testamento, il timore di Dio non vuol dire tremare quando mi rivolgo a Lui, ma prenderlo sul serio e vivere di conseguenza. Timore significa prendere sul serio i comandamenti di Dio e fare la sua volontà.
Infine bisogna farlo con una coscienza pulita. L’autentico testimone è colui la cui coscienza lo approva quando parla. Questo non significa che le nostre vite siano perfette, ma lasciamo che Dio opera in noi qualcosa della vita nuova che si deve vedere. Non vite perfette, ma trasformate. Questo è quello che il mondo deve vedere in noi. Credenti portatori di speranza, che vivono in maniera diversa, che hanno in loro qualcosa che il mondo non ha e che si deve vedere.
La speranza viva è ancorata in Dio ed è sorretta da ciò che Egli ha già fatto, e la conoscenza che farà ancora: Cristo ritornerà per instaurare il Suo regno.
La cosa importante è quella di essere consapevoli che possiamo essere pessimisti, ma ripieni di speranza. Dio sta preparando cose buone e dobbiamo cercare di fare del bene e fare delle cose che testimoniano amore e che aiutano questo mondo a farlo andare un po’ meno male di come sta andando.
Questa è la nostra responsabilità: Dio ci vuole all’opera. Il mondo è la buona creazione che rende testimonianza la genesi, e Dio ama questo mondo e anche noi dobbiamo anche amarlo. Un invito a non abbassare le braccia, ma essere attivi ed essere portatori di speranza.
Dio ci chiede un’ubbidienza pratica e nel suo piccolo, ognuno di noi è chiamato ad essere un portatore di speranza. Quali possano essere gli effetti su grande scala del nostro piccolo contributo, non è un problema nostro. Di non ha perso il controllo del nostro mondo e lo porterà dove Lui lo vuole portalo.