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Destinatari della consolazione di Dio

Destinatari della consolazione di Dio

by TP
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17 dicembre 2020
Lettura: Isaia 12:1

(Isaia 12:1) In quel giorno dirai: Io ti lodo, SIGNORE! Infatti, dopo esserti adirato con me, la tua ira si è calmata, e tu mi hai consolato.

Viviamo un momento molto difficile che induce ad avere tristezza nel nostro cuore perché non possiamo incontrare e lodare il Signore tutti insieme, o perché si ha paura di potersi ammalare.

Il contesto di questo brano si riferisce al popolo d’Israele, un popolo definito dal collo duro, che dimenticava e abbandonava Dio, e che Dio puniva per riportarlo alla riflessione, alla celebrazione e a alla lode.

(I Cronache 16:7-12) Allora, in quel giorno, Davide diede per la prima volta ad Asaf e ai suoi fratelli l'incarico di cantare le lodi del SIGNORE: «Lodate il SIGNORE, invocate il suo nome; fate conoscere le sue gesta fra i popoli. Cantategli, salmeggiategli, meditate su tutte le sue meraviglie. Gloriatevi del suo santo nome; si rallegri il cuore di quelli che cercano il SIGNORE!  Cercate il SIGNORE e la sua forza, cercate sempre il suo volto! Ricordatevi delle meraviglie che egli ha fatte, dei suoi miracoli e dei giudizi della sua bocca.

In questi versi, Davide, per la prima volta da disposizioni ad Asaf di lodare il Signore e far conoscere le sue gesta tra i popoli.

(Isaia 12:4) E in quel giorno direte: «Lodate il SIGNORE, invocate il suo nome, fate conoscere le sue opere tra i popoli, proclamate che il suo nome è eccelso!

Quali sono le gesta di Dio che noi dobbiamo far conoscere? Il primo gesto di Dio è il Suo amore che ha manifestato nei nostri confronti. Egli ha dato il Suo figlio Cristo Gesù a morire sulla croce per i nostri peccati e quindi, la prima cosa importante affinché Dio sia lodato e glorificato, è far conoscere il gesto della Sua grazia. L’ira di Dio è stata riversata sul Suo figlio Cristo Gesù.

Nonostante viviamo in questo stato di pandemia e di morti, nessuno riflette sulla grazia di Dio, e nessuno pone ascolto alla Sua Parola. Nonostante questa pandemia, la via larga è ancora affollatissima (Matteo 7:13).

La via invece di chi crede è stretta ed angusta, una via in cui il credente deve abbandonare ogni cosa, e dove addirittura può perdere la propria vita.

Il popolo non cerca Dio, si rifiuta di ascoltarlo, e poi dice: come mai c’è questa epidemia e Dio non interviene? Perché Dio non distrugge questa epidemia?

(Salmo 136:1-4) Celebrate il SIGNORE, perché egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno. Celebrate il Dio degli dèi, perché la sua bontà dura in eterno. Celebrate il Signor dei signori, perché la sua bontà dura in eterno. Colui che solo opera grandi prodigi, perché la sua bontà dura in eterno.

La bontà di Dio dura in eterno e questo possiamo affermarlo, come credenti, perché Dio ci ha salvati dando Cristo a morire sulla croce per i nostri peccati.

La motivazione chiara per cui noi celebriamo Dio è perché la Sua ira si è calmata. Dio ha inoltre elargito le sue meravigliose consolazioni verso di noi.

(Salmo 94:17-19) Se il SIGNORE non fosse stato il mio aiuto, a quest'ora l'anima mia abiterebbe il luogo del silenzio. Quand'ho detto: «Il mio piede vacilla», la tua bontà, o SIGNORE, m'ha sostenuto. Quand'ero turbato da grandi preoccupazioni, il tuo conforto ha alleviato l'anima mia.

La testimonianza del salmista è che quando è stato abbattuto da grandi afflizioni, Dio lo ha soccorso e per questo si è rallegrato. Allo stesso modo, quando l’anima nostra è oppressa o abbattuta da tante preoccupazioni, Dio ci soccorre. Se Dio non fosse il nostro aiuto, la nostra anima abiterebbe nel luogo del silenzio.

Noi siamo i destinatari della consolazione di Dio. Egli ci ha donato il consolatore che è lo Spirito Santo (Giovanni 15:26).

Dobbiamo quindi celebrare il Signore e far conoscere la Sua grazia. Egli ha tolto la sua ira su di noi, ci rallegra e ci elargisce la Sua consolazione.

(Isaia 52:9) Prorompete assieme in grida di gioia, rovine di Gerusalemme! Poiché il SIGNORE consola il suo popolo, salva Gerusalemme.

Siamo nella gioia e non dimentichiamo le parole che l'apostolo Paolo rivolge ai Tessalonicesi:

(II tessalonicesi 2:16-17) Ora lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia una consolazione eterna e una buona speranza, consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni buona parola.

Siamo scoraggiati, ma abbiamo tanti motivi per lodare Dio. Egli è il nostro consolatore.

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