Camminare nell’ubbidienza a Dio
- by AB
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26 aprile 2020
Lettura: I Giovanni 2:3-6
È un brano che “spezza le gambe”. L’apostolo Giovanni lo ricordiamo come il discepolo con il suo capo coricato sul petto del Signore Gesù e con uno sguardo adorante quando chiede al Suo Maestro “chi ti tradirà?”. Abbiamo di Giovanni, il discepolo più giovane, un’immagine di tenerezza e di affetto nei confronti di Gesù, eppure, quando noi leggiamo le sue lettere ci rendiamo conto che il carattere di Giovanni è piuttosto energico e determinante.
(I Giovanni 2:3-6) Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente completo. Da questo conosciamo che siamo in lui: chi dice di rimanere in lui, deve camminare com'egli camminò. Il tema principale di questi versi è camminare nell’ubbidienza a Dio. È un brano che mette in luce una delle principali qualità di ogni figlio di Dio.
Un primo aspetto che notiamo è l’importanza di aver conosciuto Dio. (v. 3) Da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto. Da questo noi siamo certi e abbiamo la garanzia di non aver aderito semplicemente ad una ideologia, o una filosofia, o un sistema di dottrine, ma l’importanza di aver conosciuto Dio risiede nell’ubbidienza, ubbidire alla Sua Parola e seguire il cammino che anche il Signore Gesù ha effettuato quando era in mezzo agli uomini, un’ubbidienza costante e perfetta.
(I Giovanni 4:16) Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio è amore; e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
Abbiamo questa duplice azione sia da parte di Dio e sia da parte nostra: chi rimane nell’amore, rimane in Dio e Dio rimane in noi. In questo brano scopriamo la grande importanza di conoscere l’amore di Dio. Conoscere l’amore di Dio è nell’avere una relazione personale e di intimità profonda con Lui… …vi abbiamo creduto implica che c’è stata una risposta da parte nostra, un giorno in cui si è affidata la propria vita al Signore. Un amore che non si è manifestato solo a parole, ma si è concretizzato nei fatti. Questa è la certezza in un mondo pieno d’incertezza e confusione. In questo modo rimaniamo in Dio, o riprendendo le parole di Gesù, in Giovanni 15, noi dimoriamo in Dio ed Egli dimora in noi, una garanzia assolutamente perfetta.
(I Giovanni 3:1) Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Viviamo in un habitat che non è nostro, in un “sistema mondo” che non conosce Dio a differenza di colui o colei che ha il pieno diritto di affermare di essere un figlio di Dio, non per vanto o orgoglio o perché si è migliori degli altri, ma perché è Dio che ci definisce tali e ci ha adottati come suoi figli. Questo è un tema che all’apostolo Giovanni è molto caro perché lo riprende nel suo prologo quando scrive il suo vangelo omonimo.
Quando si parla di conoscenza nella Bibbia s’intende un rapporto estremamente profondo. Basti considerare come questo verbo, conoscere, lo troviamo anche nel rapporto tra marito e moglie. A noi ch’eravamo dei condannati a morte, che non avevamo nessuna speranza, che eravamo pecore smarrite, Dio ha completamente ribaltato il nostro destino dandoci l’onore, come dichiara l’apostolo Giovanni, di essere chiamati figli di Dio, perché tali siamo. Questa è un’affermazione molto forte e niente può toglierci la garanzia di essere suoi figli. Il mondo, come non conosce Dio, non conosce nemmeno i suoi eletti, la usa chiesa, perché non ha questa relazione con Dio.
Quando si parla quindi di conoscenza, si parla anche del nostro rapporto di amore che abbiamo con Dio. Amare Dio è la più bella cartina tornasole della nostra appartenenza a Lui. Quando noi amiamo Dio vuol dire che Dio è tutto per noi, che tutta la nostra vita ruota intorno a Lui, significa che Dio è il nostro primo pensiero quando ci alziamo e il nostro ultimo pensiero quando andiamo a dormire, vuol dire essere appassionati per Lui. L’apostolo Paolo afferma che chi ama il Signore è profondamente conosciuto da Lui (I Corinzi 8:3).
Nel libro dell’Esodo (33:11) Dio parla a Mosè faccia a faccia come un uomo parla con un amico, mentre ai profeti parlava con sogni o visioni. Dio vuole mantenere questo rapporto di amicizia, di profonda ed intima comunione con noi.
L’ubbidienza è osservare quelli che sono i suoi comandamenti. Non dobbiamo illuderci o scadere nell’errore che visto che siamo salvati per grazia, possiamo comportarci come vogliamo. Nella bibbia non troveremo mai questa equazione, ma troveremo invece quella che se conosciamo Dio, allora gli ubbidiamo. Di fatto la scrittura da tantissima rilevanza all’ubbidienza.
(I Giovanni 5:2-3) Da questo sappiamo che amiamo i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. Perché questo è l'amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
La nostra ubbidienza non dimostra che amiamo soltanto Dio, ma anche la chiesa, i nostri fratelli e le nostre sorelle. L’amore non solo belle parole, ma soprattutto è dimostrato con fatti concreti, perché Dio ha dimostrato concretamente il Suo amore donando il Suo Figlio per noi, e così siamo chiamati a fare anche noi. Non si parla di un amore umano, interessato, egoistico, ma di un amore incondizionato, che si sacrifica e che possiamo dimostrare quando amiamo Dio e la Sua Parola. L’amore di Dio è descritto in relazione all’ubbidienza alla Sua Parola e all’osservanza dei suoi comandamenti.
(II Cronache 13:11) Ogni mattina e ogni sera essi bruciano in onore del SIGNORE gli olocausti e il profumo fragrante, mettono in ordine i pani della presentazione sulla tavola pura, e ogni sera accendono il candelabro d'oro con le sue lampade; noi infatti osserviamo i comandamenti del SIGNORE, del nostro Dio; ma voi l'avete abbandonato.
Tante volte nell’antico testamento troviamo questo messaggio triste dell’abbandono del popolo d’Israele nei confronti di Dio, ma questo esempio vuole metterci in guardia affinché non ci comportiamo allo stesso modo. Abbandonare Dio, voltare le spalle alle Sua Parola è un comportamento da cui dobbiamo stare molto attenti. Possiamo e dobbiamo onorare Dio con le nostre scelte e le nostre azioni, che sono la manifestazione esteriore della nostra ubbidienza.
(I Giovanni 3:24) Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. Da questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Chi ubbidisce dimostra di rimanere in Dio. Sappiamo che lo Spirito Santo è il nostro sigillo di piena appartenenza a Dio. Solo la chiesa ha il Signore Gesù è definita come il tempio di Dio e dello Spirito Santo.
Quanto del frutto dello Spirito si vede nella nostra vita? L’apostolo Paolo, in Galati 5, parla del frutto dello Spirito che si manifesta in diversi modi come un diamante con diverse facce. E nella lettera agli Efesini (5:18), l’apostolo Paolo dice di essere ricolmi dello Spirito. Nella nostra vita si vede questa pienezza, che la nostra vita è completamente dominata dallo Spirito Santo, il quale desidera guidarci e condurci per onorare Dio? La nostra vita è un profumo di odore soave che Dio può veramente gradire?
(I Co. 14:37) Se qualcuno pensa di essere profeta o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore.
Il principio generale di queste parole è questo: riconosciamo che abbiamo davanti a noi la Parola di Dio e i suoi comandamenti? Se la risposta è affermativa, questo si tramuta in un’ubbidienza costante nella nostra vita? Se le nostre scelte sono in linea con la volontà di Dio, allora stiamo dicendo, in pratica, che la Bibbia è la Parola di Dio, ma se le mie scelte non sono in linea con il pensiero di Dio, in realtà affermiamo il contrario.
Se ci riconosciamo come figli di Dio spirituali, dobbiamo riconoscere nella pratica che abbiamo i comandamenti di Dio.
(Giovanni 14:21) Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui.
L’apostolo Giovanni usa parole che sono forti …Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui.
(Proverbi 17:4) Il malvagio dà ascolto alle labbra inique, e il bugiardo dà retta alla cattiva lingua.
Chi è il bugiardo nella Bibbia? Nella scrittura si parla tante volte della persona bugiarda. Il bugiardo non solo dice la menzogna, ma vive nella menzogna. Il bugiardo ascolta ciò che il suo orecchio vuole effettivamente sentire o ascoltare. Quando si predica il vangelo e l’uomo non vuole ascoltare è perché il vangelo non è soltanto la notizia che Dio ti ama e che ha donato il Suo Figlio per la salvezza dei tuoi peccati, ma c’è anche un’altra notizia che è più difficile da digerire, ovvero che bisogna abbandonare il peccato. Quando l’uomo rifiuta il vangelo è perché preferisce ascoltare le labbra bugiarde, un falso messaggio, più dolce, più dissuadente, ma che porta all’inferno.
(Giovanni 8:44) Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna.
In questo verso Gesù si rivolge agli scribi e ai Farisei definendoli figli del diavolo. Satana è il nostro avversario e il nostro nemico, per cui dobbiamo stare molto attenti dalle macchinazioni di satana (II Corinzi 2:11). Gesù non è si sta rivolgendo a dei gentili o una nazione pagana, ma ai farisei, agli scribi che erano i religiosi di quel tempo. I farisei e gli scrivi erano sono degli illusi quando dicevano di fare la volontà di Dio.
(Apocalisse 3:1) …tu hai fama di vivere ma sei morto. Sono parole rivolte da Gesù alla chiesa di Smirne che si illude di essere, ma non è.
(Matteo 7:21) Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Si parla di ipotetiche persone, illuse, che ci sono state e ci saranno sempre, che diranno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?”, ma la risposta del Signore Gesù sarà: Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!
(I Giovanni 4:20) Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto.
Vi deve essere corrispondeva tra ciò che diciamo e come ci comportiamo. In questo verso si parla di relazioni fraterne. Se afferma di amare Dio come è il mio amore nei confronti dei miei fratelli e delle mie sorelle in Cristo? Nel libro degli Atti, ci rendiamo conto che la chiesa apostolica era determinata e decisa di donare tutta sé stessa per un fratello o una sorella, al punto di dare la propria vita.
(Giovanni 15:13) Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici.
L’amore incondizionato, che si sacrifica ci pone delle domande. Siamo chiamati sempre ad esaminarci. La prima lettera di Giovanni è molto simile all’epistola di Giacomo. Giacomo afferma che se dico di avere fede senza opere, la fede è morta. Giovanni sta dicendo praticamente la stessa identica cosa: amare in fatti e non in parole, esattamente come il Signore ha fatto nei nostri confronti.
(I Giovanni 3:18-19) Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità. Da questo conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuri i nostri cuori davanti a lui.
(II Pietro 1:12) Perciò avrò cura di ricordarvi continuamente queste cose, benché le conosciate e siate saldi nella verità che è presso di voi.
Abbiamo notato come l’Apostolo Giovanni pone molta enfasi sul valore dell’ubbidienza, e per essere dei figli di Dio ubbidienti, dobbiamo essere saldi nella verità. Stiamo attenti ai falsi insegnamenti.