L'importanza di Ascoltare
- by SP
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22 aprile 2021
Lettura: Proverbi 1:20-23
Ascoltare significa udire con attenzione, stare a udire oppure dare retta, seguire i consigli o gli ammonimenti dati.
Quando nella Parola di Dio si parla di ascoltare, si fa riferimento a questo significato. Per natura, ogni essere umano ha la tendenza a non ascoltare. Non ascoltare o ascoltare implica altri aspetti quali ad esempio, porre o meno attenzione nella lettura di un testo. A quanti di noi è capitato di leggere una pagina di un libro (soprattutto la Bibbia), di una rivista o un articolo sui social e aver preso fischi per fiaschi? Penso a tutti.
Non ascoltare o ascoltare implica anche e soprattutto non comprendere fino in fondo il pensiero dell’altra persona che sta parlando, con la conseguenza di interpretare male il suo pensiero contrastandolo a prescindere o al contrario, essendo d’accordo a prescindere e quindi, se ad esempio stiamo cercando di confortare qualcuno (credente o non) non otterremo risultati perché non stiamo ponendo attenzione a quello che sente in quel momento e pensiamo che il problema sia ciò che stiamo interpretando e non quello che effettivamente cerca di comunicarci l’altro . Oppure se stiamo evangelizzando, rischiamo di non orientare il discorso sul cuore della questione che sta sollevando l’altra persona.
Detto questo possiamo dire che la seconda accezione della definizione di ascoltare è una diretta conseguenza della prima accezione. Se non poniamo attenzione, che sia la lettura o l’udito verbale, non seguiremo i consigli.
La Parola di Dio sancisce l’importanza dell’ascolto! Sia nel significato di porre attenzione, sia nel significato di ascoltare i consigli che essa ci dà.
(Proverbi 1:20-23) La saggezza grida per le vie, fa udire la sua voce per le piazze; 21 negli incroci affollati essa chiama, all'ingresso delle porte, in città, pronuncia i suoi discorsi: 22 «Fino a quando, ingenui, amerete l'ingenuità? Fino a quando gli schernitori prenderanno gusto a schernire e gli stolti avranno in odio la scienza? Volgetevi ad ascoltare la mia correzione; ecco, io farò sgorgare su di voi il mio Spirito, vi farò conoscere le mie parole.
In questo passo viene personificata la saggezza. Nell’antico testamento, spesso la saggezza, fa riferimento alle capacità mentali e fisiche di artigiani, marinai, cantori, lamentatori, amministratori, o consiglieri, ma nel libro dei Proverbi assume un significato diverso, ossia l’applicazione dei principi etici e morali che hanno come risultato una vita pratica secondo Dio.
Come sappiamo però, non è possibile vivere una vita che piace a Dio senza sconoscerlo, ecco perché l’autore dei Proverbi fa una premessa importante:
(Proverbi 1:7) Il timore del SIGNORE è il principio della scienza.
Dio vuole che l’uomo Lo ascolti, gli presti attenzione e dia retta ai Suoi consigli. Egli mette a disposizione dell’uomo la Sua saggezza e tutto ciò di cui egli ha bisogno, in primis la salvezza della sua anima nella persona di Cristo Gesù che rappresenta il beneficio più grande che un uomo possa ottenere sulla terra.
(Giovanni 5:24) Chi ascolta la mia Parola e crede a Colui che mi ha mandato ha vita eterna e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
(Romani 10:17) Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo”.
Nel passo di Proverbi è interessante notare i verbi che accompagnano la saggezza: grida, fa udire la sua voce, chiama. Tutto questo avviene presso luoghi pubblici (piazze, incroci affollati, all’ingresso delle porte, in città). Questo ci fa comprendere che Dio e la Sua Parola sono alla portata di tutti! Ogni uomo, in qualche modo ha la possibilità di ascoltare Dio! Questo perché ascoltare comprende una moltitudine di azioni: investigare, udire, leggere, riflettere e meditare. Pensiamo ad esempio, ai modi attraverso cui Dio si è rivelato all’uomo (la creazione, Gesù Cristo, la Bibbia).
Se riflettiamo su ognuno di questi modi attraverso cui Dio si è fatto conoscere all’uomo, comprendiamo che non possiamo far altro che essere d’accordo con l’apostolo Paolo quando afferma: “…perciò essi sono inescusabili” (Romani 1:20). L’apostolo affermava questo in riferimento al fatto che le qualità invisibili di Dio, la sua eterna potenza e divinità sono manifeste all’uomo già tramite la creazione. Tramite essa ogni uomo ha la possibilità di “ascoltare” Dio, di riflettere e avere cognizione dell’esistenza di un Essere Superiore. La creazione è già sufficiente per rendere l’uomo non giustificabile di non aver potuto conoscere Dio.
Se pensiamo alle altre due rivelazioni, chi non ha mai sentito parlare almeno una volta di Gesù o non ha nella propria casa una Bibbia o non ha internet per informarsi sull’argomento? Senza dubbio ci sono luoghi dove il Vangelo non è ancora giunto e vi è la necessità di pregare affinché Dio porti avanti la Sua opera anche in questi luoghi, ma comunque questi uomini sono inescusabili.
Anche noi credenti siamo chiamati ad ascoltare la voce di Dio e quella del nostro prossimo.
(Giacomo 1:20-25) Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira; perché l'ira dell'uomo non compie la giustizia di Dio. Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre. Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi. Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com'era. Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare”.
Questo brano coniuga perfettamente i die aspetti della definizione iniziale di ascoltare. Secondo questo passo, tutti i cristiani devono essere, in primo luogo, pronti all’ascolto, lenti a parlare e lenti all’ira, sia nel rapporto con Dio, sia nelle relazioni interpersonali.
Nella nostra relazione con Dio questo si traduce sicuramente con una lettura, meditazione e studio della Parola di Dio attento e scrupoloso. Troppe volte diamo interpretazioni personali alla Parola di Dio spinti forse dalla pigrizia di cercare di capire cosa potrebbe significare quel determinato passo perché comporta una fatica di studio maggiore oppure siamo stretti dal poco tempo a disposizione che abbiamo per meditare e studiare la Bibbia, ci basiamo superficialmente su ciò che comprendiamo immediatamente dimenticando quanto la stessa Scrittura ci ricorda in
(Apocalisse 22:18-19) Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro.
(Galati 1:8-9) Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema.
Sicuramente i contesti di questi due brani fanno riferimento a due circostanze ben precise e diverse da ciò di cui stiamo parlando, ma allo stesso tempo, ci fanno comprendere quale sia la considerazione che Dio ha della Sua stessa Parola. Ogni predicatore ed ogni cristiano deve essere consapevole di essere un ambasciatore di Dio, un Suo messaggero che deve trasmettere il Suo messaggio integralmente e con esattezza. Quando leggiamo, meditiamo e studiamo la Scrittura dobbiamo essere certi di aver compreso almeno il significato di quei determinati passi nel loro relativo contesto.
Dopo aver compreso ciò che Dio vuole, il secondo passo è certamente quello di mettere in pratica quella Parola (seconda accezione della definizione di ascoltare) ovvero di seguire quel consiglio, comando, esortazione, evitare quel peccato.
Mettere in pratica la Parola comporta lo stesso impegno con cui si cerca di comprenderla e porre attenzione a quello che essa vuole dirci. Quali sono i benefici di ascoltare nel senso di mettere in pratica la Parola di Dio?
Sicuramente il primo beneficio lo abbiamo trovato nel brano di Giacomo: la felicità. Esso non è l’unico e il libro dei Proverbi viene nuovamente in nostro aiuto.
(Proverbi 2:1-22) Figlio mio, se ricevi le mie parole e serbi con cura i miei comandamenti, prestando orecchio alla saggezza e inclinando il cuore all'intelligenza; sì, se chiami il discernimento e rivolgi la tua voce all'intelligenza, se la cerchi come l'argento e ti dai a scavarla come un tesoro, allora comprenderai il timore del SIGNORE e troverai la scienza di Dio. Il SIGNORE infatti dà la saggezza; dalla sua bocca provengono la scienza e l'intelligenza. Egli tiene in serbo per gli uomini retti un aiuto potente, uno scudo per quelli che camminano nell'integrità, allo scopo di proteggere i sentieri della giustizia e di custodire la via dei suoi fedeli. Allora comprenderai la giustizia, l'equità, la rettitudine, tutte le vie del bene. Perché la saggezza ti entrerà nel cuore, la scienza sarà la delizia dell'anima tua, la riflessione veglierà su di te, l'intelligenza ti proteggerà; essa ti scamperà così dalla via malvagia, dalla gente che parla di cose perverse, da quelli che lasciano i sentieri della rettitudine per camminare nelle vie delle tenebre, che godono a fare il male e si compiacciono delle perversità del malvagio, i cui sentieri sono contorti e percorrono vie tortuose. Ti salverà dalla donna adultera, dalla infedele che usa parole seducenti, che ha abbandonato il compagno della sua gioventù e ha dimenticato il patto del suo Dio. Infatti la sua casa pende verso la morte, e i suoi sentieri conducono ai defunti. Nessuno di quelli che vanno da lei ne ritorna, nessuno riprende i sentieri della vita. Così camminerai per la via dei buoni e rimarrai nei sentieri dei giusti. Gli uomini retti infatti abiteranno la terra, quelli che sono integri vi rimarranno; ma gli empi saranno sterminati dalla terra, gli sleali ne saranno estirpati.
Come cristiani dobbiamo essere pronti all’ascolto, lenti a parlare e lenti all’ira anche nelle nostre relazioni con le altre persone. In questo modo riusciremo a comprendere il pensiero del nostro prossimo e potremo essere di aiuto nel caso in cui abbia bisogno di conforto, nel caso in cui ci stia dando delle spiegazioni o delle indicazioni.
Molti dei nostri problemi relazionali sorgono proprio a causa delle incomprensioni dovute alla mancanza di ascolto. Troppe volte facciamo fatica a metterci nei panni dell’altro e tiriamo delle conclusioni affrettate. Troppe volte siamo ansiosi di esprimere le nostre opinioni a tutti i costi, a discapito di tutto e di tutti, credendo di aver già compreso quello che c’è nella testa di un’altra persona.
La mancanza di ascolto, sensibilità e comprensione e la prontezza al parlare ed adirarsi genera arroganza che spacca i rapporti fra le persone e talvolta, spacca le chiese locali. Essa nel passato (e anche nel presente) ha prodotto anche guerre e conflitti. Paolo ci da dei consigli per evitare la mancanza di ascolto nella chiesa:
(Filippesi 2:3-8) Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.
(Colossesi 3-8-14): “Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene. Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato. Qui non c'è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti. Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. Al di sopra di tutte queste cose rivestitevi dell'amore che è il vincolo della perfezione”.
L’umiltà, la mansuetudine, la misericordia, la benevolenza, la pazienza, l’altruismo e l’amore sono la cura alla mancanza di ascolto. In poche parole è necessario manifestare il frutto dello Spirito e per far questo dobbiamo camminare nello Spirito (Galati 5).
(Romani 12:15) Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.
Le stesse virtù sono necessarie nelle nostre relazioni con i non credenti.
(I Pietro 3:15-16) Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo la coscienza pulita; affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo.
Quando testimoniamo del Signore non dobbiamo pensare di dover persuadere chi ci sta di fronte, il nostro compito è presentare il messaggio di Cristo con prontezza, mansuetudine e rispetto in quanto l’opera di convincimento appartiene allo Spirito Santo. La mansuetudine ed il rispetto implicano la virtù di essere capaci di ascoltare e comprendere quale sia realmente il pensiero dell’altra persona in modo tale da orientare il discorso sul punto della questione senza imporre nulla, ma con assoluta franchezza.
In conclusione possiamo dire che Dio vuole che l’uomo (credente o meno) ascolti. È importante porre attenzione a ciò che Dio dice ed è importante ubbidire alla Sua Parola. Non meno importante è ascoltare il nostro prossimo per migliorare le nostre relazioni.
Impariamo a porre attenzione a ciò che Dio dice. Questo significa che dobbiamo avere un tempo di lettura, meditazione e studio qualitativo. Mettiamo in pratica la Parola, cercando di essere coerenti. Impariamo a metterci nei panni dell’altra persona, sbarazzandoci dell’egoismo e dell’arroganza.