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Amare a fatti e in verità

Amare a fatti e in verità

by FDG
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25 aprile 2021
Lettura: I Giovanni 3:11-18

(I Giovanni 3:18) Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.

I problemi della chiesa derivano molto spesso dal fatto che non si ama con i fatti e con verità. Il credente è chiamato a distinguersi dal mondo attraverso un comportamento consono alla Parola di Dio con una vita segnata e compenetrata dall’amore.

(I Pietro 1:22) Avendo purificato le anime vostre con l'ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore.

(I Giovanni 3: 11) Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri.

Il motivo per cui dobbiamo amarci, è che Dio ci ha amati per primo (Giovanni 3:16). L’apostolo Paolo afferma che l’amore di Dio è sparso nei nostri cuori per la potenza dello Spirito Santo che ci è stato dato. L’amore dev’essere visibile nelle nostre relazioni fraterne.

Il contrario dell'amore è l’odio, e l’odio viene del maligno.

(I Giovanni 3:12) Non come Caino, che era dal maligno, e uccise il proprio fratello. Perché l'uccise? Perché le sue opere erano malvagie e quelle di suo fratello erano giuste.

Spesso si sente dire che l’uomo, fondamentalmente, è buono, ma la Parola di Dio non afferma questo, oltre alle cronache che ascoltiamo tutti i giorni. L’uomo, per natura, è peccatore. Le opere di Abele erano giuste, e questo portò Caino ad odiare il suo proprio fratello.

(I Giovanni 3:13) Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia.

Il mondo odia i veri cristiani, perché prima di odiare loro, ha odiato Gesù Cristo. Questo non deve meravigliarci, e dobbiamo stare attenti a non scendere allo stesso livello del mondo. La sicurezza della nostra salvezza non si fonda sui sentimenti, ma sulla fede in Cristo.

(I Giovanni 3:14) Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte.

In questo verso, si afferma che il credente deve amare tutti i fratelli. Chi non ama, è nella morte. L’odio è il segno della morte.

(I Giovanni 3:15) Chiunque odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.

L’indignazione non deve mai scadere nell’odio.

(I Giovanni 3:17-18) Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.

L’amore deve cementare il nostro rapporto tra credenti. La fede ha risvolti sociali che toccano anche gli altri. Non dobbiamo perdere di vista la funzione sociale di testimoniare concretamente la nostra fede. Il nostro compito è quello di imitare Cristo.

L’amore non è un concetto che può essere sviluppato dall’uomo, ma solo insegnato da Gesù Cristo.

Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.

È un paradosso dare la vita per il proprio fratello perché nessuno può pagare il riscatto della vita del suo prossimo. Qui l’apostolo Giovanni sta dicendo che dobbiamo operare con la stessa disponibilità dell’amore di Cristo. Egli ha dato tutto sé stesso per noi (Efesini 5:2).

Su questa base siamo chiamati ad amare imitando Cristo. I farisei dicevano, ma non mettevano in pratica. Questa è un’incoerenza che minaccia anche noi.

(Giacomo 2:15-16) Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve?

Dobbiamo amare a fatti e in verità. Gli insegnamenti sull’amore non mancano nella Bibbia, ma il pericolo risiede nel fatto che questi insegnamenti restano solo teorici.

Dio non ci chiede di risolvere tutti i problemi della società, ma una maggiore coesione e solidarietà all’interno del corpo di Cristo.

Dobbiamo rinunciare all’egoismo e mettere in pratica l’esercizio del discernimento.

 

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