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L'amore crea legami

L'amore crea legami

by FDG
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21 marzo 2021
Lettura: II Corinzi 7:2-4

Nonostante la costanza di Paolo nell’amore, il cuore dei credenti di Corinto era chiuso nei suoi confronti. L’apostolo Paolo, quindi si rivolge ai credenti considerandoli come loro figli (II Corinzi 6:13) e quindi desiderava che questo suo amore venisse contraccambiato.

(II Corinzi 6:14) Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre?

La mancanza di purezza e di consacrazione verso Dio alimenta dei contrasti tra i credenti. Questo è il motivo per cui l’apostolo Paolo riprende l’argomento sublime dell’amore e dell’affetto fraterno e afferma:

(II Corinzi 7:2) Fateci posto nei vostri cuori! Noi non abbiamo fatto torto a nessuno, non abbiamo rovinato nessuno, non abbiamo sfruttato nessuno.

Gesù ha detto di amare Dio con tutto il proprio cuore e poi il prossimo come se stessi. In questo si vede la costanza di Paolo nel ribadire il suo amore costante verso i credenti di Corinzi che copre tutte le mancanze di attenzioni che possono manifestarsi nell’amore fraterno.

La richiesta di Paolo deriva dalla sua umiltà. Quindi bisogna essere pronti ad abbassarsi per far sentire gli altri più importanti di sé stessi. Tante volte la nostra carne manifesta il nostro orgoglio dando origine al formalismo e alla freddezza nella propria chiesa locale.

La chiesa è una famiglia cristiana, ma tante volte si trasforma in un club perché non c’è amore. Se non riusciamo a realizzare l’amore fraterno, allora siamo come un rame risonante o uno squillante cembalo.

(Giovanni 13:34) Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri.

Il primo passo da fare è quello di umiliarsi, rinunciare quindi al proprio prestigio personale e al proprio orgoglio vigilando sulla propria vita cristiana con un comportamento consono alla parola di Dio, evitando tutto ciò che può compromettere la realizzazione dell’amore fraterno.

L’apostolo Paolo testimonia una sua condotta irreprensibile completamente in contrasto con le calunnie che circolavano tra i credenti di Corinto: “Noi non abbiamo fatto torto a nessuno, non abbiamo rovinato nessuno, non abbiamo sfruttato nessuno”.

La ricerca dell’armonia non può andare a scapito dell’imparzialità. Infatti, leggiamo

(II Corinzi 8:13) Infatti non si tratta di mettere voi nel bisogno per dare sollievo agli altri, ma di seguire un principio di uguaglianza;

Alcuni furono credenti furono indotti a prendere le distanze di Paolo il quale non si sottrasse alle conseguenze giuridiche del suo operato, soffrendo battiture, arresti e prigionie. Paolo ha sofferto per il vangelo.

(II Corinzi 7:5) Da quando siamo giunti in Macedonia, infatti, la nostra carne non ha avuto nessun sollievo, anzi, siamo stati tribolati in ogni maniera; combattimenti di fuori, timori di dentro

L’apostolo Paolo non ha mai “sfruttato un credente”. L’accusa che gli veniva fatta era quindi infondata perché non fu di peso a nessuno neanche dal punto di vista economico (Atti 18:3). Paolo non aveva fatto nulla che poteva in qualche modo “ostacolare” gli affetti fraterni. Paolo ha sofferto per il vangelo, e le accuse che gli venivano rivolte erano infondate, e per questo suo comportamento irreprensibile, Paolo, poteva chiedere ai Corinti di rinnovare il proprio amore nei suoi confronti.

(II Corinzi 7:3) Non lo dico per condannarvi, perché ho già detto prima che voi siete nei nostri cuori per la morte e per la vita.

Per ottenere dei buoni risultati ci vuole la perseveranza nell’amore senza lasciarsi scoraggiare. Paolo, benché fosse dispiaciuto per quello che gli stava accadendo, amava i credenti di Corinto.

Quelli di Paolo sono dei sentimenti profondi e impegnativi che si possono nutrire in questa vita di pellegrinaggio. Gli inviti fatti da Paolo ai Corinti non erano un rimprovero, ma un richiamo ad essere di testimonianza che niente, nella vita e nella morte, poteva dividerlo da loro.

Paolo sapeva che la comune fede che abbiamo in Cristo Gesù crea dei legami forti che durano per l’eternità, e l’amore è il presupposto di questi legami. Quando esiste l’amore profondo e sincero si ha la capacità di andare avanti sempre.

(II Corinzi 7:4) Grande è la franchezza che uso con voi e molto ho da vantarmi di voi; sono pieno di consolazione, sovrabbondo di gioia in ogni nostra tribolazione.

Cristo è l’esempio per eccellenza: per la gioia che gli era posta dinanzi, sopportò la croce.

Paolo considerava, se pur rattristato, i credenti di Corinti un suo proprio vanto. Quasi una contraddizione se pensiamo al fatto che i sentimenti di Paolo erano ripagati con l’indifferenza. In questo paradosso vi è il segreto: Paolo con la sua costanza amorevole mostra l’amore di Cristo.

(Geremia 31:3) Da tempi lontani il SIGNORE mi è apparso. «Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà.

Siamo capaci di viere questo amore perseverante, solido e stabile in mezzo a tante incomprensioni e incidenti di percorso? Tante volte non si ottengono i risultati perché ci scoraggiamo con facilità in mezzo ai problemi che incontriamo nella nostra vita.

Il litigio, la discordia, l’invidia, la maldicenza… …sono sentimenti da cancellare e condannare dal nostro cuore per poter perseverare nell’amore. Dobbiamo anche essere dei credenti avveduti e non dare spazio all’indifferenza. Quando c’è indifferenza, l’amore è freddo.

Come figli di Dio dobbiamo ricordarci ciò che afferma l’apostolo Giovanni: (I Giovanni 4:20) Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto.

 

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