Dio è al tuo fianco
- by SP
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13 maggio 2021
Lettura: Salmo 56
È interessante notare la circostanza nella quale è stato composto questo Salmo: “Inno di Davide quando i Filistei lo presero in Gat”.
(1 Samuele 21:10-15) “Allora Davide si alzò, e quel giorno riprese a fuggire lontano da Saul e andò da Achis, re di Gat. I servi del re dissero ad Achis: «Non è questi Davide, il re del paese? Non è egli colui del quale si cantava nelle danze: "Saul ha ucciso i suoi mille e Davide i suoi diecimila?"». Davide si tenne in cuore queste parole e temette Achis, re di Gat. Mutò il suo modo di fare in loro presenza, faceva il pazzo in mezzo a loro, tracciava dei segni sui battenti delle porte e si lasciava scorrere la saliva sulla barba. Achis disse ai suoi servitori: «Guardate, è un pazzo. Perché me l'avete condotto? Mi mancano forse dei pazzi, che mi avete condotto questo a fare il pazzo in mia presenza? Costui non entrerà in casa mia!»
Il contesto più ampio di questo passo fa riferimento ad altri episodi. In primo luogo, Davide aveva ricevuto l’unzione di re (I Samuele 16); successivamente sconfigge il campione dei Filistei, Golia (cap.17) e da quel momento in poi, inizia una faida interminabile tra lui e Saul. Tutto nasce da un evento in particolare, descritto in I Samuele 18:7 che poi diviene noto a tutte le popolazioni che circondano Israele: “le donne, danzando, si rispondevano a vicenda e dicevano: «Saul ha ucciso i suoi mille, e Davide i suoi diecimila»”
Quell’episodio segnò l’inizio della caccia di Saul a Davide per attentare alla sua vita. Ciò mise Davide in condizione di scappare aiutato dal figlio di Saul stesso.
Dopo la fuga, la prima città in cui giunse Davide fu Nob, in cui Doeg, l’Edomita (alleato di Saul), lo vide e lo riferì a Saul. In quella circostanza Davide compose il Salmo 54 che ha una struttura molto simile al Salmo 56.
Quando giunge a Gat, da Achis, re di quella città, compone, oltre al Salmo 56, il Salmo 34 che ha un tenore totalmente diverso.
Davide in questi versi elenca le sofferenze che stava attraversando in quel momento. Notiamo le espressioni:
- “gli uomini mi insidiano”;
- “mi combattono e mi tormentano tutti i giorni”;
- “i miei nemici mi perseguitano continuamente”;
- “fraintendono sempre le mie parole; tutti i loro pensieri sono volti a farmi del male”;
- “si riuniscono, stanno in agguato, spiano i miei passi, cercano di togliermi la vita”.
Analizzando queste espressioni, si possono ricavare le caratteristiche di queste sofferenze: costanti, dolorose, intense, frustranti, ingiuste, non dipendevano da lui, derivavano dai nemici e non solo, generano paura, ansia e depressione e non sembrano aver fine.
Proviamo a calarci nei panni di Davide e immedesimiamoci nelle sue sofferenze: per ben due volte aveva schivato la lancia di Saul che gli accarezzò il capo; fu ingannato alle nozze; passò una notte insonne fuggendo dall’assedio di Saul; non poté più rivedere il suo amico Gionatan; in ogni luogo nel quale si recava, veniva spiato dagli alleati di Saul…un continuo tormento!
Ciascuno di noi ha attraversato, attraversa e attraverserà delle sofferenze e le cause possono essere molteplici. Ognuno di noi può sicuramente ritrovare le caratteristiche delle sofferenze di Davide in quelle che sta affrontando. Pensiamo alla perdita di un proprio caro, di un figlio, di una moglie ecc., è una sofferenza intensa, lancinante, ingiusta a volte e costante che non sembra aver fine e, soprattutto, che non dipende da noi. Pensiamo al tradimento di un amico, di un fratello in Cristo, di un familiare ecc., è frustrante e intensa. Pensiamo alla perdita del lavoro, ad una malattia, il crollo di convinzioni e certezze che generano paura, ansia e depressione, oltre ad essere intense, costanti e che non sembrano avere mai fine. Pensiamo alla sofferenza di ogni cristiano perseguitato, nei modi più disparati, a causa della sua fede!
Tutto ciò ci insegna una cosa fondamentale: ciascuno di noi soffre ed è colpito da sofferenze! Ogni sofferenza ha le medesime caratteristiche di un’altra e non dobbiamo pensare che qualcuno soffre più o meno di noi. Siamo tutti diversi e non necessariamente ciò che fa soffrire me, procura la medesima sofferenza in un altro.
Se siamo dei figli di Dio, dei cristiani, la sofferenza sarà una costante della nostra vita. Gesù preparò i Suoi discepoli a questo durante l’ultima cena:
(Giovanni 13:33) Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.
(I Pietro 5:8-9) Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo.
Helen Roseveare, una grande donna di Dio che ha sofferto tanto per il Vangelo ha potuto dire: “Dio non usa mai una persona grandemente finché non l’ha ferita profondamente. Il privilegio che ti offre è maggiore del prezzo che devi pagare”.
Siamo sensibili verso chi sta vivendo delle sofferenze? Paolo ci ricorda di “piangere con quelli che piangono”, e ancora in Galati 6:2 è scritto: “Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo”.
La prima cosa che Davide fa nella sofferenza è proprio affidarsi a Dio! Preso dal dolore si lancia in uno sfogo con Lui, infatti, l’inizio del Salmo testimonia il fatto che Davide stia pregando Dio: “Abbi pietà di me, o Dio…”.
Non è così scontato cadere in ginocchio davanti a Dio. Spesso ci lasciamo prendere dall’ansia, dalla disperazione e dall’irrefrenabile voglia di lamentarci con tutti meno che con Dio, ma Davide ci offre l’esempio di come affrontare ogni sofferenza: in preghiera! Davanti al nostro Signore possiamo piangere, sfogarci, fare cordoglio e persino lamentarci.
(Filippesi 4:6-7) Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
(Salmo 56:3-4) Nel giorno della paura, io confido in te. In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, e non temerò; che mi può fare il mortale?
Questi versi insieme al verso 11, costituiscono il ritornello del Salmo, rappresentano i versi chiave. Davide ha fiducia in Dio nonostante tutto. Sicuramente tutta questa situazione generava in lui una paura costante ed ansia che spesso sono sentimenti inevitabili.
Il concetto di confidare in Dio nel giorno della paura, ci fornisce un’immagine che Davide aveva ben chiara davanti a sé: aggrapparsi ad un sostegno per non precipitare. Abbandonarsi alla paura, significa abbandonarsi alla depressione (es. Elia). Quando ci troviamo dinanzi ad una sofferenza che provoca in noi paura, ansia e panico, ci troviamo sempre davanti ad un bivio: aggrapparci a Dio e reagire, armandoci delle Sue promesse oppure abbandonarci alla gravità della situazione e sprofondare nel buio più totale. Mai nessuna sofferenza sarà tale al punto di non permetterci di fare questa scelta.
Davide era certo di poter confidare in Dio perché conosceva la Sua Parola ed era convinto delle verità contenute in essa!
L’unico modo per orientare le nostre azioni in un determinato modo è avere delle convinzioni profonde e se queste convinzioni hanno come fondamento le verità contenute nella Parola di Dio, allora non avremo alcuna difficoltà a scegliere di confidare in Lui!
(Filippesi 1:21) Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno.
Questa rappresenta la più grande delle convinzioni di un cristiano! La nostra vera vita non è quella sulla terra, ma nel cielo! Nell’eternità con Dio! Hai tu questa convinzione? O la vita terrena soffoca questa convinzione?
(Salmo 56:8) Tu conti i passi della mia vita errante; raccogli le mie lacrime nell'otre tuo; non le registri forse nel tuo libro?
Queste due frasi ci fanno comprendere due verità fondamentali: Dio conosce la vita e la sofferenza di Davide. Davide evoca l’Onniscienza di Dio. Egli conosceva ogni tappa della sua vita, tutto il suo percorso, tutte le sue qualità; nulla Gli era nascosto.
Davide descriverà in maniera approfondita questa conoscenza che Dio aveva di lui.
(Salmo 139:1-6) SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero. Tu mi scruti quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie. Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, SIGNORE, già la conosci appieno. Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle, e poni la tua mano su di me. La conoscenza che hai di me è meravigliosa, troppo alta perché io possa arrivarci.
(Salmo 139:13-16) Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre. Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l'anima mia lo sa molto bene. Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d'essi era sorto ancora.
Dio ti conosce in maniera perfetta, molto più di quanto tu possa conoscere te stesso. Non abbiamo bisogno di rendere note a Dio le nostre situazioni; Egli le conosce perfettamente.
(Matteo 10:30) Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.
Questo è un grande incoraggiamento perché quando qualcuno non ci valorizza per quello che siamo, Dio ci conosce alla perfezione, non abbiamo bisogno né di dimostrare qualcosa, né di ostentare nulla. Di contro, se riusciamo ad ingannare il nostro prossimo, sicuramente non inganneremo Dio perché nulla è nascosto ai Suoi occhi.
Dio conosce le sofferenze di Davide. Dio raccoglieva le lacrime di Davide e le registrava. Era vicino a Davide nelle sue sofferenze e soprattutto, non era indifferente! Egli conosceva bene le ingiustizie che stava vivendo, la sua causa gli era davanti.
Fratello, sorella non sei solo/a, non siamo soli nelle nostre sofferenze. Quando tutti si sono dimenticati di noi, Dio è lì al nostro fianco; quando vedi tutto buio intorno a te, Dio è con te nel dolore!
Solo concentrandoci sul carattere di Dio, non sprofonderemo nel dolore, consapevoli che nulla sfugge al Suo sguardo!
(Romani 8:28) Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.
Dio ha il controllo costante della nostra vita e tutto quello che Lui permette coopera al nostro bene. Credi tu questo?
(Salmo 56:9) Nel giorno che t'invocherò i miei nemici indietreggeranno. So che Dio è per me.
Davide è certo che Dio risponderà alle sue preghiere! Questa fede di Davide non era frutto solamente di una circostanza negativa, ma era frutto di una comunione quotidiana con Dio!
(Giovanni 15:7) Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.
Spesso nelle nostre preghiere utilizziamo espressioni del tipo: “Signore ti prego che Tu possa guarire il fratello Tizio, ma sia fatta la tua volontà”. Molte volte, tali espressioni denotano una mancanza di fede, più che un atteggiamento umile dinanzi a Dio. Nessuno di quelli che andavano a Gesù avevano un simile atteggiamento. Tutti riconoscevano e credevano che Lui potesse guarirli. La preghiera è un potente mezzo che può sconvolgere la nostra vita e quella di chi ci circonda. Possiamo essere certi che Dio ci esaudisca? Cosa ci limita a credere che Dio possa fare quello che Gli stiamo chiedendo?
(Salmo 56:10) Loderò la parola di Dio; loderò la parola del SIGNORE.
È totalmente contradditorio, dal punto di vista umano, lodare Dio perché stiamo soffrendo. Gli occhi di Davide non erano fissi sulle circostanze che stava vivendo, ma sui punti precedenti: sul carattere di Dio e nella comunione con Lui. Queste certezze, unitamente alla speranza della vita eterna, erano il carburante, la motivazione per cui i nostri fratelli di 2000 anni fa erano disposti a dare la propria vita, sbranati dai leoni e utilizzati come torce umane dai romani. Sono gli stessi motivi che spinsero quei 21 giovani copti a lodare Dio prima di essere decapitati e che animano ogni giorno centinaia di cristiani perseguitati.
(Filippesi 4:4) Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.
La gioia del Signore è a forza che anima ogni credente! Perché dovremmo rallegrarci nella sofferenza? Perché Dio è buono! Perché ci ha dato ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo! Perché lo vedremo così come Egli è! Perché siamo Suoi! Perché non ci delude mai! E ci sarebbero un’infinità di motivi per essere gioiosi in Lui! La gioia non è una prerogativa della terra, ma del cielo che i cristiani vivono già sulla terra!
(Salmo 56;12-13) Io manterrò le promesse che ti ho fatte, o Dio; io t'offrirò sacrifici di lode, perché tu hai salvato l'anima mia dalla morte, hai preservato i miei piedi da caduta, perché io cammini, davanti a Dio, nella luce dei viventi.
Le sofferenze che Davide stava vivendo non furono un impedimento al servizio che Egli rendeva a Dio. La sua consacrazione non dipendeva dall’andamento della sua vita, ma dalla riconoscenza per quello che Dio aveva fatto nella sua vita. Talvolta le paure, gli scoraggiamenti e in generale le sofferenze, ci portano a perdere di vista l’obiettivo e ci bloccano nel servizio da rendere a Dio.
Il nostro rapporto con Dio non deve dipendere dalle circostanze, altrimenti ci comporteremmo da mercanti con Lui. Il nostro servizio scaturisce dalla gloriosa posizione di figli di Dio concessaci dal nostro Padre celeste, da quello che Lui ha fatto per noi, fa e farà.
Il nostro rapporto con Dio è un rapporto che deve essere governato dall’amore che Lui ci ha ampiamente dimostrato alla croce. Quando consideriamo cosa siamo in Cristo e cosa abbiamo in Lui, tutto intorno a noi perde valore!
I benefici ricevuti da Dio superano di gran lunga ogni situazione spiacevole della vita!
(Colossesi 3:1-4) Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.
Questa non è la vera vita. Per cosa stiamo investendo? Per le cose celesti o per quelle terrene?
I nemici di Davide cospiravano contro di lui, gli davano addosso incessantemente, ma Dio era al suo fianco! Sicuramente un giorno ognuno di noi dovrà affrontare una sofferenza. Probabilmente la stai già vivendo. Quale prospettiva vogliamo questa sera? Delusione, amarezza, depressione e sconforto oppure gioia, trionfo e fiducia in Dio?
Svuotiamo la nostra vita dalle certezze umane e terrene e fondiamo le nostre certezze sulle verità divine contenute nella Parola di Dio. Impegniamoci a pregare per tutti coloro che stanno soffrendo come se quelle sofferenze siano nostre.