Riconciliati
- by FDG
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16 maggio 2021
Lettura: Efesini 2:11-22
Questi versi evidenziano la condizione dell’uomo prima e dopo della riconciliazione con Dio. Se desideriamo capire bene questo concetto dobbiamo evidenziare due richiami che l’apostolo Paolo rivolge alla chiesa di Efeso: un tempo stranieri di nascita, e senza Cristo.
(Efesini 2:11-12) Perciò, ricordatevi che un tempo voi, stranieri di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono nella carne per mano d'uomo, voi, dico, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo.
(Efesini 2:10) infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.
Tre aspetti importanti vediamo in questo testo: l’uomo prima della riconciliazione, l’uomo nella realtà in quanto alla riconciliazione e la finalità della riconciliazione.
Prima della riconciliazione eravamo pagani e senza orientamento morale e spirituale. Rifiutavamo la rivelazione di Dio ed eravamo abbandonati a noi stessi e senza speranza. Eravamo considerati come dei cani. Vivevano nella cattiveria e nell’invidia e ci odiavamo gli uni e gli altri. Avevamo l’intelligenza ottenebrata per l’indurimento del nostro cuore. Un disagio totale.
Dio ha promesso ad Abramo una benedizione universale che, inizialmente, era ristretta solo al popolo d’Israele. La salvezza viene dai giudei (Romani 11). Sappiamo inoltre che il popolo d’Israele è stato scelto da Dio, e Dio ha dato loro delle leggi. Non appartenere al popolo d’Israele significava vivere in uno stato d’ignoranza, al buio. Dobbiamo stare attenti e dimenticare il passato e dobbiamo proiettarci verso un futuro di gloria.
Eravamo estranei ai patti della promessa. Per la fede di Abramo, il popolo d’Israele poteva contare sui patti di Dio da cui tutte le nazioni erano escluse.
Eravamo senza speranza. Eravamo senza Dio nel mondo. Gli ateniesi, al tempo di Paolo, avevano la loro città stracolma di idoli, e Paolo annunciò loro la morte e la resurrezione di Cristo.
Il credente potrebbe avere in mente la nostalgia della “libertà” del passato, ma è un passato di miseria. “Ricordare” è il contrasto tra ciò che eravamo e quello che oggi siamo.
(Efesini 2:13) Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo.
L’uomo è stato affrancato dalla sua situazione di disagio. Se pur l’uomo ha la tendenza di evidenziare le proprie abilità, Paolo ricorda che Cristo ha pagato con la sua vita ed ha versato il suo sangue per i nostri peccati. Nella filosofia umanistica si pensa che i peccati, nei confronti di Dio, siano cosa di poco conto, ma non è così. La nostra vita dev’essere Cristocentrica.
(Efesini 2:14) Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia,
I giudei si vantavano di avere la legge e pertanto consideravano i gentili separati. Ma dei due popoli è stato fatto un solo popolo.
(Efesini 2:16-18) e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia. Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito.
L’amore di Dio, manifestato sulla croce per mezzo di Cristo, ci ha riconciliati per sempre con Lui. Il valore di questa garanzia è confermato dall’opera trinitaria.
(Efesini 2:19) Così dunque non siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio.
Il tempo della nostra disordinata indipendenza (quando eravamo stranieri) è terminato. Ora siamo cittadini dei santi e membri della famiglia di Dio. Una realtà che si concretizza nella chiesa locale.
Avere quindi una profonda conoscenza della volontà di Dio. Siamo stati edificati sul fondamento sicuro costituito dagli apostoli e dai profeti.
(Efesini 2:20) Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare.
Cristo ha affermato che una casa fondata sulla roccia è irremovibile. La chiesa è fondata su Cristo che è la roccia.
(Efesini 2:21) sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore.
Lo sviluppo della chiesa (edificio), richiede delle pietre (credenti) che vengono incastonate le une con le altre. Cristo edifica la chiesa, ma il dovere della chiesa è di predicare Cristo ad ogni creatura.
(Efesini 2:22) In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito.
Il risultato della riconciliazione è la salvezza. La chiesa non è un club. Se si appartiene alla chiesa è per proclamare la salvezza del nostro Gesù Cristo. Anche in quest’azione vediamo la trinità. Dobbiamo essere uniti e coesi ed avere comunione.(Atti 9:31) Così la chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, aveva pace, ed era edificata; e, camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, cresceva costantemente di numero.