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Cosa si aspetta Dio da te?

Cosa si aspetta Dio da te?

by AR
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27 febbraio 2022
Lettura: Amos 3:1-8

Sette nazioni giudicate per crimini di guerra, e in cui per sette volte il Signore afferma, per mezzo del profeta, che avrebbe punito con il fuoco (allusione alla tecnica bellica adottata dagli eserciti invasori).

Sette giudizi rivolti ad Israele in cui ci viene mostrano che il Dio che giudica le nazioni, è lo stesso Dio che si occupa dei poveri a cui è negata l’assistenza legale, delle giovani che subiscono violenze, e laddove in cui le norme per proteggere la dignità dei più deboli, sono ignorate. Non solo vi è la condanna dei crimini di guerra, ma anche di quei peccati che possono definirsi “raffinati” e perpetrati in una società che solo in apparenza è civile e rispettosa della legge. Amos sta annunciando una terribile catastrofe che stava per abbattersi su Israele.

Amos, in sintesi, si trova a Bethel in una bella piazza popolata di gente indifferente. Richiama l’attenzione rivolgendo il giudizio di Dio alle nazioni vicine ad Israele, e il giudizio diretto al popolo d’Israele stesso. Un messaggio rivolto alla famiglia che Dio ha conosciuto e condotto fuori dal paese d’Egitto (Amos 2:10).

Dio aveva liberato il popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto circa quattro secoli prima (la profezia di Amos è databile nell’interno del 762 a.C.), ed è singolare che un popolo mantenga memoria della sua storia e delle potenti opere che Dio ha fatto in loro favore.

Lo sfondo dell’intero libro di Amos, come già detto, è il ruggito del leone: Dio parla ad Amos nel bel mezzo della sua attività secolare di ovicoltore e agricoltore. Amos non faceva il profeta di “professione”. Il ruggito del leone è qualcosa di straordinario e terrorizzante. Tra i grandi felini (tigre, pantera, lince…), il ruggito del leone è uno dei suoni più possenti che un animale possa emettere (per le notevoli dimensioni della laringe che contiene grosse corde vocali). Nella savana è udibile fino ad una distanza di 8 km. Il leone emette il suo ruggito per due motivi: per marcare i confini del suo territorio (home range) o se ha catturato la sua preda (Amos 3:4). Si può ritenere che Amos abbia in qualche modo ascoltato e conosceva bene il terrore emanato dal ruggito del leone.

Dio si rivolge ad Amos, è l’unico suono che riesce a paragonare la voce di Dio, è quella del ruggito del leone che via via diventa intelleggibile. Ci sono due elementi da tenere in considerazione: 1) Quando Amos rivolge il messaggio di Dio alla piazza frequentata da Israeliti in Bethel, certamente non lo fa con pacatezza; 2) Una volta che ha terminato di riferire i giudizi sulle nazioni e Israele stesso, qualcuno della piazza avrà tirato fuori il  “green pass” del “noi siamo il popolo di Dio e tutte queste cose che ci hai detto non ci possono accaderci”. La discontinuità del discorso di Amos tra il secondo e il terzo  può essere colmata solo da tale deduzione.

Il termine “conoscere” assume diversi significati a seconda dei contesti, ma in Amos 3:2 allude alla vocazione di Abramo di Genesi 18:19, il prescelto. La vocazione implica il dovere di indirizzare i propri discendenti sulla via del diritto e della giustizia. Amos sta rammentando che dal popolo che intrattiene una relazione senza eguali con Dio, ci si attende una risposta.

Il tema del rapporto con Dio, del ricordo (“io vi ho tratti fuori dall’Egitto) e della risposta richiamano l’alleanza tra Dio e il popolo d’Israele (in senso lato anche dell’Israele teologico).

In che rapporto sei con Dio? Sei un figlio di Dio?

(Giovanni 1:12-13) ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.

Qual è il tuo ricordo?

(Efesini 2:5) anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù.

Siamo come “tizzoni strappati dal fuoco” per utilizzare un’espressione che Amos (4:11) rivolge ad un uditorio che nonostante (avvertimenti) avesse patito la carestia (Amos 4:6), la siccità (Amos 4:7-8), la crisi agraria con l’invasione delle cavallette (Gioele 1:5 – 2:17), la peste (Amos 4:10), il popolo aveva dimenticato di praticare il diritto e la giustizia. Invece di tornare a Dio (cosa che ci si aspettava da tizzoni strappati dal fuoco), il popolo perseverava nei suoi peccati che minavano il diritto e la giustizia.

(Amos 5:24) Scorra piuttosto il diritto come acqua e la giustizia come un torrente perenne!

Qual è la tua risposta?

Amos ha incontrato molta opposizione (7:10 il sacerdote Amasia ordina ad Amos di ritornarsene nella sua terra di Giuda). Amos in 3:3-8 pone all’uditorio sette domande pensate per indurre il pubblico che lo ascoltava che ad ogni azione corrisponde una reazione, ovvero ogni risultato ha una causa.

Se si vedono due uomini camminare insieme lungo una strada (risultato), si può supporre che ciò sia la conseguenza di una precedente decisione (causa). Perché il leone ruggisce (risultato)? Perché ha appena catturato la sua preda (causa). Perché l’uccello cade improvvisamente a terra (risultato)? Perché è stato intrappolato in una rete (causa). Perché scatta la tagliola (risultato)? Perché qualcuno ha urtato la levetta di sgancio! (causa). Quando in una città risuona un allarme (causa), la gente si spaventa (risultato). Quando una disgrazia piomba si una città (risultato) si può essere certi che è stato il Signore a mandarla!

(Amos 3:7) Poiché il Signore, DIO, non fa nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti.

E poi l’ultima domanda “causa effetto” (Amos 3:8) Il leone ruggisce, chi non temerà? Il Signore, DIO, parla, chi non profetizzerà?

Una sola risposta possibile a tale domanda: “nessuno!”. Amos è stato chiamato a profetizzare e non avrebbe potuto fare diversamente. E così pure avrebbe fatto chiunque altro nel lasciarsi prendere dal terrore del suono dell’allarme o del ruggito del leone.

Per sette volte Amos aveva indotto il popolo d’Israele a rispondere “si” alle accuse rivolte alle nazioni, e per altrettante sette volte, Amos induce il popolo in una crisi di identità perché aveva smarrito la propria coscienza.

(Amos 3:2) «Voi soli ho conosciuto fra tutte le famiglie della terra; perciò vi castigherò per tutte le vostre trasgressioni».

In altri termini, questo deve ricordare ai Cristiani che essere il popolo eletto significa essere stati scelti per espletare un compito. Il rapporto unico e intimo esistente tra Dio e gli eletti (causa) che si può esprimere attraverso un patto (Esodo 19:3-6) o come la relazione che intercorre tra la vite e i tralci (Giovanni 15), indicano che dagli eletti si attende una risposta (effetto).

La domanda che dobbiamo porci è la seguente: Sono un figlio di Dio? Che cosa si aspetta Dio da me? Una risposta che può consistere nel promuovere e praticare il diritto e la giustizia, nell’osservare i comandamenti di Dio, nel fare i frutti (Giovanni 15) e nel proclamare i possenti atti di Dio.

(I Pietro 2:9) Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa;

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