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Spettatori e sopravvissuti

Spettatori e sopravvissuti

by AR
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17 luglio 2022
Lettura: Abdia

Il libro di Abdia è il più breve dell’antico testamento e il terzo per brevità dell’intera Bibbia. La profezia di Abdia è unica nella natura del suo contenuto. È un libro di inflessibile condanna, tristemente scevra del benché minimo barlume di compassione o speranza (Frederick A. Tatford). Il tema del libro è la distruzione dei discendenti di Esaù (Edomiti), il gemello di Giacobbe. A più riprese vi erano stati dei combattimenti tra gli Edomiti e gli Israeliti. Edom significa rosso (caratteristiche geofisiche della regione, esattamente come la minestra rossa che Esaù aveva preferito in disprezzo della sua primogenitura. Esaù sposò due donne cananee e successivamente anche una figlia di Ismaele. Si insediò in una regione montuosa a sud del mar morto.

Il contesto primario della profezia è la lotta perenne tra Giacobbe ed Esaù (Genesi 25:23 …due nazioni sono nel tuo grembo) con una sentenza di distruzione totale contro Edom.

Ci sono nell’antico testamento almeno una ventina di uomini con il nome di Abdia (servo di Yahweh), ma nessuno di loro può essere identificato con il profeta. Non si sa assolutamente nulla dell’autore all’infuori di ciò che ci viene rivelato dalle sue stesse parole: il fatto che menzioni spesso Gerusalemme, Giuda e Sion, lascia intuire che appartenesse alla tribù di Giuda.

Nei versetti da 10 a 14 si parla di un assalto nei confronti di Gerusalemme. Vi furono quattro significative invasioni di Gerusalemme: la prima nel 925 a.C. da parte degli Egiziani durante il regno di Roboamo, la seconda nell’841 a.C. fu da parte dei Filistei e Arabi (II Cronache 28:17), la terza, nel 790 a.C. da parte di Israele capeggiato dal re Ioas durante il regno di Ieoram e, infine la quarta, nel 586 a.C. da parte di Babilonia con la distruzione di Gerusalemme. Un arco temporale abbastanza ampio, ma la condizione in cui versava il popolo durante la predicazione di Abdia risalirebbe a qualche tempo dopo la caduta di Gerusalemme in un periodo immediatamente successivo al ritorno degli ebrei dall’esilio (v. 20 - 539 a.C.).

Edom. Un territorio a sud del mar morto con un estensione di 16 x 140 kmq. La caratteristica notevele è il colore rossastro delle rocce con pareti montuose. In occassione della caduta di Gerusalemme nel 587 a.C., il salmo 137 ricorda come gli Edomiti derisero gli Ebrei e incitarono i conquistatori. Un comportamento rammentato anche dal profeta Ezechiele, nel libro delle Lamentazioni e nel libro di Esdra per farsi un idea dell’ostilità che regnava tra Edom e Israele.

(Salmo 137:7-9) Ricòrdati, SIGNORE, dei figli di Edom, che nel giorno di Gerusalemme dicevano: «Spianatela, spianatela, fin dalle fondamenta!» Figlia di Babilonia, che devi essere distrutta, beato chi ti darà la retribuzione del male che ci hai fatto! Beato chi afferrerà i tuoi bambini e li sbatterà contro la roccia!

Struttura del libro. Annuncio di punizione (vv. 2-9), un accusa che ne spiega la ragione (vv. 10-14)

(Abdia 3-4) L'orgoglio del tuo cuore ti ha ingannato, o tu che abiti nei crepacci delle rocce, e stabilisci la tua abitazione in alto; tu che dici in cuor tuo: "Chi potrà farmi precipitare a terra?"Anche se tu facessi il tuo nido in alto come l'aquila, anche se tu lo mettessi fra le stelle, io ti farò precipitare di lassù, dice il SIGNORE.

Edom ha di sé un opinione tanto elevata quanto l’altitudine della sua capitale. Edom era famosa per i suoi saggi (v.8). Anticamente il paese di Edom si chiamava Uz (da cui proveniva Giobbe) e altra città importante, menzionata nel v. 9, è Teman, da cui proveniva Elifaz (uno degli amici di Giobbe). Edom si tenne in disparte mentre Gerusalemme veniva conquistata gioiendo e pronunciando parole arroganti, ma con la conseguente sentenza della sua totale distruzione.

(Abdia 12) Ah! non gioire per il giorno della sventura di tuo fratello. Non ti rallegrare per i figli di Giuda nel giorno della loro rovina. Non parlare con tanta arroganza nel giorno dell'angoscia.

(Abdia 15-16) Infatti il giorno del SIGNORE è vicino per tutte le nazioni e come hai fatto, così sarà fatto a te: le tue azioni ti ricadranno sul capo. Come voi avete bevuto sul mio monte santo, così berranno tutte le nazioni; berranno e si ingozzeranno, e saranno come se non fossero mai state.

Riassunto della storia della fine di Edom (Frederick A. Tatford - Prophet of Edom’s doom): Gli Edomiti paiono essere scomparsi del tutto nel I sec. d.C. Petra divenne sede di un patriarcato cristiano fino alla presa del paese da parte dei maomettani nel VII sec. d.C. Oggi non vi è traccia di un popolo che possa essere identificato come edomita. La predizione di Abdia secondo cui non vi sarebbe stato alcun superstite si è realizzata.

Dal giorno in cui Dio aveva punito il popolo d’Israele, il profeta parla di un altro giorno in cui le nazioni troveranno il loro castigo, concentrando la sua attenzione su Edom, e i superstiti del popolo di Dio vedranno la salvezza.

(Abdia 17-18) Ma sul monte Sion ci saranno degli scampati, ed esso sarà santo; e la casa di Giacobbe possederà ciò che le appartiene. La casa di Giacobbe sarà un fuoco, e la casa di Giuseppe una fiamma; e la casa d'Esaù come paglia che essi incendieranno e consumeranno; non rimarrà più nulla della casa di Esaù, perché il SIGNORE ha parlato.

C’è una parola per chi sta a guardare. Non furono gli edomiti a dare il via alla distruzione del popolo degli Ebrei, infatti il libro chiarisce il ruolo che essi esercitarono in questa circostanza: si tennero in disparte e invece di aiutare i loro consanguinei, gioirono, derubarono i loro fratelli e non gli concessero asilo. Non esistono spettatori innocenti. Quando un vicino soffre sotto il giogo di un oppressore il popolo di Dio deve stargli accanto. Nel giudizio finale di cui ha parlato Gesù (Matteo 25:31-46), coloro che non si presero cura dell’affamato, dell’assetato, del malato o del carcerato saranno condannati alla punizione eterna. Una questione di notevole importanza per la chiesa: se è vero che la chiesa non ha recitato troppo spesso il ruolo del’oppressore, non è che troppo frequentemente ha interpretato la parte dello spettattore innocente? Se pure non si è resa colpevole di ruberie e depredazioni, non è che troppo spesso ha preferito ignorare le sofferenze altrui scegliendo piuttosto di passare oltre (Luca 10:25-37).

L’orgoglio può trarre in inganno e sedurre quanto una nazione (v.3), quanto un singolo individuo con una falsa sensazione di autonomia (esempio di Eva quando il serpente gli disse: “sarete come Dio”… e si lasciò ingannare dall’orgoglio di potersi ritenere invincibile e indistruttibile)-

Gli edomiti decisero di mettersi in disparte, tu da che parte stai?

Un pugno di superstiti che tornarono dall’esilio per scoprire che le loro dimore, le loro speranze erano andate in frantumi.

Oggi viviamo in uno stato confusionale in cui il male sta prendendo il sopravvento e ci tocca sopravvivere. Abdia afferma a chiare lettere che il male sarà punito. Anche se spesso gli empi sembrano così forti, Dio è ancora il sovrano o, nelle parole del profeta “allora il regno sarà del Signore”.

Una profezia che compie un balzo nel futuro, nella promessa del regno in cui ancora oggi ci viene ripetuto: “ravvedetevi, perché il regno dei cieli e vicino” (Matteo 3:2), un invito ancora oggi aperto a tutti.

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