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Niente in cambio

Niente in cambio

by Gino Vairo
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31 luglio 2022
Lettura: testi vari

Stiamo attraversando un periodo difficile, ma nonostante ciò l’opera del Signore continua. Vedremo quattro coppe che ci parlano della storia della salvezza e ci ricordano delle tappe preziose della nostra vita.

(Matteo 4:10) Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"».

Adorare Dio non è facoltativo, ma un comando. È un grande privilegio. La vera adorazione non possiamo improvvisarla, ma fa parte della vita quotidiana e ci parla di una relazione stretta e intima con Dio. I simboli sono un linguaggio semplice per dirci delle verità spirituali difficili da comprendere. (Esempio: il battesimo indica la morte e la resurrezione con Cristo).

(Salmo 75) Il SIGNORE ha in mano una coppa di vino spumeggiante, pieno di mistura. Egli ne versa; certo tutti gli empi della terra ne dovranno sorseggiare, ne berranno fino alla feccia.

La prima coppa è quella del giusto giudizio di Dio in cui gli uomini avrebbero dovuto berlo fino alla fine. Noi eravamo sotto il giudizio di Dio, morti, senza speranza e senza possibilità di piacergli. Degni di morte perché per natura siamo figli di ira. Ci pensiamo da cosa Dio ci ha tirati fuori?

(Matteo 26:39) E, andato un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».  Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà».

Questo è il calice della sostituzione. Non vi era alcun altro modo di salvezza per l’uomo se non mediante la morte di Cristo. Nella chiesa ci dovrebbe essere una santa competizione nell’adorazione.

(Salmo 116:12-13) Che potrò ricambiare al SIGNORE per tutti i benefici che mi ha fatti? Io alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del SIGNORE.

Questo è il calice dell’adorazione. Cosa possiamo dare in cambio della salvezza e dell’eternità che passeremo con Dio? Niente. La nostra vita è breve, e dobbiamo mettere gli occhi sulle cose celesti.

(I Corinzi 10:14) Perciò, miei cari, fuggite l'idolatria.

Il quarto calice è quello della comunione. La cena del Signore è tanto bella quanto pericolosa se ci avviciniamo con superficialità. Quando ci avviciniamo alla cena esprimiamo due verità: la comunione con Dio e la comunione con i fratelli. Se non ci sono questi due fondamenti, commettiamo idolatria. Possiamo essere di ostacolo (Giobbe 3), e Dio può riprenderci.

(I Corinzi 11:30) Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono.

(Isaia 51:17) Risvègliati, risvègliati, àlzati, Gerusalemme, che hai bevuto il calice, la coppa di stordimento, e l'hai succhiata sino in fondo!

C’è un quinto calice. Stai dormendo? Com’è la tua vita cristiana? Qui viene descritto il calice dello stordimento. È una coppa che sta tornando molto di moda. Significa essere in uno stato in cui la nostra mente, da un punto di vista spirituale, non è buona e in cui tutto è concesso. Quando il lavoro prende il posto di Dio e quando i nostri occhi guardano le cose che non devono guardare, in questo caso stiamo bevendo dalla coppa di stordimento. Se mai c’è qualcuno che sta bevendo questa coppa, il Signore non si è mai pentito di sanarlo.

(II Cronache 7:14) se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese.

Bisogna umiliarsi, pregare, convertirsi (vale anche per i credenti che devono girare le spalle al peccato). Il peccato è una malattia, ma se adottiamo questo protocollo, Dio ci benedirà.

(Isaia 51:22) Così parla il tuo Signore, il SIGNORE, il tuo Dio, che difende la causa del suo popolo: Io ti tolgo di mano la coppa di stordimento, il calice, la coppa del mio furore; tu non la berrai più!

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