Il Dio degli impotenti
- by AR
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09 gennaio 2022
Lettura: Amos 2:6-10
Amos era un allevatore di bestiame su larga scala e si occupava anche di agricoltura perché coltivava sicomori. Il linguaggio utilizzato nel suo libro, rispecchia il mondo in cui vive. Il nome Amos deriva dal verbo ebraico che significa “caricare” o “portare un peso” o “fardello”.
L’attività del profeta è collocata ai tempi di Uzzia e di Geroboamo, ed il messaggio è rivolto a chi visse in quei luoghi in quel determinato periodo. L’epoca di Uzzia (783 – 742 a.C.) e di Geroboamo (786-746 a.C.) fu di calma, pace e prosperità, sia per Israele, e sia per Giuda. Il terremoto menzionato (1:1) è databile nel 760 a.C.
Amos proviene dalla città di Tecoa. Tecoa era nota per la saggezza popolare che si può trovare nel libro dei proverbi e che si esprimeva nelle parole e nelle azioni dei suoi abitanti (II Samuele 14:2). La saggezza che proviene da Dio, ci dà la capacità di vedere la vita dalla stessa prospettiva di Dio e di saper scegliere in che modo di agire.
Amos aveva udito la voce del Signore ed era riuscito a paragonarla al ruggito del leone. Un rombo collocato all’inizio del libro che bisogna tener ben presente quando si leggono tutti i detti di Amos.
Amos, fu un profeta atipico in quanto afferma, in risposta al sacerdote Amasia (7:14-15)… Io non sono profeta, né figlio di profeta; sono un mandriano e coltivo i sicomori. Il SIGNORE mi prese mentre ero dietro al gregge e mi disse: "Va', profetizza al mio popolo, a Israele".
Amos non era un profeta di professione, ma lasciò il suo gregge per un limitato periodo di tempo su ordine di Dio, al fine di comunicare ad Israele un preciso messaggio per poi tornare a pascere le sue pecore a Tecoa.
Qual è il messaggio del ruggito del leone e che il profeta si è assunto il compito di trasmettere?
Il discorso di Amos (1:3) si apre con questa espressione “Così parla il Signore”. Un’espressione tratta dal mondo della diplomazia: l’autore del messaggio è il mittente, il mandante del messaggio è una persona autorevole e, infine, l’”io” del discorso del messaggero, è lo stesso del mandante.
Con questa frase ripetuta Amos richiama il suo pubblico che aveva di fronte. Formula un’accusa generica “Per tre misfatti, anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza” ad indicare che si era passato il limite, e un’accusa specifica contro le nazioni che circondavano Israele.
Damasco (1:3-5): hanno lacerato Galaad con trebbie di ferro, o in altri termini avevano stritolato la gente di Galaad così come si macina il grano nell’aia.
I Filistei e cittadini di Tiro (1:6-10) avevano messo in atto programmi di deportazione, su vasta scala, di intere popolazioni per metterle in mano a Edom.
Edom era incolpato (1:11-12) di aver inseguito sul fratello con la spada.
Gli Ammoniti (1:13-15) avevano sventrato le donne incinte di Galaad, prendendosi in un solo colpo due vite, anziché una, per allargare i loro confini.
I Moabiti (2:1-3) avevano bruciato ossa umane per trasformarle in calce per imbiancare i muri.
Al settimo posto ci sono i misfatti di Giuda (2:4-5) i quali avevano disprezzato la legge del Signore, non avevano osservato i suoi precetti e si erano lasciati sviare da falsi dei.
Sette giudizi definibili come crimini di guerra, e in cui per sette volte il Signore afferma, per mezzo del profeta, che avrebbe punito con il fuoco (allusione alla tecnica bellica adottata dagli eserciti invasori).
Per il pubblico di Israeliti che stava lì ad ascoltare le condanne rivolte ad ogni nazione vicina, non poteva fare altro che approvare e applaudire. Con la menzione di Giuda, il pubblico poteva pensare che il sermone di Amos era terminato (il sette è numero di completezza), ma in realtà anche Israele viene accusato di ben sette crimini:
1) I normali e onesti cittadini, inceppati in qualche periodo difficile, vengono ceduti come schiavi;
2) I bisognosi sono ridotti in schiavitù anche quando sono debitori di una piccola somma di denaro paragonabile all’acquisto di un paio di sandali;
3) i poveri sono oppressi, ovvero non sono tenuti in alcuna considerazione;
4) gli umili (chi vive in miseria), non ottengono un trattamento equo nei tribunali;
5) una ragazza presa a servizio come domestica è violentata non solo da uno dei giovani della famiglia, ma anche dal loro padre;
6) Ad un debitore poteva essere richiesto un abito come pegno al creditore, ma la legge imponeva che tale indumento fosse restituito prima del tramonto. I ricchi creditori, invece sono accusati di usare tali capi di vestiario come coperte in occasione dei loro pranzi all’aperto nell’area del Tempio;
7) Nel caso di determinati crimini, un agricoltore poteva pagare il risarcimento del danno con del vino di sua produzione, ma che veniva consumato da persone che ne avevano in abbondanza nelle proprie cantine.
L’annuncio di punizione contro Israele (2:13-16) è il seguente: ecco io vi schiaccerò. L’immagine adottata è quella del carro dell’agricoltore stracarico del grano appena raccolto che scava profondi solchi nel terreno distruggendo tutto ciò che calpesta con le sue ruote. Nemmeno i più forti, i più agili e i più coraggiosi riusciranno a sottrarvisi da questo castigo, da quel terremoto che due anni prima era stato profetizzato.
I sette detti rivolti ad Israele, ci mostrano che il Dio che segue da vicino le nazioni, è lo stesso Dio che si occupa dei poveri a cui è negata l’assistenza legale, delle giovani che subiscono violenze, e laddove in cui le norme per proteggere la dignità dei più deboli sono ignorate.
Non solo vi è la condanna dei crimini di guerra, ma anche di quei peccati che possono definirsi “raffinati” e perpetrati in una società che solo in apparenza è civile e rispettosa della legge.
Se da un lato, il giudizio rivolto alle nazioni ci manifesta la potenza e la grandezza con cui Dio opera nella scena interazione, dall’altro, il giudizio rivolto su Israele è la dimostrazione che Dio è attento e pietoso nei riguardi di ogni singolo individuo.
Il tema della preoccupazione del Signore per i più deboli percorre la Bibbia da un capo all’altro (Esodo, Deuteronomio, Levitico, Salmi, nei Proverbi, Isaia, Michea).
(Salmo 113:7) Egli rialza il misero dalla polvere e solleva il povero dal letame,
(I Samuele 2:8a) Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame, per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria;
(Luca 1:48-49) …perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose mi ha fatte il Potente. Santo è il suo nome;
(Esodo 22:21-24) Non maltratterai lo straniero e non l'opprimerai, perché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto. Non affliggerete la vedova, né l'orfano. Se in qualche modo li affliggi, ed essi gridano a me, io udrò senza dubbio il loro grido; la mia ira si accenderà, io vi ucciderò con la spada, le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani.
Considerazioni
Dio ha stabilito il suo giudizio;
Il giudizio di Dio riguarda tutti. Dio si interessa di tutte le nazioni, attento e pietoso nei riguardi di ogni singolo individuo;
Il giudizio di Dio arriva quando la misura è colma (Marco 13:29);
Il giudizio di Dio non ammette revoche, e Dio da un tempo per prepararsi.
(Amos 4:12) Perciò, ti farò come ho detto, o Israele. Poiché farò questo contro di te, preparati, Israele, a incontrare il tuo Dio!
Quali sono i crimini che Amos, al tempo di oggi, potrebbe denunciare nella società in cui viviamo che solo apparentemente si mostra civile e rispettosa della legge? (famiglia, pornografia, violenza, corruzione, guerre).
(Matteo 25:35-37;40) In questa gloriosa scena, il Signore è descritto come colui che presiede il giudizio di tutte le nazioni. Nella separazione delle pecore dai capri, rivolgendosi alle pecore alla sua destra dirà: … Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi"… "In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me.
Che possiamo rinnovare il nostro impegno a soccorrere le persone che sono nel bisogno.
(Giacomo 1:27) La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo.