Da chi dipendi?
- by LM
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20 gennaio 2022
Lettura: II Corinzi 12:7-10
Solitamente le nostre preoccupazioni sono rivolte al lavoro, al futuro, ai debiti, la famiglia… la salute. La salute è il primo soggetto di preghiera. Come mai? È giusto pregare per la propria salute. Lo stesso apostolo Paolo pregò per la sua salute.
(II Corinzi 12:7-10) E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.
In Paolo fu messa una spina nella carne e per tre volte Paolo pregò per la sua guarigione. Paolo pregò per questa usa afflizione. Paolo voleva uscire da questa situazione spiacevole. Mettiamoci per un attimo nei “panni” di Paolo. Dopo la terza volta non vide la guarigione. Spesso il Signore risponde alle nostre preghiere in modo vittoriose, ma alcune volte non risponde come noi vogliamo.
Dio rispose a Paolo “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”. Paolo da questa sua afflizione imparò la potenza di Dio. In fondo siamo deboli, e la potenza di Dio si manifesta meglio in contrasto con la nostra debolezza umana.
Questo non significa che dobbiamo accontentarci nell’afflizione che viviamo. Nel caso di Paolo, Dio non permise la guarigione per non farlo insuperbire. Dio diede a Paolo la grazia sufficiente ed adeguata ed offrire a Paolo il giusto appagamento. La grazia in vista di una prospettiva celeste.
Spesso siamo influenzati da questa vita terrena, ma l’evidenza dell’amore di Dio si manifesta nella nostra debolezza. Quando ci troviamo nelle difficoltà dobbiamo convincerci che Cristo è più forte di quella determinata afflizione.
(II Corinzi 12:10) Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte.
Come fa Paolo ad essere compiaciuto? Perché appagato dalla grazia di Dio. Quando grande possa essere la nostra afflizione, che tipo di prospettiva abbiamo? Possiamo attraversare quell’afflizione per l’amore di Dio. Dio è interessato alla nostra vita al punto di aver donato la sua vita stessa.
Ci preoccupiamo della salute perché abbiamo paura di morire, ma abbiamo bisogno di legarci a Cristo per uscire fuori dall’afflizione. Se ci facciamo prendere dalle cose terrene, avrò sempre di più preoccupazioni ed ansie.
La vita non ci appartiene ed è breve su questa terra. Stiamo vivendo nella prospettiva della grazia appagante di Dio che ci rende consapevoli che un giorno vivremo per sempre con il Signore?
(Efesini 2:4-7) Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.
Parole consolanti: siamo stati risuscitati con Cristo, siamo parte di una famiglia che un giorno godrà di tutti i benefici celesti. Possiamo portare in preghiera tutto ciò a cui diamo valore, ma sono le questioni eterne che contano di più. Dobbiamo essere consapevoli che il vivere è Cristo, e il morire è guadagno (Filippesi 1:21).
Ogni giorno abbiamo la scelta o di dipendere da noi stessi, o di dipendere da Dio. La potenza di Dio si manifesta grande in contrasto alla nostra debolezza. Mettiamo Cristo al centro della nostra vita.