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Una strada obbligata

Una strada obbligata

by FDG
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13 marzo 2022
Lettura: Geremia 7:1-3

Il pentimento è il dolore che porta il peccato.

(II Cronache 7:14) se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese.

Ai nostri giorni il pentimento è una cosa rara. Non è insolito vedere dei credenti che hanno delle attitudini peccaminose. Tante volte non riusciamo ad abbandonare completamente il peccato. Perché? Perché è come un intervento invasivo dove tutti i nostri pensieri e le nostre opere malvagie vengono rimossi dal nostro cuore. Il pentimento è come un “bisturi spirituale” che toglie tutte le “scorie” che ci sono in noi e che a Dio non piacciono. Il bisturi lascia delle ferite che restano. Il pentimento è la strada obbligata del credente per poter eliminare il peccato completamente nella sua vita.

(Geremia 7:1-2) Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del SIGNORE: Fèrmati alla porta della casa del SIGNORE e là proclama questa parola: "Ascoltate la parola del SIGNORE, voi tutti, uomini di Giuda, che entrate per queste porte per prostrarvi davanti al SIGNORE!”

Tante volte, anche quando veniamo in chiesa, il nostro cuore è rivolto agli idoli. Allo stesso modo il popolo d’Israele fingeva di adorare Dio perché il loro cuore era rivolto agli idoli. Dio metteva l’attenzione sulla condizione dei cuori che si presentavano davanti a lui.

(Marco 7:6-7) E Gesù disse loro: «Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, com'è scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini".

Il pentimento può scatenare un risveglio nella vita cristiana e riguarda la nostra condotta. Il popolo d’Israele non si comportava bene con Dio nonostante fosse stato benedetto grandemente. Molto spesso noi valutiamo la nostra relazione con Dio basandoci sulle nostre reazioni ed emozioni, ma non è così. Se siamo emotivamente commossi durante il culto, pensiamo che la commozione ci mette a posto con Dio?  Geremia rimprovera l’etica del popolo d’Israele: come facevano ad adorare Dio se poi non stavano vivendo secondo le leggi di Dio?

(Geremia 7:5-7) Ma se cambiate veramente le vostre vie e le vostre opere, se praticate sul serio la giustizia gli uni verso gli altri, se non opprimete lo straniero, l'orfano e la vedova, se non spargete sangue innocente in questo luogo, e non andate per vostra sciagura dietro ad altri dèi, io allora vi farò abitare in questo luogo, nel paese che allora diedi ai vostri padri per sempre.

La condizione per presentarsi davanti a Dio era di praticare la giustizia gli uni verso gli altri.

(Geremia 7:9-10) Voi rubate, uccidete, commettete adulteri, giurate il falso, offrite profumi a Baal, andate dietro ad altri dèi che prima non conoscevate, e poi venite a presentarvi davanti a me, in questa casa sulla quale è invocato il mio nome. Voi dite: 'Siamo salvi!'

Il popolo d’Israele voleva avvicinarsi a Dio senza mettere in pratica le leggi di Dio.  Alcuni oggi pensano che i dieci comandamenti siano stati revocati, ma non è così. Dobbiamo confrontarci con i i comandamenti anche se non siamo più schiavi della legge. Solo così possiamo mettere in evidenza i nostri peccati.

(Isaia 40:3-4) La voce di uno grida: «Preparate nel deserto la via del SIGNORE, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio! Ogni valle sia colmata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; i luoghi scoscesi siano livellati, i luoghi accidentati diventino pianeggianti.

Ci sono a volte nei nostri cuori delle valli in cui si annida il peccato, dove si erge l’orgoglio e l’arroganza, vie curve e devianti e affermiamo di appartenere a Dio. Quando ci sono tutte queste cose, non prepariamo la strada del ritorno del Signore.

Per preparare la strada del ritorno del Signore, dobbiamo dargli onore e gloria con la nostra fede e raddrizzare il nostro sentiero, ravvederci con cuore sincero, con vera contrizione e pentimento.

(I Samuele 7:3b) …volgete risolutamente il vostro cuore verso il SIGNORE e servite lui, lui solo. Allora egli vi libererà…

Dobbiamo seguire solo Dio e farlo risolutamente. Il termine pentimento significa cambiamento. Quando viviamo nella disubbidienza, il nostro sguardo è rivolto al peccato e le nostre spalle sono rivolte a Dio. Al contrario, quando ci pentiamo giriamo le spalle al peccato e il nostro sguardo è fisso verso Dio e al suo volere per la nostra vita cristiana. Il pentimento è cambiamento. Pentirsi significa tagliare completamente i ponti del peccato.

Il vero pentimento riconosce tutti i principi di Dio che ha stabilito per il nostro comportamento. Non è che dal momento in cui siamo credenti non pecchiamo, ma se il cristiano pecca deve confessare il proprio peccato e riallacciare il rapporto con Dio. Quando c’è il peccato tra me e Dio, il rapporto si rompe. Se il pentimento è reale, si vede dal nostro comportamento. Quando non c’è cambiamento siamo di fronte ad un pentimento falso, e questo fa male a Dio. Il pentimento allontana il giudizio di Dio su noi e porta grandi benedizioni. Lasciamo il peccato.

Il sermone di Geremia portò il popolo di Giuda di fronte ad una scelta: pentirsi o persistere nel peccato. Dio promise stabilità e sicurezza al popolo di Giuda se questo si fosse pentito, ma ciò non accadde. La generazione di Giuda, al tempo di Geremia, non aveva imparato niente dalla storia dell’arca presa dai Filistei (I Samuele 4:1-11). Non pentendosi, il popolo d’Israele permise ai Babilonesi di salire verso Giuda i quali distrussero Gerusalemme e il tempio, e molti Giudei andarono in cattività (588 a.C.).

Possiamo pentirci nella nostra vita e beneficiare le grandi benedizioni di Dio, oppure ostinarci a peccare e a subire il castigo da parte di Dio.

(Ebrei 12:4-6) Voi non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato, e avete dimenticato l'esortazione rivolta a voi come a figli: «Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d'animo quando sei da lui ripreso; perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli».

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