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Un cammino duro

Un cammino duro

by FDG
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24 aprile 2022
Lettura: testi vari

Dio prepara il popolo d’Israele attraverso il cammino nel deserto, e da questo evento possiamo trarre tanti insegnamenti per noi oggi.

(Romani 15:4) Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché, mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza.

Tutti conosciamo di come Dio ha liberto il popolo d’Israele. Perché Dio, dopo aver liberato il popolo d’Israele, non permise che questi risalisse per la terra promessa con la strada più semplice, anche se in questo tragitto avrebbe incontrato i Filistei? Dio avrebbe potuto combattere in favore del popolo, ma non lo fece perché Israele ancora non era un popolo maturo. L’insegnamento che possiamo trarre vale sia per i neo-convertiti e sia per i credenti più maturi nel loro cammino spirituale: si potrebbe presentare un qualunque problema e quindi si tornerebbe al punto di partenza. L’apostolo Pietro spiega molto bene questo concetto:

(II Pietro 2:20) Se infatti, dopo aver fuggito le corruzioni del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, si lasciano di nuovo avviluppare in quelle e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima.

Dio non permette delle prove che non potremmo superare. Giobbe è stato un uomo provato. Dio dosa la prova secondo le nostre capacità per poterle sostenere e superare. La bibbia ci chiama sempre a confidare nel nostro Signore, ascoltare i suoi consigli e fare la Sua volontà, ma ci sono due pericoli: il primo è quello di affidarsi ai propri pareri, il secondo è quello di sottovalutare i pericoli. C’è bisogno sempre di conoscere la volontà di Dio.

(Giosuè 7:1-5) Ma i figli d'Israele commisero un'infedeltà circa l'interdetto; poiché Acan, figlio di Carmi, figlio di Zabdi, figlio di Zerac, della tribù di Giuda, prese dell'interdetto, e l'ira del SIGNORE s'accese contro i figli d'Israele. Giosuè mandò degli uomini da Gerico ad Ai, che è vicina a Bet-Aven, a oriente di Betel, e disse loro: «Salite ed esplorate il paese». E quelli salirono ed esplorarono Ai. Poi tornarono da Giosuè e gli dissero: «Non occorre che salga tutto il popolo; ma salgano due o tremila uomini, e sconfiggeranno Ai; non stancare tutto il popolo mandandolo là, perché quelli sono in pochi». Così vi salirono del popolo circa tremila uomini, i quali si diedero alla fuga davanti alla gente di Ai. E la gente di Ai ne uccise circa trentasei, li inseguì dalla porta fino a Sebarim, li mise in rotta nella discesa; e il cuore del popolo venne meno e si sciolse come acqua.

Dio era adirato. Questa è la conseguenza di quando non si ascoltano i consigli di Dio. La strada del deserto era la più lunga, ma molto più sicura. Dio non ha mai abbandonato il popolo d’Israele nel deserto, ed ha sempre provveduto al cibo e al vestiario, ma nonostante ciò il cammino nel deserto era difficile. Il popolo d’Israele aveva tanto imparare, e Dio lo ha addestrato sia teoricamente e sia praticamente insegnando loro le norme per poter adorare e lodare Dio. Dio da degli insegnamenti al popolo affinché questi persegua degli obiettivi precisi. Quali sono questi obiettivi?

(Deuteronomio 8:11-16) Guàrdati dal dimenticare il SIGNORE, il tuo Dio, al punto da non osservare i suoi comandamenti, le sue prescrizioni e le sue leggi che oggi ti do; affinché non avvenga, dopo che avrai mangiato a sazietà e avrai costruito e abitato delle belle case, dopo che avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento, il tuo oro e abbondare ogni tua cosa, che il tuo cuore si insuperbisca e tu dimentichi il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù; che ti ha condotto attraverso questo grande e terribile deserto, pieno di serpenti velenosi e di scorpioni, terra arida, senz'acqua; che ha fatto sgorgare per te acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna che i tuoi padri non avevano mai conosciuta, per umiliarti e per provarti, per farti, alla fine, del bene.

Il primo scopo è l’umiltà. Dio non voleva creare un disagio nel popolo (…per umiliarti e per provarti, per farti, alla fine, del bene), ma voleva che il popolo fosse umile, rispettoso e ubbidiente alla Parola di Dio. Il popolo soffrì tanto nel deserto. Anche nel nostro cammino cristiano possiamo soffrire. Lo stesso apostolo Paolo aveva una spina nel fianco che gli provocava tanto dolore, ma Dio non gliela tolse e gli disse anche “la mia grazia ti basta”.

(Ebrei 5:8) Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì;

Gesù Cristo stesso sperimentò quanta sofferenza comporti l’essere ubbidienti. Come credenti dobbiamo soffrire se volgiamo essere ubbidienti al nostro Signore. L’ubbidienza proviene da un cuore umile.

(Matteo 11:29) Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre.

Il secondo scopo è la prova. Tante volte la nostra fede viene provata per essere fortificata. La fede è un componente fondamentale della nostra vita spirituale. Dobbiamo credere che Gesù è stato risorto per la potenza dello Spirito. La prova della fede produce costanza (Giacomo 1:3).

Il terzo scopo è la riconoscenza: “Per farti del bene”. Noi sappiamo che Dio ha fatto sempre del bene. La riconoscenza non solo va imparata, ma tenuta viva. Non dimenticare mai ciò che Dio ha fatto per ciascuno di noi.

(Salmo 103:1-2) Benedici, anima mia, il SIGNORE; e tutto quello ch'è in me, benedica il suo santo nome. Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici.

(Deuteronomio 8:1-2) Abbiate cura di mettere in pratica tutti i comandamenti che oggi vi do, affinché viviate, moltiplichiate ed entriate in possesso del paese che il SIGNORE giurò di dare ai vostri padri. Ricordati di tutto il cammino che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant'anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti.

Tutte le volte che il popolo si è trovato nei problemi e nelle difficoltà, si è sempre lamentato ed addirittura ha avuto il desiderio di ritornare in Egitto a mangiare le cipolle. L’apostolo Paolo ci ricorda bene:

(I Corinzi 10:11) Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche.

Dobbiamo fare attenzione: qualunque sia il nostro livello di vita spirituale, finché viviamo in questo mondo siamo stranieri, forestieri e pellegrini, ma Dio ci guida per verificarci, essere ubbidienti e raggiungere la perfezione diretta verso la Canaan celeste.

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