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Tempi incerti

Tempi incerti

by AR
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26 giugno 2022
Lettura: testi vari

Dio è il padrone della storia, anche in questo periodo di incertezza che stiamo attraversando. Cosa accadrà? Molti si pongono questa domanda. Un termine che si sente spesso in questo periodo è resilienza. Cos’è la resilienza? È la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi (dal mondo dell’ingegneria dei materiali) o la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà (dal mondo della psicologia).

In altre parole è la proprietà di un materiale di conservare la propria struttura e riacquistare la sua forma originaria. La resilienza, in parole povere, è il contrario della fragilità. Andare avanti nonostante la crisi e superarla. In modo semplicistico, essere resilienti, richiede ottimismo, autostima, robustezza psicologica, avere emozioni positive e avere il supporto sociale.

Esiste però una resilienza spirituale che dipende dal nostro rapporto con Dio. Non si possiede, ma c’è un grande dono che il Signore ci vuole dare in questi tempi di grandi incertezze in cui anche la chiesa sta facendo i conti.

Si osserva una sorta di scollegamento o di frazionamento: persone che non frequentano più la chiesa, altre che hanno cambiato religione. Aiutiamo la nostra chiesa locale? Abbiamo bisogno di quella che potremmo definire “resilienza spirituale”, ovvero la capacità di adattarsi e di rialzarsi più forti di prima.

Giobbe è stato tra i credenti dell’antico testamento più resilienti di tutti. In un solo giorno ha perso i suoi beni, i suoi figli e la sua salute.

(Giobbe 1:20-22) Allora Giobbe si alzò, si stracciò il mantello, si rase il capo, si prostrò a terra e adorò dicendo: «Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla terra; il SIGNORE ha dato, il SIGNORE ha tolto; sia benedetto il nome del SIGNORE». In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nessuna colpa.

Una resilienza, potremmo definirla, alla massima potenza. In questo passo di Giobbe notiamo tutta l’umanità e la sofferenza, ma non si disperò perché Giobbe non attribuì a Dio nessuna colpa.

Giobbe era un uomo integro in un mondo a pezzi, e questa sua integrità derivava dalla sua fede: dieci furono le prove, una dietro l’altra, ma restò sempre in piedi. Giobbe continua ad avere fede in Dio nonostante la malattia (5 prova), la moglie che gli dice “stai ancora saldo nella tua integrità? Lascia Dio è muori” (7 prova), e anche nella prova suoi tre amici. Dopo un’esperienza terribile, Giobbe ha vinto ed ottenne il doppio di ciò che aveva prima.

(Giobbe 42:12) Il SIGNORE benedì gli ultimi anni di Giobbe più dei primi.

Un personaggio invece del nuovo testamento che potremmo definire resiliente è l’apostolo Paolo il quale ebbe un ministerio di 30 anni in cui conobbe prigione, persecuzione, lapidazione, venne frustato, calunniato, tradito, bastonato.

(II Corinzi 4:8-9) Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati, ma non uccisi;

Paolo rimase fedele fino alla fine. Un episodio rilevante è stata la predicazione di Paolo nella città di Listra, in cui fondò una chiesa, ma poi…

(Atti 14:19-20) Allora giunsero da Antiochia e da Iconio alcuni Giudei, i quali sobillarono la folla; essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Ma mentre i discepoli venivano attorno a lui, egli si rialzò ed entrò nella città.

Con la lapidazione di solito si muore, ma Dio ha avuto pietà di Paolo. Lo trascinarono fuori la città, ed egli si rialzò ed andò un'altra volta nella città ad evangelizzare. Paolo si rialzò più forte di prima! L’apostolo Paolo intraprende una sfida che sa di non essere più semplice. Chi è resiliente si alza ed accetta la sfida.

(Romani 8:35-39) Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello». Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

In tutte queste cose siamo più che vincitori. Questo è l’inno del credente resiliente.

La chiesa è la realtà più resiliente della storia dell’umanità. Si sono susseguiti imperi, regni, ideologie, ma le porte dell’inferno non l’hanno sopraffatta perché il suo fondamento è Cristo Gesù.

(Matteo 16:18) E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere.

Le prove non sono finite ed è tempo di dimostrare di essere resilienti. Che il Signore ci dia la grazia di essere resilienti. Ci sarà da soffrire e da lottare, e non possiamo farcela da soli. Che lo Spirito Santo ci renda capaci di superare e vincere tutte le nostre battaglie.

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