Vittoria
- by AM
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15 settembre 2022
Lettura: Esodo 17:8:16
La parola di Dio parla di amore e di vittoria.
(Esodo 17:8-16) Allora venne Amalec per combattere contro Israele a Refidim. E Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci a combattere contro Amalec; domani io starò sulla vetta del colle con il bastone di Dio in mano». Giosuè fece come Mosè gli aveva detto e combatté contro Amalec; e Mosè, Aaronne e Cur salirono sulla vetta del colle. E quando Mosè teneva le mani alzate, Israele vinceva; e quando le abbassava, vinceva Amalec. Ma le mani di Mosè si facevano pesanti. Allora essi presero una pietra, gliela posero sotto ed egli si sedette; Aaronne e Cur gli tenevano le mani alzate, uno da una parte e l'altro dall'altra. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. E Giosuè sconfisse Amalec e la sua gente passandoli a fil di spada. Il SIGNORE disse a Mosè: «Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa' sapere a Giosuè che io cancellerò interamente sotto il cielo la memoria di Amalec». Allora Mosè costruì un altare che chiamò «il SIGNORE è la mia bandiera»; e disse: «Una mano s'è alzata contro il trono del SIGNORE, perciò il SIGNORE farà guerra ad Amalec di generazione in generazione»
In questo brano, Israele combatteva contro Amalec. Quando Mosè teneva alte le mani, Israele vinceva, quando le abbassava, per la stanchezza, Israele perdeva. Furono Aronne e Cur che aiutarono Mosè a tenere alte le mani. Questo brano ci insegna che non ci può essere vittoria senza unità o unione. Vittoria su cosa? In questo brano, questa battaglia era contro carne e sangue, ma la nostra battaglia non lo è la nostra, infatti leggiamo:
(Efesini 6:12) il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.
Dobbiamo essere uniti per strappare quanto più possibile anime al diavolo. Questo è uno dei motivi principali della nostra unione. Pensate per un attimo se si organizzasse una campagna di evangelizzazione divisi, cosa succederebbe? Sarebbe una carneficina. Si vince uniti. Il secondo insegnamento è il punto di vista di vittoria che abbiamo noi rispetto a quello che ha Dio.
(Giovanni 12:23) Gesù rispose loro, dicendo: «L'ora è venuta, che il Figlio dell'uomo dev'essere glorificato.
Quando i generali romani vincevano una battaglia, alzavano il gaudium, e i soldati rendevano onore al generale. La gloria è una conseguenza della vittoria. Umanamente parlando, dopo questo episodio, Cristo viene processato, umiliato, schiaffeggiato… fino alla morte croce. Dov’è la gloria? La vittoria c’è stata. Cristo è risorto, ha vinto il peccato, il mondo, il diavolo, la morte ed è stato glorificato. Il punto di vista di vittoria cambia. Da un punto di vista umano, come può un uomo che ha subito tutto questo sia glorificato?
(Giovani 16:33) Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo
(II Corinzi 2:14) Ma grazie siano rese a Dio, che sempre ci fa trionfare in Cristo e che per mezzo nostro spande dappertutto il profumo della sua conoscenza.
Leggendo questi due versi, Dio ci dice che i credenti avranno tribolazioni. Se ci viene diagnosticato un brutto male (es. un cancro aggressivo), Dio può guarirlo, può farlo, e quando lo fa, possiamo affermare che Dio ci ha fatto trionfare sulla malattia. Se questo non accade e dovessimo morire a causa di quella malattia, ci sentiremmo ancora vittoriosi? Come deve usare il credente la mente di Cristo? Ci sono cose che non riusciamo ad accettare, ma che possiamo farlo solo se usiamo la mente di Cristo. Un figlio di Dio, un credente, è sempre vittorioso. Anche nella sofferenza e nella morte. Questa è la grande differenza tra un figlio di Dio e rispetto a chi non crede in Dio.
(I Corinzi 15:55-58) «O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo dardo?» Ora il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge; ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo. Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
(Romani 8:35-39) Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello». Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
Possiamo considerarci vittoriosi non per i nostri meriti, ma in virtù di Cristo Gesù che ci ha amati. Si vince insieme e il punto di vista della vittoria di Dio, è diverso dal nostro.
Alessandro il grande aveva vinto le sue battaglie più importanti non solo per la forza, ma per la disciplina che l’esercito dimostrava. Nel suo esercito c’era un soldato ribelle che venne portato al cospetto di Alessandro il quale gli chiese: “Come ti chiami?”. Il soldato rispose: “Alessandro”. Alessandro gli disse: “o cambi il nome o cambi atteggiamento”.
Siamo cristiani e di conseguenza la nostra condotta (atteggiamento) dev’essere esemplare. Se così non fosse, dobbiamo cambiare nome.