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I centurioni (I parte)

I centurioni (I parte)

by DDC
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20 ottobre 2022
Lettura: testi vari

Quello che il Signore mi ha messo nel cuore di voler condividere con voi questa sera, nasce da una mia personale curiosità. Mi sono trovato a riflettere su una figura a cui viene posta enfasi molte volte all’interno del Nuovo Testamento: il centurione. Mi sono chiesto: come mai il Nuovo Testamento pone così tanta attenzione alla figura dei Centurioni romani? Perché vengono citati tutte queste volte? È una di quelle categorie che troviamo sempre menzionate principalmente nei momenti cruciali della vita di nostro Signore Gesù e della prima chiesa. Con l’aiuto di Dio cercheremo di leggere qualche brano e capire il ruolo chiave che la figura del centurione ha all’interno degli scritti neotestamentari.

Il centurione era uno dei gradi della catena di comando nell'Esercito romano, il cui significato era “capo di una centuria” appunto, paragonabile ai moderni ufficiali di grado intermedio. Ogni centurione comandava, quindi, l'unità di base della legione: la centuria (gruppo di uomini che andava da 80 a 100 e fino a 160 in alcuni casi, anche se in alcune fonti si racconta di centurie di 300 unità). Nei campi di battaglia le centurie erano unite, per tradizione, a due a due per formare i manipoli, in ognuno dei quali i due centurioni erano detti prior e posterior. Quest’ordine rappresentava la catena di comando con rispettivi poteri. Questo è molto brevemente cosa ci dice la storia da un punto di vista strettamente militare.

Naturalmente essi svolgevano un compito anche al di fuori del semplice comando sul campo di battaglia. Polibio, storico greco vissuto tra la fine del secondo secolo e l’inizio del primo secolo a.C., nelle sue opere riguardante i resoconti delle guerre puniche e della vita politico-militare di Roma, parla molto approfonditamente della figura del centurione. Esso ci narra come in periodo di occupazione essi rappresentavano la prima autorità nei confronti del popolo. Giudicavano le controversie civili senza che quest’ultime giungessero ai tribuni, ossia ufficiali romani di grado superiore (eletti nel numero di 24 ogni 4/6 mesi) che esercitavano la giustizia per conto e nome dei consoli romani (organi di magistratura eletti annualmente dal popolo) che invece erano i veri detentori del potere di giudicare, ma che si dedicavano soltanto alle controversie penali maggiori (ad esempio pene di morte).

Poiché i consoli erano eletti dal popolo, poteva capitare che a volte i centurioni o tribuni venissero eletti a consoli.

Come dicevo fin da subito, la figura del Centurione romano è citata all’interno degli scritti neotestamentari:

  1. Il Centurione di Capernaum: Matteo 8:5-13; Luca 7:1-10;
  2. Il Centurione alla Croce (o sul Golgota): Matteo 27:45-54
  3. Il Centurione al sepolcro: Matteo 27:57-66; 28:1-15
  4. Il Centurione Cornelio: Atti 10:1-48

Centurione di Capernaum

(Matteo 8: 5-13) Quando Gesù fu entrato in Capernaum, un centurione venne da lui, pregandolo e dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anche io sono uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Va'", ed egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa». Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: «Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande! E io vi dico che molti verranno da Oriente e da Occidente e si metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti». Gesù disse al centurione: «Va' e ti sia fatto come hai creduto». E il servitore fu guarito in quella stessa ora.

(Luca 7:1-10) Dopo che egli ebbe terminato tutti questi discorsi davanti al popolo che l'ascoltava, entrò in Capernaum. Un centurione aveva un servo, molto stimato, che era infermo e stava per morire; avendo udito parlare di Gesù, gli mandò degli anziani dei Giudei per pregarlo che venisse a guarire il suo servo. Essi, presentatisi a Gesù, lo pregavano con insistenza, dicendo: «Egli merita che tu gli conceda questo; perché ama la nostra nazione ed è lui che ci ha costruito la sinagoga». Gesù s'incamminò con loro; ormai non si trovava più molto lontano dalla casa, quando il centurione mandò degli amici a dirgli: «Signore, non darti quest'incomodo, perché io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; perciò non mi sono neppure ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io sono uomo sottoposto all'autorità altrui, e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Vai", ed egli va; a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa». Udito questo, Gesù restò meravigliato di lui; e, rivolgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neppure in Israele ho trovato una così gran fede!» E quando gli inviati furono tornati a casa, trovarono il servo guarito.

Qui ci viene descritta la figura di un uomo che, pur potendo utilizzare l'influenza data dal suo status, decide di utilizzare un approccio di umiltà fondato su una profonda fede in Gesù, per riuscire a guarire il suo servo che così tanto amava. Possiamo notare come i due vangeli differiscono leggermente nel narrare questa storia. Luca, rispetto a Matteo è molto più dettagliato nel tramandarci questo evento. e soffermandoci proprio su Luca, possiamo notare alcuni aspetti del nostro centurione: era un uomo meritevole, amava Israele e addirittura aveva fatto costruire la sinagoga di Capernaum.

Proprio in quest'ultimo punto possiamo notare un aspetto che storicamente ci aiuta a capire la figura del centurione: aveva il potere di poter far costruire addirittura una sinagoga.

Quest’uomo ha avuto la capacità di dichiarare con franchezza che Gesù ha l’autorità su ogni cosa, perfino sulla malattia. Così come noi uomini possiamo dare un ordine ad una persona che ci è sottoposta, Cristo esercita la stessa autorità su ogni cosa.

Nessuno può negare che avrebbe avuto la possibilità di approcciarsi a Gesù con arroganza e magari costringerlo con la forza. Ma il suo incontro con Gesù è di tutt’altra natura. Sa chi si trova davanti, ha fede nella sua opera e nelle sue capacità. Si sottomette alla volontà di Dio e ne riceve benedizioni.

Il Centurione alla Croce (o sul Golgota)

(Matteo 27:45-54) Dall'ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. E, verso l'ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?», cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, inzuppatala di aceto, la pose in cima a una canna e gli diede da bere.  Ma gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se Elia viene a salvarlo». E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito. Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, le tombe s'aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: «Veramente, costui era Figlio di Dio».

Qui troviamo un uomo invece che con molta probabilità era presente sia durante la condanna che la flagellazione, ed infine l’esecuzione di un uomo ucciso per volere dei suoi stessi connazionali. Un uomo giudicato dalle leggi romane senza colpa (Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell'acqua e si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi». (Matteo 27:24), ma giudicato da parte del suo stesso popolo, degno di morte. Un uomo mite che per 3 anni aveva solo compiuto opere di bene, segni e miracoli che non hanno eguali e invece adesso è appeso ad una croce perché diceva di essere il figlio di Dio. Un avvocato cristiano nell’analizzare il processo di Gesù dichiarò: “l’unico uomo condannato non per quello che aveva fatto, ma per quello che era”. È come dire: Michele ti condanno non perché hai fatto del male ma perché sei Michele.

Torniamo a noi, immagino sempre questo centurione come una persona distaccata dagli eventi che stava vivendo, in fondo per lui era solo lavoro, un’esecuzione come tante altre. Ma proprio in questo clima di quasi normalità avvenne qualcosa che sconvolse totalmente la vita del centurione: Anche se era mezzogiorno, si fece buio; ci fu un terremoto di una tale entità che scoperchiò tombe; squarciò tendaggi; spacco le pietre; e poi videro i morti resuscitare. E di fronte a tutto questo, quel centurione esclamò: «Veramente, costui era Figlio di Dio».

Per gli uomini di quel tempo era una frase difficilissima da dire: affermare che un uomo era della stessa sostanza di Dio (Filippesi 2:5-11) era una bestemmia che si pagava con la morte appunto.

Bene ci avviamo alla conclusione di questo breve pensiero. Potevamo andare molto più in profondità nei brani letti, ma volutamente ci siamo soffermati ad una semplice lettura, e anche se non siamo stati in grado di rispondere ancora alla nostra domanda possiamo sicuramente trarre delle conclusioni da applicare alle nostre vite.

Una cosa che vi posso anticipare è che questi uomini, oltre al fatto di essere centurioni, hanno in comune una caratteristica: ognuno di loro ha meravigliato (stupito) qualcuno:

Il centurione di Capernaum fu l’unico uomo che meravigliò o stupì Gesù stesso… quante volte mi sono chiesto come può un uomo stupire Gesù, come si fa a raggiungere una fede tale da far meravigliare Gesù. Quell’uomo ci riuscì. L’unico uomo che ebbe la capacità di lasciare Gesù a bocca aperta.

Il centurione sul Golgota fu l’uomo che meravigliò sé stesso. La sua logica, la sua routine lo portava a non avere problemi a svolgere un lavoro tanto ingrato, esecutore di flagellazioni e guardia di condannati. In Giovanni 19:23 (“I soldati dunque, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una parte per ciascun soldato, e anche la tunica. La tunica era senza cuciture, tessuta per intero dall'alto in basso.”) ci viene raccontato come i suoi uomini erano propensi a scherzare davanti ad un uomo in sofferenza. Ma l’incontro con la potenza di Dio manifestata, ha portato quell’uomo cinico ad avere una profonda paura e riconoscere quello che il Signore Gesù è veramente.

Alla fine cosa possiamo portarci a casa questa sera: possiamo sicuramente imparare dal centurione di Capernaum a dichiarare apertamente che Gesù è il Signore. È il Signore di ogni cosa e tutto gli è sottomesso. Le malattie, i governi, le economie, i principati, le potestà dell’aria, ogni cosa. Riusciamo questa sera a credere che bastano delle parole provenienti da un cuore sincero, per far sì che Dio si meravigli e ascolti le nostre suppliche?

In passato attraverso la potenza delle preghiere caddero e resistettero regni, si aprirono le acque del mare, il sole non tramontò, non piovve acqua ma piovve fuoco, i malati guarirono, i morti risuscitarono, le sterili partorirono, ecc. ecc. … attraverso le preghiere di fede tutto ciò che era impossibile diventò possibile, tutto ciò che era contro divenne a favore.

Bene anche oggi abbiamo la possibilità di avere la stessa efficacia. Dipende da quanta fede mettiamo nelle nostre preghiere e quante ansie riusciamo a lasciare fuori dalla nostra mente.

Forse stiamo passando un momento come il centurione sul Golgota in cui ci siamo rilassati troppo, dove la routine ha preso il sopravvento, dove le cose che una volta ci stupivano adesso non ci fanno più lo stesso effetto. Se ci impegniamo a rivolgere lo sguardo a Dio egli è pronto a stupirci con opere potenti e a manifestarci in tutto lo splendore della sua potenza.

(Luca 11:9-13) Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia invece un serpente? Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!»

Che il Signore ci benedica!

La prossima volta vedremo insieme gli ultimi due centurioni: Il Centurione al sepolcro: (l’uomo che stupì il mondo) e il Centurione Cornelio (l’uomo che stupì la chiesa) e risponderemo finalmente alla domanda che ci siamo posti all’inizio sul perché di un’enfasi così marcata sulla figura dei centurioni.

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