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Cosa ti manca?

Cosa ti manca?

by D. Paradiso
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10 novembre 2022
Lettura: Luca 18:18-30; Marco 10:17-23

Diventiamo figli di Dio perché crediamo nel suo nome e nell’opera di Cristo. Tutte le religioni sono fondate sul principio del fare per essere. Come uomini siamo portati verso questa condizione. Siamo abituati nelle nostre relazioni umane a “fare” affinché gli altri possano vedere ciò che noi siamo.

(Marco 10:17) Mentre Gesù usciva per la via, un tale accorse e, inginocchiatosi davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?» Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio.

Un fariseo esprime di essere molto religioso e di avere un buon rapporto verso la legge di Dio. Un uomo onesto che voleva chiedere a Gesù come arrivare all’obiettivo per raggiungere la vita eterna. Chiamando Gesù “buono”, il fariseo affermava che Gesù era Dio.

(Marco 10:19) Tu sai i comandamenti: "Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dire falsa testimonianza; non frodare nessuno; onora tuo padre e tua madre"».

Cinque comandamenti che Gesù cita sul sermone sul monte e sono la base della relazione tra l’uomo e Dio. Comandamenti da eseguire e sono un’indicazione di ciò che sarebbe dovuto essere una reale relazione con Dio.

L’uomo risponde di osservare tutto queste cose, ma cosa gli manca? Umanamente, il giovane ricco fariseo, non aveva nulla da eccepire. Oltretutto, per la sua ricchezza, era grandemente benedetto. Il giovane ricco era un fariseo molto bene in vista. È stato onesto ad ammettere che lui stesso aveva bisogno di qualcos’altro per avere la vita eterna (la stessa cosa chiese Nicodemo). Solo azioni e aspetto del fare, ma il fare non fa essere. Il fariseo aveva capito che si sentiva completo, ma mancante di qualcosa di fronte alla persona di Cristo. Le opere non soddisfano la giustizia di Dio, ma attirano solo l’approvazione degli uomini. Anche il nostro cammino come credenti e figlio di Dio può prendere la strada del fare.

(Efesini 2:9-10) Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; 10 infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.

Uomo approvato da Dio perché era ricco, e nel fatto di avere la benedizione della ricchezza trovava la sua risposta.

(Marco 10:21) Gesù, guardatolo, l'amò e gli disse: «Una cosa ti manca! Va', vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».

Il fariseo si trova di fronte ad un bivio: abbandonare la sua convinzione (si sentiva approvato da Dio per le sue ricchezze) o liberarsi dei suoi tesori.

La conoscenza di Cristo e il fare le azioni che un credente dovrebbe fare, non rendono quella persona accettabile davanti a Dio. L’uomo doveva liberarsi dei suoi tesori, tra cui anche il sentirsi superiore essendo un fariseo.

Siamo, pazienti, assidui, bravi cristiani…  quell’altro no! E così facciamo degli ordini. Ha un senso il nostro valutarci per le opere che facciamo? Dio ci ha fatto essere dei suoi figli.

Oggi siamo ciò che siamo e non è ancora manifesto ciò che saremo. Questo perché abbiamo creduto in Cristo e ci ha fatti suoi figli, nuove creature, il tempio dello Spirito Santo, eredi della vita eterna. Questo è l’essere che può rinunciare al fare (no nel senso che non si impegna più). Le opere sono le conseguenze del nostro essere. Il fariseo non ha la capacità di seguire Cristo. Che il nostro cammino possa valorizzare e riconoscere in Cristo il nostro Salvatore e che non si fermi solo a questo. Dio ha preparato delle opere per noi.

Ognuno di noi ha delle ricchezze e dei punti fissi sui quali si adagia. Possiamo fare tesoro sulla nostra famiglia o capacità, ma se mettiamo queste davanti al seguire Cristo, non saremo disposti ad abbandonarle, e allora seguiremo il nostro farisaismo. Il nemico va sempre intorno a noi come un leone pronto ad aggredirci. Mettiamo le nostre capacità al servizio di Dio. La nostra unica ricchezza è quella di essere stati fatti figli di Dio.

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